Vegan

24 novembre 2009

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Era un torrido giorno di Giugno di un anno fa e sul 928 leggevo un libro intitolato “La dieta Skinny Bitch”, ennesima cazzata sulle diete dato che,anche l’anno scorso, la prova costume mi aveva lasciata catatonica.

Noi donne amiamo prenderci in giro e quindi amiamo collezionare consigli di illustri sconosciuti sul cosa mangiare e cosa no anche se lo sappiamo benissimo da sole. Questo per lo meno era stato il mio approccio al libro che invece, già dalle prime pagine ha cominciato a sconvolgermi l’esistenza.
Sotto le mentite spoglie dell’ennesima crociata contro i carboidrati, ( e il titolo “la dieta della secca bastarda” traeva in inganno) si nascondeva invece un manifesto vegano in piena regola.

Le due autrici, due americane gagliarde e in gamba, hanno pensato di usare questo titolo per attirare l’attenzione di più persone possibile al fine di sensibilizzare la gente circa il consumo indiscriminato di cibo spazzatura, il totale disinteresse di ciò che si mette in bocca e soprattutto le crudeltà inaudite e ripeto INAUDITE e gratuite commesse nei confronti degli animali.
A questo punto molti di voi diranno “ma a me che me ne frega degli animali”.

Niente finché non ci si pensa, niente finché non si vede quell’orrore e non si sentono quelle grida, niente finché non si immagina il proprio gatto o il proprio cane torturato, mutilato (ovviamente da vivo), e (sempre da vivo) bollito.

Dunque,leggevo queste pagine ricche di informazioni piuttosto dirette e senza mezzi termini sui danni del consumo della carne e soprattutto dei latticini di cui nessun essere umano ha più bisogno dopo i 4 anni d’età, e di quanto siano pericolosi i cibi industriali quelli che quando leggi l’etichetta non vai oltre la prima mezza parola!

E’ vero che il libro è americano e lì stanno messi molto male in quanto a ormoni, antibiotici, e medicinali vari che mischiano puntualmente alle farine animali, con risultati che ben conosciamo, ma ci stiamo attrezzando anche noi a raggiungere i nostri alleati d’oltreoceano.
Ora il fatto è questo: se io mi preoccupo del vestito che indosso, della mia pettinatura, della palestra, del cellulare e poi mangio merda, che senso ha?
E vabbè obbietterete voi (tanto sono abituata!) “Allora stai tutto il tempo a leggere le etichette!” Certo che sì!”

Mia mamma mi ha ben insegnato a non bere da una bottiglia con il teschio disegnato fuori e poiché la maggior parte degli additivi contenuti nei prodotti industriali per renderli belli e appetibili sono veleno, ma nessuno ha interesse a dircelo preferisco evitare. Ma questo è oggi, ritorniamo ad allora. Io ero quella che al mio maestro di yoga ,ovviamente vegetariano,avevo detto qualcosa di odioso, che adesso mi sento ripetere in continuazione e cioè: “l’essere umano è onnivoro” “abbiamo i canini” “ e il calcio dove lo prendi”.

Lui con una calma serafica non mi disse quello che io rispondo adesso di solito e cioè: “il calcio lo prendi tu sui denti!” e “con questi canini è grassa se ti ci mangi le unghie!”ma si limitò a sorridere. Io ero quella che tutte le settimane andava con “il club amici della gotta” a tutte le sagre del Mugello, dal cinghiale, alla lepre, alla porchetta. Io ero quella che, purché le calorie fossero poche, avrebbe mangiato anche le piastrine del Vape!

Ma ero anche quella che da piccola voleva diventare veterinaria per “salvare tutti gli animali del mondo” e che aveva avuto sempre una marea di disturbi alimentari legati alla sfera del poco amore verso sé stessa. E qualcosa è scattato, non chiedetemi come, perché, e anche qui chiamo in ballo il mio amico yoga. Da un momento all’altro ho cominciato a lacrimare su quell’autobus rovente e non ho più potuto mangiare nessun tipo di derivato animale. La versione mistica è quella che gli yogi non mangiano carne per non ingerire la paura che prova l’animale al momento della macellazione che crea cattivo karma, ovviamente ci credo e questo spiega la vegetarianità di un sacco di yogi,ma vi giuro su qualunque cosa, che non ne ho mai sentito la mancanza, che non mi crea nessun problema e che mi sento duemila volte meglio. Tutto sta ad organizzarsi, studiare un po’ e prendere confidenza con spezie e cibi mai usati prima. C’ è un sostituto per tutto, basta ingegnarsi un po’.

Adesso che cucino vegan, non c’è un giorno che faccio la stessa cosa, mentre prima non andavo oltre all’insalata e al prosciutto cotto con i crackers! In questa sezione pubblicherò le ricette sperimentate rigorosamente prive di proteine animali così se doveste invitarmi a cena sapete cosa preparare!!

P.s
Se volete qualche risposta alle domande che vi frullano in testa, provate qui:

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