Il 2 Novembre scorso Attilio mi disse: “Allora prendo le ferie a Gennaio va bene? fra il 31 e il 10 così cominciamo a cercare qualcosa con calma”.
Io,al solito, lo ascoltavo con mezzo orecchio (chiuso) e buttai lì: “Fico! Andiamo in Africa !”
(”Fico” è l’esclamazione che recentemente usiamo di più, ma va pronunciato come Homer Simpson! Fiiiico!).
Ecco che mi metto a cercare soggiorni per il Kruger Park.
Due giorni prima avevamo visto un documentario sul suricato: una specie di furetto,famoso per fare da vedetta e proteggere gli altri del branco mentre dormono, mangiano o fanno il sudoku.
Solo che lo sfigato che sta di turno (che ancora non ho capito se viene estratto a sorte o con il metodo del legnetto più corto) sta tutto il giorno in cima a un ramo sotto il sole cocente a controllare che non arrivino nemici , finchè collassa dal caldo (e già qui era abbastanza spassoso), ma la cosa più comica è che per segnalare che tutto va bene, fa un verso tipo giochino di gomma per i cani, quando invece avvista un pericolo sta zitto!
Gli altri,quando avvertono il silenzio, mollano le carte, il giornale, il telecomando e se la danno a gambe.
Quando lo abbiamo visto su Discovery Channel abbiamo riso un’ora,insomma ormai c’eravamo gasati tantissimo e già ci vedevamo in tenuta da safari finchè ho dato un’occhiatina ai prezzi e ho visto che ,in quel periodo, la settimana tirata per i capelli ci veniva sui 2500 euri a cranio ( senza neanche comprare una bottiglia d’acqua!), mentre già la settimana dopo (dove Attilio non aveva le ferie) la metà.
Finita la ricerca, con la placida sensazione di aver fatto il mio dovere ho pensato che ci avrei pensato domani e poi domani e poi domani….
Il 1 Gennaio Atti mi dice: ” ecco io da oggi sarei in ferie,non so se ti ricordi, che dici andiamo da qualche parte?”
“COME SEI IN FERIE! Me lo potevi dire prima che cercavamo qualcosa?”
“Tesoro…te l’ho detto 2 mesi fa”
Così, digitiamo le magiche parole “last minute” e leggendo le offerte ci viene il dubbio atroce che al mondo esistano solo 3 destinazioni: Parigi, Londra e Sharm el Sheik.
Cominciamo a fare i soliti discorsi da bar sport: certo sarebbe bello andare a New York, si ma fa un freddo pazzesco, se poi ci annullano il volo (!!),eh in effetti.. certo sarebbe bello andare in Sud America, sì ma non abbiamo abbastanza tempo,e le Maldive? Che palle mi rompo dopo 3 giorni. La montagna? Mi fa cagare! Anche a me! Parigi? Che palle, Amsterdam? E’ piccola, Berlino? Non parlo il tedesco. Ma nemmeno l’olandese. Si ma il tedesco è peggio, avevo 4 e così via fino al 3 Gennaio, quando ci guardiamo negli occhi e diciamo, a mezza voce..Lndr?
Come dici? Hai detto Londra? Ma sì dai ci piace tanto, ci troviamo tanto bene, che ce ne frega anche se siamo lo zimbello di tutti gli amici, perchè siamo capaci di andare solo in Grecia e a Londra.
Se avessi una casa in montagna e non mi facesse cagare la montagna ci andrei tutti gli anni no? Se avessi una casa a Parigi e non mi rompessi ad andare Parigi ci andrei tutti i fine settimana no? Per cui battiamo un cinque simbolico e prendiamo il last minute Londra più “fico” che troviamo: 420€ per 5 notti d’albergo volo incluso con la British.
Non vi dico con che goduria facciamo la transazione, ci scegliamo il volo comodo, l’albergo con google streetview, facciamo il check in on line, scegliamo il posto a sedere, obbligo Attilio a cliccare su “pasto vegetariano indorientale” , stampiamo la carta d’imbarco,cerchiamo le attrazioni più “fiche”, stampo la lista di tutti i ristoranti veg a Londra (16 fogli!) le scuole di yoga che voglio visitare, i film in uscita , i musical,pensiamo addirittura di fare un giro fuori o magari riusciamo andare in Irlanda, preparo la valigia più leggera che per un week end a Firenze, così non dobbiamo nemmeno imbarcare il bagaglio, siamo così felici che facciamo come il geco dei Sofficini che batte il cinque a rallentatore con la pancia!
Ormai è fatta, siamo pronti, siamo stati bravissimi, ci mancano solo le sterline e poi via come due inglesi veri.
E cosa fanno gli inglesi veri? Guardano sempre le previsioni del tempo!
Vabbè tanto si sa che a Londra fa sempre un pò schifo, ma giusto per sapere, poi tanto non ci azzeccano mai,e la pioggerella è così fine…
Clicco sul meteo.com e vado a vedere i nostri giorni: neve, vento temperatura massima 0 e minima -12.
Guardo Attilio che ammutolisce.
Non è possibile…Apriamo il Daily Mail e le foto delle inglesi in miniabito senza calze ,che camminano ubriache nella neve ci fanno immediatamente rimpiangere Sharm el Sheik.
Cazzo….
Ma l’ottimismo di Attilio al solito ha prevalso: “Vabbè dai sarà un’avventura, potremo dire di esserci stati!” così
ho fatto l’unica cosa sensata che ci fosse da fare: comprare una maglietta termica e un chullo: acquisti che si sono dimostrati assolutamente fondamentali.
Stai caldo, ma non sudi ( e non puzzi di sudore sintetico!)
Siamo arrivati là e ,in effetti, faceva un freddo porco, ma sembrava una cosa che preoccupava solo i turisti.
Gli inglesi non avevano più di una giacchetta, al massimo una sciarpina, io invece ero così:
Mentre ci incamminiamo verso l’albergo, noto su un palo della luce questo cartello:
“Il vicinato ti osserva” (travestito manco a dirlo da Suricato! Eroe nazionale)
E per restare in tema, in camera,ci ha accolto il caldo del Kruger Park e se tutti gli alberghi del Regno Unito tengono tutte le camere a 50 gradi per 24 ore al giorno, alla fine di Febbraio gli orsi polari verranno a spaccare la faccia al Primo Ministro.
Al telegiornale ,nel frattempo, hanno cominciato a diramare bollettini di guerra: “la Gran Bretagna è sepolta dalla neve,durerà almeno dieci giorni, non succedeva dal 74″ ma noi memori dell’esperienza ateniese ,dove sembrava che stesse bruciando l’acropoli, ci siamo detti: vuoi vedere che esagerano?
E l’indomani Hide Park era così:
Parchi a parte, in città tutto funzionava alla perfezione, qualche rallentamento in un paio di linee metropolitane che non ha preoccupato nessuno e tantomeno noi.
In metro la gente si fa tranquillamente i cazzi suoi, spippolando con il Blackberry e leggendo un libro, se poi annunciano un ritardo, nessuno fa una piega, la gente esce e prende un autobus.
Amo gli inglesi: nessuno si lamenta mai!
A proposito del Blackberry, ovviamente ero orgogliosissima che tutti avessero lo stesso modello che ho io,peccato che, prima di partire, mi sia venuta l’idea di chiamare la 3 per chiedere le tariffe internazionali e un bambino di 7 anni, balbettando mi ha detto che non era certo che la navigazione wi-fi fosse gratuita.
Ora, io non sono ferratissima sull’argomento, ma mi pare di aver capito che wi-fi significa che non dovresti pagare una gran mazza! Ma lui mi raccontava di leggende di cavalieri che nella notte dei tempi avevano pagato fino a 9 euro l’ora…. e nel dubbio ho disabilitato tutto!
Ringrazio perciò di cuore Marika, Pika e Cate che mi hanno scritto preoccupate per avere notizie della grande glaciazione!
Una volta termoregolati non abbiamo sentito neanche troppo freddo. Quando le dita diventavano blu ci prendevamo un tè (ne avremmo presi 180) e, passato il rush dei saldi, non c’erano più neanche gli italiani beceri a litigarsi l’ultima All star a 20 sterline, e la città era bella,vivace e vivibilissima.
L'hot dog
Carnaby Street
Per cui in 5 giorni abbiamo camminato che sembravamo pagati e abbiamo visto veramente di tutto: dalla Tate, al British Museum, dalla Saatchi, al London Dungeon (dove un tizio mi ha fatto accarezzare dei ratti!), abbiamo visitato ogni quartiere, rivisto Camden, Portobello, South Kensington, abbiamo capito perchè solo Briatore e Cavalli possono permettersi di comprare una casa, abbiamo visto It’s complicated con Meryl Streep e Alec Baldwin, siamo andati a teatro, abbiamo mangiato coreano, vietnamita, greco,libanese e marocchino….e pensa se era bel tempo!
L’ultimo giorno, quello dedicato allo shopping, ha nevicato un’altra volta, e ci faceva così fatica andare per negozi che ho ripiegato su Boots dove ho fatto incetta di vitamine, approfittando di un’imperdibile offerta 3×2 e ,non contenta, ho comprato mezzo chilo di tacchino vegano, sottilette di soia e una polvere addensante in tutto e per tutto uguale alla cocaina.
Mentre andavamo all’aeroporto, mi sono ricordata che,l’anno scorso, cercando di esportare clandestinamente un tubo di patè di tofu da 150ml, ero stata perquisita da capo a piedi e nella mia testa mi creavo dialoghi immaginari con un ipotetico doganiere :”Well, no Sir, it’s not cocaine..it’s just…well nevermind” e poi “perchè viaggio con mezzo chilo di tacchino finto? Quale tacchino…”
Ma una volta arrivati là, la sorpresa è stata ben diversa.
Pur essendo una mattinata veramente calda, (ci sarà stato almeno un grado!) e nonostante la pista fosse sgombra e gli aerei partissero, il nostro volo per Roma è stato cancellato.
Quello che mi ha veramente sorpresa però è stata l’assoluta assenza di vaffanculo, nessuno ha detto niente, ci siamo rimessi in fila per essere riprenotati, mentre il buon Attilio diceva “dai sarà un’altra avventura” mentre cercavo di tramortirlo a colpi di sottilette.
“Figurati se non c’è un altro volo oggi” è stata la sua ultima frase prima che la hostess dicesse “non c’è nessun volo fino a domani”.
Avevano soppresso dei voli a cazzo di cane e ne avevano tenuti altri, per esempio c’era posto su un volo per Malpensa, ma gli altri per Roma erano pieni, e abbiamo pensato che li avessero tolti per rendere la situazione più drammatica!
Fatti due conti abbiamo preferito l’organizzazione in terra straniera, al casino in cui ci saremmo infilati arrivando alle 9 di sera a Malpensa dovendo poi tornare a Roma.
A quel punto dobbiamo aver fatto le faccine più tristi e desolate dai tempi di Oliver Twist perchè la ragazza ci ha prenotato un albergo, il transfert e dei buoni pasto.
Eccoci così catapultati in una nuova “fantastica” avventura: l’albergo di Shining a Heathrow dove insieme ad altri pellegrini un pò spaesati siamo rimasti quasi un giorno intero a bere birra al bar, correre per i corridoi ,leggere testi sacri e guardare il Big Brother cercando di capire che cazzo dice Ivana Trump quando parla.
La notte la situazione dalla finestra era questa:
E non c’era un cazzo da ridere…
Svegli alle 4 e un quarto, dove la sofferenza maggiore è stata quella di lasciare il letto più comodo della mia vita, siamo tornati a Heathrow, dove, strada facendo ho cominciato a pensare che oltre al cibo e le pillole, avevo in borsa anche un enorme termos di metallo di Starbucks e un piatto che mi sono fatta dare in un ristorante greco.
Tutti oggetti ugualmente contundenti e mortali…
Non avrei potuto separarmi da nessuno di quegli oggetti.
Se mi avessero chiesto di scegliere avrei risposto: “Tenetevi Attilio!”
Si vede che la tensione è stata tale da crearmi intorno un alone protettivo che ha offuscato lo scanner, complice sicuramente l’alba.
E siamo riusciti a partire stamattina su un volo praticamente vuoto dopo che, quello per Malpensa, era stato appena cancellato.
E sembra che…stia arrivando una perturbazione!
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