Archivio

Archivio per la categoria ‘Blog’

Roma..mma mia…

1 dicembre 2010

No ragazzi che depressione, sono tornata da neanche 24 ore e già mi sparerei.
La Marika è ancora là, bloccata dal fortunale (che poi che cazzo si chiama fortunale a fare…sai che fortuna!) le hanno annullato il volo e aspetta da Starbuck’s che la facciano ripartire.
Questa della partenza bisogna che la racconti perchè è incredibile come le rotture di coglioni riescano a concentrarsi tutte in poche ore invece di diluirsi comodamente nell’arco di 3 settimane!
Gli ultimi giorni abbiamo cominciato a sentirci come a fine Agosto a 16 anni al mare, che non vuoi più partire e la nostalgia canaglia ti si attanaglia allo stomaco.
Ti rendi conto che non sei stata nei 12.000 posti che ti eri ripromessa di visitare, vorresti comprare ancora quintali di vaccate, ma anche il secondo bagaglio a 35 euro prenotato con la Ryanair pesa già 14 chili e 7, il barbone all’angolo ti saluta e ti offre da bere, al Sainsbury sotto casa ti chiedono se vuoi il solito, il take away indiano conosce a memoria il tuo numero di telefono, fa -4 e anche tu giri col cappottino e la gonna.
E il peggio deve ancora arrivare, perchè sai cosa ti aspetta tornando a casa:
pioggia, elezioni anticipate,giallo di Avetrana, tassiti cafoni, commesse maleducate, cacche di cani, la Marcuzzi incinta, le tasse…
Ecco perchè mentre vi scrivo ho lo stesso sguardo della mucca che guarda passare il treno.
Ma eccomi a raccontare le ultime ore prima della partenza.
Io e zia Marika, col suddetto magone, ci accingiamo a trascorrere le ultime due serate insieme.
La penultima andiamo a cena con i nostri stupendi padroni di casa (ribattezzati i Brangelina) che, per chi non avesse letto le puntate precedenti, sono una coppia di modelli veri, lei col capello rosso,la pelle trasparente, gli occhi azzurri e i denti bianchissimi e lui sto moraccione alto due metri con due spalle così, occhio nero e barba incolta (perchè sono fidanzata e non posso parlare del resto, ma vi prego fidatevi, ho visto delle foto che voi umani…) insomma oltre a tutto questo, pure stragentili e  simpatici.
Per dire che dopo 10 anni di convivenza lui la mattina le compone con gli spicchi di mandarino una faccina sorridente sul piatto!
Giuro l’ho visto con questi miei occhi!
Cena con loro, e le solite figure di merda,Marika traduce “Mar rosso” con Sea Red e io che dico bowindo e nessuno capisce (ma in compenso ridono mezz’ora, ma sono così belli che non te la prendi e continui a dire idiozie per farli ridere ancora di più!).
L’ultima giornata sembra quella del condannato a morte.
Decidiamo di mangiare tutto quello che ci mancherà e che so già mi farà venire la colite, ma sticazzi, si vive una volta sola.
Solo che oltre a fare -6, c’è sciopero della metro e questo ci obbliga a un giro nel ridente quartiere di Chiswick (che si pronuncia “Chisik”  e sì, anche questo li ha fatti piegare dal ridere).
Bel quartierino elegante e frequentato da mammozze ricche che spingono passeggini spaziali, ma anche no, nel senso che fa freddo e io ho prenotato un taxi che mi viene a prendere a casa alle 2.15 del mattino e forse sarebbe meglio che cominciassi a rendermi conto che sto partendo e che tutto quello che devo fare è chiudermi in un pub.
Con lo sciopero,Pizza Express faceva il 50% di sconto sulla cena, così dopo la pizza e relative birre (mie) ci siamo fatte l’ultima passeggiata verso casa, l’ultima spesa da Sainsbury,l’ultimo autobus, l’ultimo caffè nella camera col bowindo e poi Marika è andata a letto, mentre io ho aspettato il tassista guardandomi una replica della Talpa Vip in cui un mignottone con la bocca a paperino teneva in bocca degli insetti enormi con l’aria di dire: non è la cosa peggiore che ho messo in bocca in vita mia.
Alle 2,scosto la finestra e vedo che nevica, alle 2.15 il tizio non è ancora arrivato, alle 2.30 panico chiamo e il signore del call center (gentilissimo, ma a quel punto chi se ne frega) mi dice che non vedeva prenotazioni (ero andata di persona 2 volte e mi avevano detto di non preoccuparmi!) ma che mi avrebbe mandato un tizio  veloce.
Arriva un pilota di Formula uno con una Skoda sospetta e senza insegne, che non capisce perchè è lì.
Gli chiedo di portarmi a Beker Street alla stazione dei pulman dell’Easyjet con tanto di mappa che lui non riconosce.
Mi chiedo se A: non sia sordomuto, B: dove ha fatto il tassista finora e C: ma è un tassista??
Schumi comincia a guidare come un pazzo per non farmi perdere l’autobus, rischiando però di farmi perdere la vita.
Arriviamo sì alle 2.45, ma lui gira a vuoto fino alle 3.10 per cui l’ho perso.
Intanto la neve veniva giù come a Canazei, non si vedeva una mazza e l’unica cosa da fare per evitare di perdere anche l’aereo è farmi accompagnare fino a Stansted.
Lui parte, dice che non è colpa mia (e ci mancherebbe!) e iniziamo un viaggio che nella mia testa è visualizzato nel file “Final Destination”.
Ero certa che non lo avrei mai raccontato, che il mio corpo non sarebbe stato trovato nemmeno dai cani distratti dalla neve e che nessuno avrebbe saputo che cazzo ci facevo lì.
Andava a una velocità compresa fra il Jet e l’Off Shore,nel buio, a manetta con una macchina di merda senza il riscaldamento.
Gli ho dovuto chiedere di rallentare!
Arrivati là alle 4 passate,  (vi prego ricordatemi perchè ho prenotato un aereo a quella cazzo di ora quando ce n’era uno comodo comodo alle 8.30…la solita ansia!) gli do le 22 sterline pattuite per il primo tragitto dato che “non era colpa mia” se avevo perso l’autobus per l’aeroporto.
E qui l’amico diventa molto meno amico e credo che abbia dei parenti che di cognome facciano Provenzano perchè parafrasando mi dice “se non paghi so dove stanno i tuoi amici”.
Alchè per evitare rappresaglie e teste di cavallo nel bowindo ho sborsato la bellezza di 80 euro e questo bastardo ha avuto il coraggio di augurarmi buon viaggio….
Una volta in fila al check in, la mia seconda “valigia” ,un saccazzo di plastica a righe pagato 1 Pound 30 trattabili, soprannominata dal mio landlord “Your nigerian suitcase”, non veniva considerata bagaglio regolamentare e per questo degna di viaggiare insieme agli altri bagagli, ma insieme agli strumenti musicali, ai surf e alle bare.
Ma siccome è arrivata  insieme al bagaglio di serie A ho capito che d’ora in poi sarà la mia valigia: me la metto in tasca, pesa 1 grammo e ci metto dentro 15 chili di roba!
Ho svoltato.
Eccoci sulla Ryanair, dal finger fino all’aereo facciamo 30 metri nella tormenta e un bambino rompicoglioni si mette a strillare come un dannato.
Comincio a contare i segni premonitori: perso l’autobus,ricattata dall tassista, storie per la valigia, tempesta di neve, bambino isterico…. forse non dovevo prenderlo??
Tutto sommato il volo va abbastanza bene fino a Ciampino dove l’unico che si sarebbe divertito è sempre il mio amico Ale Phibbi al quale racconterò questa storia esordendo con un :”stavamo per morire tutti!”.
La cosa fastidiosa con la Ryanair (una delle più fastidiose) è che se durante tutto il volo ti scassano la minchia cercando di venderti anche la propria madre ( a questo giro c’era il calendario delle hostess in offerta!!) risparmiano anche sugli annunci non dicendoti assolutamente niente.
(Oltre che  sui sedili che non si inclinano dove Attilio suggeriva di fare un sedile a gettoni che si abbassa di un grado infilandoci con un euro!)
Quando il velivolo comincia la discesa, mi accorgo che  ci sono tipo 30 strati di nuvole cumuliformi  grandi come il Nevada e  spesse  come un grattacielo.
Io seduta tranquilla penso:vabbè mica sono io che guido, lo vedrà il pilota dove stiamo andando?
Evidentemente no perchè il simpatico steward spagnolo che fino ad allora ci aveva intrattenuti con i suoi “ledis end ientleman” (che avrebbero fatto spisciare i nostri padroni di casa), ora stava cercando di mantenere la calma con metodi di training autogeno appresi al corso di pilota per corrispondenza.
E la sua mancanza di autocontrollo si evinceva dal tremito della voce e dall’ uso improprio del verbo “tentare”, bandito dalle compagnie aeree insieme alle parole arabo e bomba.
Con l’aggravante che il verbo tentare era seguito dalla parola atterraggio e anche i cani sanno che non sono parole che si usano nella stessa frase.
“Il capitano tenterà di nuovo l’atterraggio e ci farà sapere se atterreremo qui o a Fiumicino”
Dunque, su questa affermazione c’erano diverse cose che avrei vuloto discutere/ obiettare.
Intanto “tenterà di nuovo” nel senso che già ci avevamo provato??
Poi la frase  “Se atterreremo” è una dubitativa, per cui vorrei sapere caro pilota: qual è  l’alternativa all’atterraggio?
Infine se “qui o a Fiumicino” è un problema relativo che comunque mi risolverai dopo accompagnandomi con la tua macchina a casa deficiente, intanto vedi di fare arrivare il mio culo intatto a terra
Non ho fatto in tempo a formulare questi pensieri che ha puntato di nuovo verso  la pista e ha aperto il gas a  manetta (ho capito che il pilota era il tassista di prima!) e mi sono sentita sollevare di peso.
A quel punto ero seccata solo dall’idea che avrei dovuto tenere di conto i segnali e rimanere a letto!
Perforiamo le nuvole per almeno 20 minuti sballottati da tutte le parti come le palle delle estrazioni del lotto,con i motori a tutta potenza puntando giù mentre l’isterico steward diceva con tono perentorio “Rimanete tutti  seduti con le cinture allacciate!”
Perchè vedi qualcuno in giro per caso?
L’aereo ondeggiava paurosamente ora a destra e ora a sinistra, nel silenzio più totale di noi passeggeri in tensione che ci chiedevamo “perchè non ho preso un cazzo di gin tonic?”
E finalmente l’agognato impatto con la terra con relativo applauso.
Anche se l’impatto peggiore è stato con il tassista fuori: “Ndo’ deve da annà?  Mo aspetti quà che devo vedè!”
Quando sono scesa dall’auto dopo un quarto d’ora di strada e gli ho chiesto perchè dovessi pagare 25 euro se il tachimetro ne segnava 19 mi ha urlato “E j’ho pure fatto un piacere ! Mo nun me faccia arrabbià!”
Benvenuti a casa….
Atti strafelice di vedermi ha detto la cosa più romantica del mondo: “ho manomesso la bilancia così non mi rompi le palle dicendo che sei ingrassata!”
Questo è amore.
Solo non riesco a capire a cosa serva quella cosa in ceramica con due rubinetti accanto al cesso!

Blog

London 5

27 novembre 2010

Finalmente ho ripristinato il collegamento con il mondo dopo che il mio computer aveva deciso di smettere di funzionare portandosi con sè tutta la mia vita .
Sono lì che lo accendo e lui diventa blu, poi nero, poi dice che non riconosce il disco, poi che non riconosce me e alla fine  di premere ctrl-alt-canc e vaff!
Mi viene un’ansia spaventosa (oddio le foto, le cose che ho scritto, le mail e ora come cazzo facciooo??) poi un nervoso pazzesco, (’sto computer di merda lo sapevo che prima o poi sarebbe successo,mio fratello mi prenderà per il culo tutta la vita : col Mac non ti succedeva!!) infine il panico (e  ora da chih lo porto?).
Tutto questo si risolve non proprio in fretta perchè i padroni di casa hanno il Mac per cui facendo parte della setta non hanno certo bisogno di rivolgersi all’omino di turno come i comuni mortali, ma chiamano direttamente Steve Jobs con contatto telepatico il quale  risolve il problema a distanza.
Non mi resta che varcare la soglia di un internet point pachistano dove a penna c’è scritto “riparazione pc”.
Tanto,peggio di così che vuoi fare?
Lo lascio a un tizio che mi rifila un numero di cellulare e mi dice di chiamare l’indomani.
L’indomani chiamo, ma il numero è sbagliato o io non ho il prefisso giusto, insomma ritorno di persona e c’è un altro tizio arabo che mi dice di riprovare a telefonare (”Ci ho provato, ma  non ci riesco puoi provare tu? Io ho un cellulare italiano!” “Eh mi dispiace, ma non ho credito!” Mi ha risposto con davanti un telefono fisso…)
Due giorni e mezzo dopo riesco a parlare con il prode Bashir che mi spiegava cos’era successo in un inglese di cui capivo una parola su 3, ma il cui succo era “comprati un Mac!”
Nel frattempo io e Marika abbiamo girato Londra come se non avessimo un domani e l’idea di tornare a casa ci sta distruggendo.
La gente qui sta impazzendo per lo shopping e con impazzendo voglio dire che sembra che gli abitanti di almeno due stati si siano trasferiti in pianta stabile tra Piccadilly, Oxford circus e Harrod’s.
Il prossimo che mi dice che c’è la crisi gli dico “sì di nervi quando non riesci a entrare in un negozio per la fila che c’è!”
Marika mi ha fatto scoprire Primark, ua specie di brutto Zara dove però ti accaparri un sacco di cagate a un euro e alla fine sono riuscita pure a comprare il costume di Borat.
Ebbene sì ho a chi regalarlo…
Per quanto riguarda la questione abitudini alimentari, io e Marika ci stiamo scambiando i ruoli.
Dopo che le ho rotto i coglioni,neanche fossi stipendiata dal Ministero della salute, con messaggi apocalittici del tipo: “bevi bevi la coca, che ti sbriciola le ossa” e “Mangia, mangia la Nutella, quando ti viene il diabete poi me lo dici!”, alla fine si è così rotta i coglioni che non le ho più visto bere una coca o un caramel ciok da Starbuck’s.
Nel frattempo ho lavorato di fino per “educarla” ad altri sapori :
Le ho fatto assaggiare le salcicce vegane (aveva perso una scommessa) e le sono piaciute (”buone ste cagate alla soia!”) , l’ho trascinata dal libanese e ha gradito (troooppo buoni sti falafel!”) e il vin brulè (”minchia non voglio bere altro in vita mia!”).
Ma poi ho creato un mostro: ha comprato da sola delle carote al supermercato ed è voluta tornare in un pub a prendere un piatto di barbabietole e patate dolci.
Poi mi ha confessato: “sai che una volta ho assaggiato una mela?”
Mi sono commossa come una gatta che vede il cucciolo muovere i primi passi e quasi quasi mi va di traverso il Mac chicken, fortuna che avevo una maxi Coca!
Adoro questa donna!
Ieri siamo andate da Fortnum & Mason e mentre giravamo fra palle di natale parlanti , pot pourri afrodisiaci, orsetti in pigiama, trenini, copri teiere e quintali di cioccolata, Marika si accorge che ci sono le borse con le nostre iniziali: F&M.
Amooore! E’ un segno!
Vuoi che non ci siamo comprate la borsa di iuta?
L’ennesima?
Il biglietto ci è costato 50 euro,peccato che il sovrappeso (nostro e delle valigie) ce ne costerà 1000!

Blog

London 4

20 novembre 2010

Come tutte le mattine sono uscita di casa alle 8 per la passeggiata nel parco,allo scopo di bruciare in minima parte la quantità di calorie che ingurgito giornalmente, anche se dovrei camminare tutti i giorni fino ad Aberdeen!
A quell’ora ci sono le mamme o i babbi che portano a scuola i bambini (una media di 3!) solitamente disposti in 2 per passeggino più uno con il monopattino.
Solitamente quello col monopattino è il più grande e il più scassacoglioni.
Incrocio sistematicamente un vecchio rasta ubriaco che parla da solo e un sacco di gente che va a correre in maglietta e pantaloncini.
p1080928Il parco viene colorato nottetempo con gli additivi E 121 e E 124 perché un verde così in natura non ci può essere, e tutti i giorni mi commuovo a vedere questa distesa di erba morbida e bagnata coperta di foglie rosse disseminata da una panchina solitaria qua e là sotto le querce secolari.
Senza una carta o una cicca per terra!
Poi prima di tornare a casa passo al supermercato a prendere il giornale e una scatola di mirtilli e torno a casa per fare colazione con Marika e,se sono fortunata, intravedo quel figo del padrone di casa vestito da imbianchino o da pompiere.
Fine della digressione romantica.
Marika: “Ma tutte le mattine mangi quelle cagate di mirtilli? Non puoi cambiare ogni tanto?” dice sorseggiando l’Actimel
Io: “Ma i mirtilli fanno tanto bene alla circolazione…”
“Mh si è vero, pensa che mia mamma ha un sacco di problemi con le vene e tutto, io invece le ho perfette!”
Butto i mirtilli nel cesso.
Usciamo con un sole quasi fastidioso, senza gli occhiali da sole perché nessuno li porta e un caldo, giuro, surreale, direzione Royal Opera House (drammaticamente vicina a Covent Garden) con lo scopo di non spendere (HAHAHA!) e sembrare totalmente autoctone.
Marika: “Senti mi prendo una brioscina al volo da Sainsbury e poi andiamo alla metro”
Prende un panetto di burro a forma di brioche e io mi chiedo se forse non dovrebbe donare il suo corpo alla scienza perchè questa donna è immune al colesterolo!
In metro,col caffè in mano e il giornale nell’altra, ci sentiamo veramente le più inglesi, il trucco è tenere d’occhio l’uscita prima che il treno si fermi così da uscire sparate nella direzione giusta senza indugiare sulla porta e farsi cazziare dalla gente che sale.
Solo che, ogni tanto,con 12 linee metropolitane in 8000 direzioni un treno si scassa e chiudono un tratto per un pò, così senti annunciare dalla voce più suadente del mondo: “ci dispiace tanto,ma proprio tanto tanto, se potessimo vi ci porteremmo noi in braccio, ma ahimè la corsa è soppressa e non vogliamo farvi aspettare di più, per cui nel frattempo vi esortiamo a prendere l’autobus se volete arrivare in tempo”
La gente non alza nemmeno gli occhi al cielo, gira sui tacchi ed esce.
Stessa scena a Roma: “STATE CARMI STATE CARMI E’ N GUASTO TECNICO!”
Uscite a Covent Garden con un sole grande così e pochissimi turisti ci sentiamo quasi male da quant’è bello.
royaloperahouse-25-02-09wLa Royal Opera è qualcosa di divino, ma ahimè possiede una boutique… “Nooooo voglio la maglietta! Guarda carino l’ombrello, e il dvd…”
Esco con 50 sterline di meno e il dvd del Lago dei cigni in mano con Roberto-tanta roba-Bolle e leggo: registrato al Teatro della Scala…
A Covent Garden mi rimangono in mano altre due cose inutili che Marika insisteva che prendessi solo per pareggiare il conto con i 3 vestiti che le avevo fatto prendere il giorno prima e finalmente usciamo dal girone dei malati da shopping compulsivo direzione… “Marika ti porto in un mercato bellissimo!”.
p1080931La faccia di Marika ve la lascio immaginare,convinta che la portassi in una fattoria con vendita diretta di rape e carote.
Quando invece siamo arrivate al Borough Market sotto il ponte di Londra che è un accrocco pazzesco di bancarelle con ogni tipo di leccornia esistente sulla terra,dalle ostriche al kebab passando per il veg burger alla focaccia del Pugi,mi si è rilassata.
Ora, per una che di secondo nome fa Babybell,tutto quello che suona “leggermente” esotico è salutato con un misto di sospetto e diffidenza,alternata a disprezzo,con tanto di naso arricciato.
p1080907Qui a Londra col fatto che è TUTTO esotico praticamente lei ordina di tutto,spinta da una malsana e incontenibile curiosità per poi lasciare sempre qualcosa nel piatto, dove per “qualcosa” intendo la porzione intera (come la piadina di pollo sventrata nel piatto di ieri sera, lo spaghetto di soia saltato dal tailandese la sera prima, lo spaghetto di soia saltato dal cinese quella prima ancora e via così).
Se il Principe William non si fosse appena promesso a Katie, avrebbe senz’altro scelto Marika per i modi principeschi!
Il mio scopo perciò è quello di educare le sue papille gustative (bruciate dalla Coca cCola) a qualche altro gusto, anche solo perché lei sappia che c’è un mondo oltre Mac Donald.

Conversazione tipo:
“Cos’è quello?”
“E’ hummus assaggia!”
“No,no!” girandosi dall’altra parte.
“Eddai prova!”
Ne assaggia una punta microscopica.
“Mh… cos’è sta roba?”
“Ceci frullati, con olio limone e tahini”
“E cos’è tacchini?”
“Non tacchini! TAHINI! è crema di sesamo”
E torna alla sua coca. Pensierosa.

Quindi al Borough Market,rimaniamo impigliate nel girone dei golosi, avvolte da una miriade di profumi e colori di ogni provenienza,finché p1080922vediamo una tavolata intera di cibi mediorientali, polpette di melanzane, ceci, zucca, hummus e splendidi falafel serviti nella piadina del kebab con insalata e …tahini.
L’aspettavo al varco.
“Ce li prendiamo?Sono falafel ti ricordi? Te li ho fatti assaggiare l’altro giorno,ti erano piaciuti,c’è anche quella la crema di sesamo… Il tahini…”
Le dico come se parlassi a un sordomuto particolarmente cocciuto.
“Sì li voglio però senza tutta quella merda sopra!”
Con 2 cannoli lunghi un braccio ripieni di ceci e creme varie siamo andate a sederci su una panchina, e,giuro su Dio che l’ho sentita ripetere almeno 11 volte: “Mamma che buoni”
La mia missione continua,prossima meta Jacket potato!

Blog

London 3

18 novembre 2010

Vabbè è ufficiale, non ne usciremo vive!
Siamo quasi sul lastrico e non passa giorno che ci imponiamo di non comprare niente e poi guardiamo sbalordite le buste che abbiamo in mano chiedendoci come siano finite lì!
p1040823Ieri sera abbiamo passato una serata stupenda cenando in un ottimo  ristorante Thai chiamato Busaba dove ti fanno sedere in tavoli da 8 insieme ad altre persone.
Purtoppo accanto a noi si è seduto il classico coglionazzo milanese pieno di acne che si sentiva tanto Justin Bieber de noantri  (”Io abito a New York cosa c’è da fare qui la sera?” Andare a casa perchè sei minorenne idiota!)
La sua ragazza,una specie di brutta copia di Sarah Michelle Gellar ( o magari era lei!) ci guardava come per dire “vi prego uccidetemi!”.
La nostra ospite,Stefania, grande amica di Marika,prima di venire a cena con noi stava girando un video con Kylee Minogue..
Fra lo stare a casa con i sosia di Brad e Angelina e uscire a cena con Salma Hayek più bella e simpatica, a un certo punto io e Marika ci siamo girate verso due signore di 300 chili con la ricrescita di 3 centimetri e in coro abbiamo detto: “Okay,noi finiremo così!”
Stamattina missione Camden Market.p1080887
Appena scese volevamo comprare tutto, o meglio, tutto quello che i nostri 16 anni biologici ci imponevano di comprare e di nuovo nell’ordine: occhiali a forma di albero di Natale, lenti a contatto colorate, calze di ogni colore, scaldamuscoli col pelo, anelli con i tasti del computer, poltrone a forma di scarpa, paillettes adesive per capezzoli, parrucche rosa e vestiti da Manga fosforescenti.p1080891
Ce la siamo cavata abbastanza bene fino a pochi passi dalla metro (un cd di musica indiana a 10 sterline 2 braccialetti orrendi con scritto I love London e 2 fasce per i capelli 2 per 5 “Fede sei bellissima giuro” “Mari smetti di prendermi per il culo guarda che me ne accorglo!”) quando Marika ha visto un negozio di vestiti molto simili a quelli di  Desigual,ma decisamente meno cari.p1080892
Tutto è cominciato con un “mi provo solo questo” ed è finito con me e il commesso che le abbiamo fatto provare tutto il negozio.
Del resto con il prezzo di una gonna di Desigual ci si è comprata 3 vestiti, una gonna e il commesso.
Cupcakep1080893 al bistrot vegano InSpiral (dove ho lasciato un curriculum) e prima di tornare a casa puntatina in un negozio di calze (con la scusa del freddo) dove siamo state accolte da una punk di Livorno che sembrava un puntaspilli : “Dè qui a nessuno glienemporta nulla di come ti vesti”
Io dico di sì, ma è solo la mia opinione!
Il figone,mentre scrivo, sta passando l’aspirapolvere dopo aver imbiancato e fatto la lavatrice, sinceramente non ne posso più mi sta esasperando!
Sono tentata di dargli dei soldi e dirgli di andare a bere in un pub come tutti !

Blog

London 2

16 novembre 2010

Sono passati solo 5 giorni,ma sembra siano passati 5 mesi, soprattutto se contiamo i soldi che siamo già riuscite a spendere in cagate.
Chi ha detto che a Londra i trasporti costano poco non ha mai avuto fra le mani la famigerata Oyster Card che sì è una figata perché basta passarla con gesto svogliato al sensore e ti si aprono i cancelli del paradiso,ma dopo 3 autobus e due metro sei di nuovo lì a ricaricarla.
Altra nota dolente sono i supermercati e i negozi mega forniti uno accanto all’altro dove in ognuno trovi qualcosa senza cui non puoi vivere ancora 10 minuti senza e,nell’ordine: stivali col pelo imitazione Ogg a 10 sterline viola e neri, orrendo portafoglio con bandiera inglese made in China, burro di cacao Vaseline alla menta e alla fragola, anellini e orecchini a forma di donut e cupcake, calze arancioni e rosa con disegni non ben definiti, mappe,penne e luci per leggere, vestitini che non indosseremo mai, cappelli, tubi di crema di tofu, giornali, gomme, dolciumi e schifezze e, come ripeto, siamo qui solo da 5 giorni.p1080794
E’ tutto così bello,ben curato, amorevolmente tenuto, ordinato e organizzato che hai voglia di entrare da tutte le parti, bere una birra con la commessa, e comprare qualcosa per il disturbo.
“Hello how are you this morning?” ti dicono alla cassa sorridendoti “Bye, bye take care” ti dicono quando te ne vai e non “Che je do?” oppure “O ma che è morta e nun se n’è accorta?”.p1080822
I bambini sono biondi,bravi e non hanno mai freddo,i cani fanno la cacca e se la raccolgono da soli, gli autobus ti parlano e ti chiedono dove vuoi andare, se ti perdi qualcuno ti prende per mano e ti riporta a casa, la metro è a prova di imbecille,ti aiutano con le valige, nessuno ti giudica per come sei vestito e per oggi smetto qui.p1080829
Una parentesi la merita ancora una volta il cibo.
All’inizio sembrava quasi che quella difficile da accontentare fossi io,date le restrizioni che la mia religione mi impone, ma, come dicevo, trovandomi in un paese civile dove i vegan sono nati, sulle scatole dei cibi a me permessi c’è una magica V.
Ovunque trovo qualcosa per me, anche se purtroppo è sempre caricato con una valanga di salsa (il famoso ingrediente che non ti aspetti!) p1080788che fa si che fino a ora,eccetto il vegan sushi da Pret, non ci ho mai azzeccato una volta.
La Marika invece è un’azionista della Ferrero e come tale deve innalzare le sue quotazioni ogni giorno.
Il suo menù tipo è così composto: 1 Danacol a colazione, Hamburger di Mac a pranzo (“ah guarda io un hamburger me lo devo fare”), immancabile Caramel coffee di Starbuck’s con un muffin (“Ah guarda io il mio Caramel al giorno me lo devo fare!”),e Mini Babybel con coca cola e pane e Nutella a cena. (“Ah guarda a me va bene anche tè e biscotti”)
L’unica volta che ha mangiato 3 carote si è sentita male!
Ma veniamo ai nostri padroni di casa che,fra l’altro questo fine settimana ci hanno lasciato la casa dicendo: “ci vediamo lunedì, se avete bisogno chiamate”, cosa che a casa mia farei solo dopo aver fatto mettere le telecamere in ogni stanza, avvertito i carabinieri e lasciato una lista di 87 numeri da chiamare in caso di emergenza sul frigo.
Quindi non solo belli,bravi e innamorati,ma pure generosi e disponibili.
Invano ci siamo lambiccate su quale difetto fatale potesse avere il super modello (di cui abbiamo anche trovato una foto aprendo la home page di Libero l’altra settimana e manca poco ci viene un infarto) sperando che fosse antipatico, borioso, psicopatico o fesso, niente da fare, è gentile, simpatico, alla mano e udite udite anche umile!
p1080802Qui è già Natale e le strade sono così piene di luci che con l’energia di un quartiere ci illumineresti l’Uganda per un anno e c’è così tanta gente per le strade che sembra l’uscita del concerto di Vasco.
Giuro è spaventoso, ogni negozio di qualsiasi genere è pieno di gente che compra qualcosa di assolutamente inutile (noi comprese ovviamente).
E ciò merita riflessione.
Da quando siamo qui abbiamo avuto tutti i tipi di clima, dall’uragano, al sole,dalla pioggia,al ghiaccio, ma la nostra tenuta da non turista è rimasta la stessa dal primo giorno: calze di lana, stivale di pelo golf lungo e cappottino, questo per dire che la valigia potevamo anche non portarla….p1080863
Marika ha detto che lascia tutto ai poveri, io sarei più per comprare una casa e lasciare tutto lì dentro fino al rogito.

Blog

London 1

12 novembre 2010

Al momento in cui scrivo mi sto ingozzando di Philadelphia Vegan con le dita,dettaglio che,a un occhio poco attento può sembrare cosa da poco, ma che per me è la discriminante sufficiente a farmi chiedere la cittadinanza qui domattina.
Parlo di Londra ovviamente, città che mi commuove ogni minuto di più per la pulizia,la cortesia,la puntualità,l’organizzazione,la civiltà e l’opzione vegetariana anche se vai dal salcicciaro all’angolo.
Parto da Ciampino mercoledì alle 6 di mattina.
Attilio mi saluta triste sulla porta di casa.
“Dai che se l’aereo cade ti lascio il motorino!”
Non avevo mai preso un aereo Ryanair e ora so perchè.
Sono arrivata al check in pensando che avrei fatto presto perchè “chi vuoi che ci sia alle 5?”
9000 persone tutte lì in coda.
Da lì al controllo per l’imbarco un’altra coda devastante con tutto che,vi ricordo, avevo addosso mezzo armadio e la temperatura era di almeno 50 gradi.
Avevo un bagaglio a mano composto da una borsa di velluto infilata in un’altra borsa a tracolla con dentro il computer e il trasformatore che, da soli, già pesavano 6 chili, poi altre 3 cose vitali tipo portafoglio, macchina fotografica, filo interdentale e cellulare e avevo raggiunto i 10 chili consentiti e questo era tutto, ma per sistemare ste 3 cose ci avevo messo una giornata! Una specie di Tetris al quinto livello per non poter imbarcare niente altro dato che 15 chili equivalgono a una valigia con dentro un cappello.
Appoggio la mia borsa nel vassoietto, ma no,troppo facile!
Il computer va messo in una cassetta a parte, così come tutto quello che indossavo 3 maglie, 2 cappotti, il cardigan, e gli stivali,la cintura, e occhiali
Ero già stanca morta e ancora non avevo fatto 10 metri.
Con i documenti in bocca, la borsa che non si ricomponeva più perchè il velluto faceva attrito, il computer sotto braccio, i golf in mano e i calzini sotto il tallone hanno cominciato a chiamare il mio volo!
Giuro che rimpiangevo l’Alitalia!
Per di più non ti assegnano un posto, ma ti devi picchiare con gli altri che corrono verso l’aereo  neanche fossero a  Pamplona.
Ma la cosa più comica è che una volta in volo sembrava di stare in spiaggia a Ostia con i senegalesi che cercano di venderti i cd e i parei!
Lo steward ha provato a vendere di tutto: bevande calde e fredde, panini in ogni modo, orologi con magnete (”Che concentrano le ore di sonno (?) e costano meno del Power Balance pensate, almeno 30 euro meno!”) le schede telefoniche (”che diversamente dall’Italia sono prive di tasse e potrete parlare con meno di 8 centesimi al minuto invece che 20!”) e dulcis in fundo …La lotteriaaaaa “con cui potrete vincere un viaggio a Dubai, in Jamaica o a Capo Cotta!” ( e su Capo Cotta sono partite matte risate).
Questo disgraziato non si dava pace, sembrava che ne andasse del suo posto di lavoro, il mio vicino di posto ha speso una fortuna fra panini, schede e profumi che alla fine era meglio davvero spendere 200 euro di volo, ma mangiando e imbarcando anche una canoa!
All’arrivo a Stansted c’è stata una specie di trombetta che ha suonato e l’applauso collettivo, io mi sono guardata intorno quasi indignata come a dire, e dai ragazzi, questo non era un volo era una passeggiata di salute! (e qui avrei fatto l’orgoglio del mio amico Ale Phibbi quando a suo tempo mi cazziava quando, in preda ad una crisi di nervi  post “Cast Away” applaudivo anch’io).
Il poliziotto alla dogana ha visto la mia carta d’identità e in italiano perfetto ha detto: “Una bella ragazza de Impruneta” e già qui volevo fare domanda di cittadinanza, quando sono entrata al ritiro bagagli e ho visto la mia valigia che già mi aspettava mi sono incatenata alla macchinetta delle merendine.
La mia amica Marika è arrivata 2 ore dopo e insieme siamo andate a casa della ragazza che ci ospita (amica di un’amica) ignorando che sia lei che il ragazzo fossero modelli.
Ecco, ve lo immaginate cosa significhi la mattina  fare colazione con un marcantonio tutto pettorali con 600 denti bianchissimi, pure simpatico e che non se la tira e la controfigura di Nicole Kidman?
Non è facile.
L’indomani in avanscoperta,io e la Mà,sembravamo due mai uscite da Ierago con Orago: “Nooo troppo belli gli stivali da pioggia pied de poule, noooo guarda il sushi vegano…nooo gli integratori alimentari con gli omega 3, noooo  le calze a righe a 99 centesimi,noooo la philadelphia di soia..” (indovinate quale sono io e quale è lei!)
Così abbiamo passato il primo giorno a fare la spesa da Sainsbury’s e bere caffè da Starbuck’s e a spendere il budget di 3 settimane.
Esattamente come a 16 anni, solo che non puoi chiamare il papà e farti mandare i soldi!
Obiettivo principale: non sembrare delle turiste, così Daily Mail sotto braccio e cappottino aperto ci siamo dette “perchè non ci facciamo tagliare i capelli?”
“Sì, ma già non mi capisce il mio parrucchiere a Roma che me li  fa sempre come cazzo vuole lui, figurati qui che non so dire sfilati, scalati e sfumati, esco pelata e poi da chi andiamo?”
“Facciamo così, passiamo davanti ai parrucchieri, il primo che ci chiama entriamo!”
Abbiamo preso un autobus, siamo scese in Charing Cross Road, siamo passate davanti a un parrucchiere,dalla vetrina il tipo pieno di tatuaggi ci ha guardate e salutate, siamo entrate dentro e ci fa “mi chiamo Francesco accomodatevi arrivo subito!”
Dobbiamo giocare alla lotteria!
Uscendo mi sono infilata da Holland e Barnett il Natura Sì anglosassone, dove mi sono riempita le tasche di patè di tofu, formaggi di soia, salcicce e arrosti finti per una cifra ridicola.
Stamattina già guardavo gli annunci immobiliari!

Blog

Low cost… stai appost’

9 novembre 2010

Parto per Londra domattina all’alba e se avessi il Sig. Ryan Air sotto mano giuro lo prendrei a pizze!
Lui forse riesce a partire con una valigia di 15 chili, a me solo le mutande pesano 15 chili!
E’ da stamattina che salgo e scendo dalla bilancia per riuscire a guadagnare 6 etti, sembravo a lezione di step!
Poi l’ideona: mi metto addosso tutto quello che ho e alleggerisco il bagaglio, così mi sono messa 3 golf,tutte le mutande,3  cardigan e 2 cappotti uno sopra all’altro, sembravo Benigni quando ruba al supermercato!
Se paghi, però,puoi portare quello che ti pare!
Allora mi sfugge qualcosa…
Vuol dire che ti tengono la valigia in cabina di pilotaggio?
E poi quando torno, se mi compro diciamo….un mascara,poi dove me lo metto?
Sì avete capito…

Blog

Informazione di servizio

5 novembre 2010

Venerdì 5 novembre - ore 21.00 sarò a San Donato Milanese
Per il ciclo “A proposito di… amore” -

Presso la Cascina Roma - Piazza delle Arti 2.

Bacione

Fede

Blog

Tema:il mio week end in Puglia.Svolgimento

2 novembre 2010

Sabato sera ero invitata a Massafra in provincia di Taranto per ritirare il premio Magna Grecia Award.
Siccome come al solito non so mai niente di niente a parte l’ora dell’appuntamento e il nome dell’albergo (che è anche una tattica per evitare delusioni da aspettative!), ignoravo il fatto che gli altri premiati fossero tutti famosissimi.
Tipo Philippe Leroy…
Con il prode Attilio e la mitica Ford Fiesta del 98, abbiamo affrontato la trasferta Roma- Taranto accompagnati dalla signora del navigatore satellitare che non sapeva una gran mazza e quando si arrendeva non trovava di meglio che suggerire “appena possibile fare un’inversione a U” solitamente in autostrada.
Cosa che magari un americano fa davvero e poi fa causa alla Tom Tom!
Breve divagazione circa una mia riflessione durante le 5 ore di viaggio :
Mi sono resa conto che più “maturo” e più somiglio a quando avevo 7 anni    ( no, non nel senso dell’elasticità della pelle, quella ormai è andata!) nel senso che torno ad avvicinarmi a quella che era la mia vera natura prima che cominciassero a rompermi le balle con il metodo educativo di famiglia che recitava così: “guarda gli altri come sono bravi mentre tu sei una delusione totale!” ( si usava fare così pensando di motivare il diretto interessato!)
All’epoca ero una bambina super riservata, timidissima e vergognosissima ( e anche un pò rompicoglioni!), ma a forza di sentirmi dire che non andavo bene perchè non venivo incontro alle aspettative,dai 13 anni in poi, visto che non mi si filava nessuno,ho fatto di tutto per diventare estroversa ed essere accettata dagli altri.
Così tanto che 10 anni dopo  sono finita a fare l’animatrice, senza però sentirmi mai veramente compresa, a mio agio o nel posto giusto per quella che era la mia vera personalità.
Il fatto che altri 10 anni dopo mi sia poi messa a fare la scrittrice  la dovrebbe dire lunga.
Anno dopo anno infatti mi accorgo, senza dovermene vergognare più,che non sono nè un animale da palcoscenico, nè agogno ad andare in televisione: semplicemente non è il mio posto.
E resami conto di questo mi sono sentita davvero molto meglio.
E sticazzi! Che ci posso fare se sono così? Se sto bene solo con le chiappe sullo sgabello dell’Ikea di casa mia,sebbene la maggior parte dei miei colleghi siano molto più a loro agio  davanti alle telecamere con un microfono in mano!?
Io li ammiro giuro, mi genufletto in salotto quando da Marzullo, da Fazio, o dalla Bignardi vedo scrittori così meravigliosamente padroni della situazione, con la battuta paracula e i tempi giusti da mattatori navigati, che ti chiedi se abbiano fatto un corso di PNL!
Questo per dirvi: siate fieri di come siete e fanculo a quello che gli altri vorrebbero che foste.
Fine della divagazione.
Molti autogril e pale eoliche dopo arriviamo all’ Hotel Casa Isabella dove alloggiavamo, un posto veramente splendido, un’antica dimora storica che vi consiglio di visitare se vi capita. Il ristorante è ottimo.
Alle 7 scendiamo per prendere un aperitivo e incrociamo  il suddetto Philippe accompagnato da Enrico Vaime.
Hm.. penso, curioso che siano qui anche loro, ma chissà dove vanno. Poi nella hall vedo Nek….
Aiuto, vuoi vedere che è un seratone e non lo sapevo!
Mi sale un’ansia da prestazione notevole.
Quando arriviamo al teatro, dietro le quinte, i giornalisti si affollano ad intervistare i volti noti: Liotti, la Saluzzi, Massimo Wertmuller, mentre io ne approfitto per strafogarmi indisturbata di salatini.
Fra una pizzetta e un prosecco riflettevo su quanto debba essere faticoso fare il personaggio pubblico, quando tutti sanno chi sei e pensano di conoscerti e ti  fanno la foto col telefonino.
In platea mi fanno sedere proprio accanto al mitico attore paracadutista che mi chiede chi sia Nek.
Gli canto una strofa di “Laura non c’è” nell’orecchio, ma questi scuote la testa e con l’accento dell’Ispettor Clouseau mi risponde “non conoscò”.
Le nostre entrate  sul palco erano introdotte da  schede di presentazione talmente belle che quando hanno letto la mia ho pensato: chissà chi è?
Insomma una serata davvero ricca e intensa culminata con il super buffet a Casa Isabella dove al mio tavolo ho scoperto esserci il figlio della d’Urso che fa il fotografo nel caso vi interessasse.
L’indomani abbiamo aggredito la strada per raggiungere la masseria che avevo prenotato per poterci fare un bel giro, visto che nel resto d’Italia imperversava il monsone e in Puglia splendeva il sole.
La signora del navigatore non sapeva dove fosse, e così il prode Attilio ha dovuto sostituirla.
Mentre io mi perderei in un discount,lui si orienterebbe anche bendato nel deserto.
Devo leggere quel libro del perchè le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini  non chiedono mai le indicazioni!
Il signore della masseria ci ha accolti con grande gentilezza e calore raccontandoci tutto del territorio,dei lavori, delle statistiche, della produzione del vino, delle gravine, dei materiali utilizzati per la ristrutturazione, della famiglia e dei possedimenti,poi è passato a suggerirci l’itinerario,i ristoranti, i musei e dove fare le foto,poi ci voleva vendere l’olio bio degli amici suoi, i sottaceti, e le marmellate, finchè Attilio ha ingenuamente fatto l’errore di fargli una domanda su qualcosa che aveva già detto a me mentre lui parcheggiava e la cosa deve averlo stizzito parecchio perchè ha risposto con un perentorio : “Come ho detto…” degno di un maestro di prima elementare che è diventato il tormentone della giornata.
Abbiamo deliberatamente ignorato i suoi itinerari e ci siamo buttati ad aggredire l’asfalto direzione Alberobello, Martinafranca, Locorotondo e Ostuni,tutti posti stupendi benedetti dal tempo clemente!
Avevo giurato che non avrei mangiato pane, ma cazzarola, la focaccia alle cipolle è la cosa più vicina al paradiso che esista!!
Al ritorno nel tardo pomeriggio, eravamo terrorizzati dal padrone di casa che ci avrebbe interrogati e avrebbe avuto da ridire sul fatto che non eravamo andati a fare le foto dove diceva lui, non avevamo visitato il ponte che aveva detto lui, non avevamo pranzato nel ristorante che conosceva lui e non avevamo visitato Matera il pomeriggio come aveva detto lui.
Siamo entrati in camera di nascosto, ci siamo cambiati e siamo andati a Matera a cena.
Non avevo mai visitato i sassi e manca poco mi prende un colpo da come sono belli!
Per di più,con la fottuta festa di Halloween, tutti impazzivano ad affollare il centro a tirar petardi e nessuno girava per i sassi che abbiamo avuto la fortuna di avere completamente per noi in una serata a dir poco magica, con la temperatura ideale, il vento e tutto illuminato come un immenso presepe!
L’indomani mattina a colazione ci aspettava il nostro ospite già “settato” in modalità Proloco….
La mattina nè io nè Attilio abbiamo voglia di dirci niente di più che  “mmh” e “caffè”,mentre lui ci ha dovuto illustrare tutti i tipi di brioche  e biscotti e dirci da quale pasticceria venivano, (”Ah non ci siete stati?”) per finire alla ciambella fatta dalla moglie, i mandarini Igt, i succhi bio…interrotto solo dal mio disperato “posso avere un caffè?”.
Poi ha cominciato ad investigare sui nostri itinerari (”Ah non avete visitato il museo di Rodolfo Valenitno?” “Ah non siete stati a Matera il pomeriggio?” “Ah non avete visto il museo della civiltà contadina?” “Ah! Non avete fatto visite guidate ai sassi?”).
“Beh però era bellissimo, sa,eravamo soli era molto suggestivo, così tutto illuminato…”
Risposta: “E’ sempre così!”
Volevo alzarmi.
Poi per darmi l’ulteriore umiliazione mi presenta un depliant con gli affreschi che mi ero “persa”, ignorando che vengo da Firenze e vivo a Roma e c’è ben poco che mi sconvolga in fatto di affreschi….
Quando ho visto la moglie sorridermi sillabando “vi prego uccidetemi” ho capito che si era fatta quell’ora e ci siamo diretti verso Altamura, la patria del pane, con intenzioni belligeranti.
La giornata era di quelle “sturm und drang” che piacciono a me: vento forte, ma non freddo e nuvoloni minacciosi che dipingono tutto il paesaggio di verde grigio.
Le pale (eoliche) giravano a manetta e anche le nostre quando abbiamo scoperto che ad Altamura era tutto chiuso per la festa!
A un certo punto vediamo un gruppo di turisti con le mani piene di sacchi contenenti forme di pane e ci siamo fatti indicare dove fosse l’unico forno aperto.
Presi da ansia da carestia abbiamo comprato 3 forme da un chilo ancora caldi, 2 sacchi di taralli e 1 di friselle.
Il pane è la mia debolezza assoluta,non c’è cosa che mi piaccia di più, a casa nemmeno lo compro,ma  se ne ho 2 forme ancora calde in mano col profumino che esce fuori,state pur certi che non mi fermo più.
Attilio me l’ha strappato di mano a metà…
Fortuna che avevano finito la focaccia.
Da lì abbiamo proseguito per la mitica Trani e, ancora benedetti dal sole, ci siamo presi un aperitivo sul molo prima di partire per quella non sapevamo ancora essere “Armagaeddon”.
Dopo un paio di ore di viaggio sulla Napoli- Canosa dove non c’era un’anima, arrivati a Napoli è venuto giù il diluvio universale, visibilità un centimetro e un miliardo di macchine tutto intorno.
Ho continuato a mangiare pane e taralli pressocchè ininterrottamente,ascoltando il segnale disturbato di Isoradio che annunciava l’invasione delle cavallette e la morte dei primogeniti.
Siamo arrivati a casa verso le 8 sani e salvi, mi sono avvolta nella mia coperta preferita, ho messo su Jersey Shore e ho chiesto: “che si mangia?”

Blog

Sorprese incomprese

28 ottobre 2010

La mia amica Kylee lunedì sera aveva organizzato una cena di sole donne: io, lei e un’altra amica.
Era una vita che non ci vedevamo e pregustavo la nostra seratina 8 Marzo a chiacchierare e bere vino.
Mi presento all’appuntamento davanti al ristorante con il solito anticipo cronico (che è molto peggio del ritardo,vi assicuro, per quanto io ci provi arrivo sempre un quarto d’ora prima!) ed entro a chiedere del nostro tavolo.
Il cameriere mi dice che c’è una prenotazione per 6.
“Cazzo no!” è il mio primo pensiero “adesso chi altro c’è? Non sono in vena di conoscere gente, mi volevo rilassare, e che due palle,ma perché non me l’ha detto?”
E’ tipico di Kylee che è australiana solare e compagnona farti le sorprese, mentre io invece le odio le sorprese,non sono né solare né compagnona, e mi scogliono in un attimo!
Per dirne una,ieri sera Attilio mi ha portata a teatro a vedere il Misantropo di Molière.
Nel buio lo sentivo sbellicarsi dalle risate ripetendo : “Oddio!Sei troppo tu! Sei troppo tu!”
Quindi immaginate me seduta da sola a un tavolo per 6 mentre scrivo a Kylee “ma chi cazzo sono gli altri 3? Speravo nella nostra seratina , ne avevo bisogno”
Mi risponde con dei nomi che non conosco a parte quello del suo fidanzato.
Il punto interrogativo sulla mia testa è grande quanto la mia voglia di riprendere la metro e tornare a casa, mettermi le pantofole imbottite e guardarmi Jersey Shore.
Ecco che arriva l’altra amica che sapeva che saremmo stati di più:forse un suo amico e forse una sua amica.
Ecco io i forse li odio quasi più delle sorprese, da una serata a 3 stava diventando una specie di appuntamento al buio con tutto che siamo felicemente fidanzate!
Quando arriva Kylee non ho il tempo di chiederle ‘perché’, ma sulla mia faccia si legge proprio tutto il disappunto possibile.
Alla fine siamo 5 con un posto vuoto che il cameriere non capisce se può togliere o no,visto che nessuno è in grado di dire se l’altra amica arriverà o meno.
Infilo la faccia nel menù e sono tentata di prendere una bottiglia di Barolo magnum da non dividere con nessuno.
Ecco che dopo una decina di minuti si materializza la sesta persona, che non era l’amica misteriosa, ma nient’altro che Niccolò Ammaniti.
Capito che genere di sorprese fa Kylee? Che,in qualità di agente letteraria del suddetto è comunque fortemente avvantaggiata.
Dai mesi che le chiedo di presentarmelo sceglie la serata in cui sono scazzata, in premestruale, struccata e vengo da danza senza aver fatto la doccia!
Capite perché odio le sorprese?
Io ho bisogno di tempo per prepararmi a certi eventi, non puoi buttarmi Ammaniti lì davanti come se niente fosse e sperare che io dia il meglio di me.
Oltretutto lui,a differenza mia, era allegro e disponibile come un navigato anchor man pur conoscendo meno persone di quelle che conoscevo io (e siamo nati lo stesso giorno cazzo! L’ho sempre detto che è l’ascendente quello che conta!)
Quindi ci stringiamo la mano, io divento rossa e lo faccio notare a tutti i presenti che è l’unico modo per evitare che qualcuno ti additi dicendo: “Sei tutta rossa!” facendoti raggiungere la temperatura di fusione del plutonio.
Prendo a pedate Kylee sotto il tavolo, che se la ride perché per una persona solare ed ottimista questo è un evento positivo, mentre per l’orso bruno misantropo è una fonte di stress che può smaltire solo con una seduta di agopuntura!
La serata procede fra aneddoti e risate, lui parla fitto fitto con il ragazzo alla sua destra che scopre essere compagno di scuola (anche lui finalista allo Strega) e si dicono cose da scrittori impegnati, poi parte una lunga disquisizione sulla corrida, poi arriva il cameriere che si “setta” in modalità simpatia come solo i camerieri romani sanno fare e manca poco arrivano alle mani, parliamo di orecchiette alle cime di rapa, brindiamo al 25 Settembre e al suo nuovo libro e la serata volge verso la fine in maniera quasi indolore finché Niccolò pronuncia una frase che farà sì che ricorderò per sempre il 25 Ottobre come la serata  peggiore della mia vita:
“Quindi anche tu scrivi?”
Pensando a una battuta mi stringo nelle spalle e dico “eh…sì”
“E hai già pubblicato qualcosa?”
Volevo morire lì.
Volevo che il pavimento mi inghiottisse.
Cos’è stato quel rumore? Niente il mio cuore che si è fracassato, ma niente di importante.
Per tutta la serata ha creduto che fossi una grupie a cui Kylee faceva il favore di presentargli il suo scrittore preferito.
Magari pensava che gli chiedessi una dedica sulla chiappa ( e qualche anno fa l’avrei fatto!).
Quando mi ha chiesto i titoli dei miei libri è stato ancora peggio.
Mi sono trovata a snocciolare una litania di titoli tutti con dentro la parola amore e per la prima volta mi sono accorta dell’effetto “Quesito della Susi” della Settimana enigmistica.
E lui mi guardava con aria misto interrogativo imbarazzata cercando nei meandri della mente un qualche appiglio, che evidentemente non c’era, per uscire dall’imbarazzo e io che gli dicevo di non preoccuparsi, quasi scusandomi, che capivo e che non importava,allora lui credendo di aver trovato la soluzione per sfilarsi da quella figura di merda ha peggiorato ancora le cose dicendo: “Ah ma tu sei Giulia Boschi!”
Ecco sì se mi pugnalava faceva meno male.
Quando è stato il momento di andare via mi ha chiesto se volevo un passaggio, ma vedevo bene che sperava che gli dicessi di no (anch’io al suo posto avrei sperato mi dicessero di no) e così ho risposto “no figurati faccio 2 passi a piedi, abito qui vicino”.
Ho camminato per 45 minuti….

Blog