Benvenuti nel blog meno aggiornato del mondo!
Se penso (e le veterane lo sanno) che anni fa non ci dormivo la notte se non aggiornavo il blog tutti i giorni e che mi connettevo anche in vacanza, che ogni volta che mi finiva la carta igienica o mi andava una cosa in un occhio pensavo: devo postarlo adesso…
Ero giovane allora e non lavoravo come una matta come quest anno: in sei mesi ho scritto 2 libri e un film (di cui vi parlerò diffusamente più in là, adesso lasciate che me la tiri un pò!) e mai come questa volta posso dire di essermi meritata una vacanza.
Il 28 Luglio ho chiuso il computer dopo un tour de force di 1 mese intero e sono crollata miseramente e (questa foto ne è la prova)
Il 29 luglio in completo stato confusionale (mal di testa, ciclo, vertigini, vuoti di memoria e secchezza delle fauci!) salgo con Attilio su un volo Ryanair destinazione Oslo per un tour dei fiordi di una settimana.
Non occorre che vi ricordi la mia passione per gli aerei, che ultimamente ero riuscita a tenere sotto controllo grazie a un’infilata di voli felici e diverse birre, ma volando alle 6 di mattina l’unico modo per intontirmi era con un’ endovena di Propofol. Dunque, metteteci la stanchezza, lo stress micidiale, il freddo cane in quel cazzo di aereo che mi ha fatto venire le labbra blu e una turbolenza che nemmeno su un dirigibile, ho veramente creduto che non ce l’avrei fatta (anche a causa di quel programma su Sky “indagini ad alta quota”…).
L’unica consolazione era che avevo finito la trilogia e nessuno sarebbe andato a ficcare il naso nel mio computer per cercare gli appunti senza capirci un cazzo. Ecco vedete? Questo genere di pensieri prima non ce li avevo, adesso comincio a preoccuparmi all’idea di morire prima di finire un libro e poi dall’aldilà vedere che me lo sta scrivendo qualcun altro che legge le mie scalette e dice: “ma che intendeva con “qui e qui succedono cose?”.
La Ryanair continua ,per me, ad essere la peggiore compagnia del mondo, credo che un dirottamento aereo sia più piacevole della tortura che ti infliggono i “camerieri di bordo” che rispondono male (”scusi, è un pò freddo…” -mentre tutti si coprivano con i giornali- ”avrà freddo lei, io non ho freddo!”) e tentano ossessivamente urlando nel microfono in 2 lingue (di cui una sembra italiano) di venderti qualunque cosa ogni 10 minuti :panino e caffè a “soli” 7 euro, biglietti della lotteria, sigarette elettroniche, duty free, braccialetti di gomma, ancora panini a 7 euro, profumi e via così…come se lavorassero a percentuale.
Quando siamo atterrati ho pianto!
La Norvegia è splendida, una natura pazzesca, un posto civile, gente carina, un sacco di camminate da fare, e poi i fiordi, e i piumini bianchi sul letto, pinguini e foche, ho adorato ogni singolo minuto di quel giro: Oslo, Geilo, Leikanger ,la Flamsbana fino a Bergen,e non credo di avere mai camminato, scalato e pedalato così tanto in vita mia, è un posto magico e in inverno deve esserlo ancora di più, ci sono solo un paio di pecche : non è mai buio completamente, (alle 10 di sera c’è ancora il nostro sole delle 6), mangiano troppa balena, non puoi comprare una birra in un supermercato dopo le 9 di sera e tutto costa un botto.
Dove per un botto intendo: 1/2 litro d’acqua 4 euro, un pacchetto di sigarette 15 euro, 2 pizze e 2 birre 60.
Ma se poi penso ai tassisti abusivi che ,per 10 minuti di strada per andare a Ciampino ti prendono 35 euro a nero ecco…lì mi incazzo ancora di più.
Dopo la magica, ma impegnativa Norvegia, siamo andati come tutti gli anni in Grecia per farci un pò di mare vero dove il paniere Istat si è immediatamente riequilibrato: 1/2 litro d’acqua 50 cent., un lettino 3 euro e una cena completa 20. Paese meraviglioso che amo alla follia e dove spero di andare in pensione, anche se mai come quest anno preso d’assalto da burini bandanati muniti di racchettoni che si fotografavano col mojito in mano al tramonto…
Non si può avere tutto dalla vita.
Ma anche Paros ha subito la furia di Caronte, Ulisse, Minosse, e Cacamucazz’ niente vento, un caldo torrido e una strana calma piatta, ma quando siamo sbarcati a Roma ci siamo chiesti se non avessimo fatto scalo ad Abu Dabi. E il resto è storia…
Non credevo che lo avrei mai detto, ma comincio a odiare quell’ implacabile palla infuocata che sembra volerci arrostire come Marshmallows.
Passo ore interminabili nei supermercati a parlare con anziani gentilissimi con cui ci scambiamo ricette e ricordi di guerra, e la mia abbronzatura è già un lontano ricordo, ma sono qui, ottimista e moderatamente felice, anche senza aver letto 50 sfumature di grigio!
Prometto di cercare di aggiornare più spesso.
Acc…l’ho detto!
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