Eccomi a voi anime verdi!
Ho dormito dalle quattro alle sei e mezzo oggi pomeriggio,ma vi dirò dopo perchè, intanto fatemi raccontare di questo fine settimana davvero stupendo.
Ieri mattina dovevo fare una chiacchierata con i ragazzi di un Istituto Tecnico di Cecina, (qualcuno di voi si ricorderà dal disperato appello del “Profe” Sandro Betti, con cui non riuscivamo a metterci in contatto nemmeno chiamando la Sciarelli!) lui aveva letto “mi piaci da morire”, gli era piaciuto e poi lo aveva “distrattamente” posato sulla cattedra in attesa di reazioni.
E piano piano, uno dopo l’altro il libro l’hanno letto tutti e dopo quello anche gli altri.
Immaginatevi come potevo sentirmi lusingata e orgogliosa di poter andare a parlare a dei ragazzi così giovani e per di più in un liceo! (Appena ho rivisto la cimosa mi sono commossa!)
Non entravo in una classe dal 92!
Ed è tutto perfettamente uguale ad allora: i banchi con i chewing gum attaccati sotto, le scritte sui muri, i gessi, le lavagne,e quel tipico odore di scuola,un misto di nostalgia, decadenza e ormoni iperattivi.
Il mitico Profe è un pò come Robin Williams dell’ “attimo fuggente”, di quelli che ai ragazzi ci tiene, che li sente come i suoi bimbi, che sta male se fanno delle cazzate, che vorrebbe proteggerli da loro stessi e da questo mondo infame ed è toccante vedere con quanta passione e pazienza si adopera per aiutarli a crescere come persone responsabili, e mature.
Il trait d’union fra noi è stato Alessandro “Benicio” Schiavetti qui alla mia destra nella foto che, come illuminato gestore della Libreria Belforte di Cecina, ha consigliato in un piovoso giorno di Febbraio il mio libro al “profe”!
Una mattinata veramente bella, stimolante, diversa, dove ho parlato a questi ragazzi belli come il sole, con questi occhi intelligenti, pieni di vita, con tutta la vita davanti e una marea di domande, sogni e dubbi.
Sono passati 20 anni dai miei 17, e mi ricordo come fosse ieri come mi sentivo da schifo, mi piacerebbe avere quell’età (e soprattutto quella pelle!) ma con la consapevolezza di oggi, così me la sarei goduta davvero, invece di torturarmi come il giovane Werther!
Essendo a Cecina potevo non chiamare la giovane Fruzzetti? Con il suo inseparabile Sant’Andrea?
Quando lui e Attilio sono visti per la prima volta, si sono riconosciuti e abbracciati come fanno solo le persone che conoscono le stesse sciagure,o i parenti degli alcolisti ,dandosi incoraggianti ,quanto disperate, pacche sulle spalle dicendo: “ce la possiamo fare, coraggio, alcuni giorni sono meglio di altri”
Io,eccentrica e cieca (dato che ieri era la giornata più calda e peggio illuminata della storia d’Italia), ho visto Simona e l’ ho scambiata per una ragazza del liceo, (ora lei dirà: “deh un lo so? Paio una bimbetta!) e via si comincia.
Una cazzata tira l’altra come le ciliege, al momento di andare a pranzo tutti insieme sembravamo separate alla nascita, mentre S.Attilio e S.Andrea dietro si scambiavano strategie e astuzie per sopravvivere alla convivenza con noi (i prossimi 101 modi li scriveranno loro).
Dopo la presentazione siamo andati a mangiare il pesce in un posticino sul mare, (io ho mangiato la pizza alle verdure) e siamo stati bene sapete quando uno inspira, sorride e dice “sto bene” consapevole di godersi pienamente quel momento, di non desiderare di essere in nessunissimo altro posto.
Serendipity.
Poi alle 16.30 aihmè uno squallido regionale senza aria condizionata molto simile a un treno merci (dove ti fanno scegliere fra prima e seconda classe che poi sono uguali, ma paghi 15 euro di più mortacci loro!) ci ha riportati a Roma in 3 comodissime ore e mezzo.
Le tendine lerce e polverose che svolazzavano mi hanno procurato l’attacco di allergia più lungo e pietoso della mia vita, Attilio voleva finirmi come un cavallo zoppo.
Cena a casa di amici con Alessia P e Ale Phibbi (”O Bosco un ci si vede da un libro e un audiolibro!”) mentre un manipolo di “gitani” apriva la loro macchina, snobbava l’autoradio e rubava una scatola con le scarpe nuove di Alessia (come in quella puntata di Sex and the City “Mani in alto dammi le Manolo!”).
Stamattina (ed ecco il motivo per cui sono collassata oggi pomeriggio) alle 10.00 in Piazza Navona, c’era una splendida iniziativa a scopo benefico per Medici Senza Forniere chiamata Yoga aid che ogni anno ha luogo da qualche parte nel mondo e quest anno era a Roma.
15 scuole di yoga si alternavano sul palco per fare (in tutto) 108 saluti al sole ognuno con il proprio stile, in modo da fare conoscere i diversi tipi di yoga, niente di drammatico, ogni scuola ne faceva 3 o 4 lenti e tranquilli, l’unico problema era l’orario:
Dalle 10 alle 13.
Del giorno più caldo della storia del mondo.
Spero che, se si ripeterà, lo facciano dalle 6 alle 9, o dalle 3 alle 6 perchè vi giuro che era da avere i miraggi.
Un recinto in piena Piazza Navona coperto con la moquette rossa, dove noi stendevamo il tappetino che col passare delle ore diventava sempre più rovente fino a liquefarsi tipo catrame, ci hanno dato una bottiglina d’acqua che è evaporata appena aperta, poi hanno cominciato a spruzzarci l’acqua come al concerto di Madonna dell’ 87, poi….hanno finito anche quell’acqua.
Guardavo la fontana e mi immaginavo di essere la Ekberg che chiama “Marcello”, non capivo più un cazzo,ma col mio solito maniacale senso del dovere, non volevo mollare.
108 è un numero considerato magico e di assoluto buon auspicio sia per i buddhisti che per gli indù,( è il numero dei grani del Japa Mala il rosario) e perciò volevo resistere fino alla fine. Anche se, visto che la media dei “saluti” è stata di 3 o 4 per ciascuno per 15 scuole e la matematica non è un’opinione ,108 sono state le volte che mi sono data dell’imbecille, ma in ogni caso ormai che c’ero ero curiosa di vedere anche gli altri stili.
Beh, sarò certamente di parte, ma quando sono saliti sul palco i miei maestri, Maria Paola, Rossana e Sergio diretti allievi di Lino Miele, e hanno guidato il saluto al sole Ashtanga in maniera chiara, semplice e soprattutto efficace (senza arrivare con l’incenso, le pelli di pecora, i turbanti, i mantra, il sanscrito e il misticismo alla Manuel Fantoni de noattri) mi sono sentita orgogliosissima e fiera, e anche un pò commossa quando sia loro, sia l’organizzatore australiano hanno ricordato Sri Pattabhi Jois, il fondatore dellAshtanga, che se n’è andato la settimana scorsa.
L’energia era forte e poi fare yoga in una delle Piazze più sacre e belle d’Italia è stata una figata pazzesca, ma è stato simile a una camminata sui carboni ardenti di 3 ore, alla fine cadevano tutti come mosche, 35 gradi di sole diretto e implacabile, mi sono legata una maglietta in testa, ho elemosinato crema solare per non andare al reparto grandi ustionati e talmente evaporavo che avevo gli occhi asciutti e la lingua felpata!
Gli ultimi sono stati i più duri, completamente disidratata, non mi ricordavo più perchè cazzo l’avevo fatto, mi pareva di ricordare che avevo delle buone ragioni, ma non me ne ricordavo più nemmeno una.
Comunque ho resistito, Attilio mi è venuto a prendere e non si capacitava di come avessi fatto a resistere, sono tornata a casa e l’acqua della doccia evaporava prima di toccarmi la pelle ustionata alla cazzo di cane: ho 108 segni in tutte le direzioni fra spalline del reggiseno, del top, della collanina, e l’ombra del turbante improvvisato che non andranno via mai più, ma la prossima volta che mi trovo sull’ 87 nell’ora di punta mi sembrerà una vacanza!
Ora vado a sdraiarmi sul mio letto di chiodi!
Vostra gatorade Bosco
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