Non so se questo tipo di terapia di gruppo in realtà possa servirmi a qualcosa, così come non sono sicura che la mia storia, priva di ”effetti speciali” o situazioni particolari, possa interessare a qualcuno. Però mi sono detta: perché no? In fondo scrivere non mi costa nulla.
La mia storia è cominciata 16 anni fa, avevo da poco cominciato a lavorare in banca, quando un pomeriggio ricevetti una telefonata di un ragazzo. Entrai subito in confidenza con questa persona, e presto cominciammo a frequentarci e di lì a poco, cominciò la nostra storia. Il fidanzamento, tradizionale, è stato molto bello. Lui era dolcissimo, sempre presente, potevo parlargli di tutto. Era sempre accondiscendente, cercava di esaudire ogni mio desiderio, insomma era da sposare. E così è stato dopo 3 anni. Purtroppo il matrimonio non ha funzionato da subito, lo stesso giorno del matrimonio avevo notato un diverso atteggiamento da parte sua (l’avevo però attribuito all’emozione). Pensate che addirittura all’uscita dalla chiesa, in macchina, nel tragitto verso la sala del festeggiamento, rimasi basita per come si innervosiva per il fatto che qualcuno gli aveva tirato del riso sull’abito. Il giorno successivo al matrimonio partimmo per il viaggio di nozze, in America. Mentre eravamo lì purtroppo il padre di mio marito morì schiacciato sotto il trattore (era un contadino) e così noi tornammo di corsa in Italia. Cominciò un periodo indescrivibile, stavamo molto male per quanto era accaduto. Così il periodo che doveva essere il più bello della nostra vita, si trasformò in un incubo. Lui mi trattava malissimo, stava tutto il giorno insieme con la madre, dovevamo per forza cenare da lei tutte le sere, non aveva piacere di tornare a casa, e quando tornavamo ogni scusa era buona per irritarsi nei miei confronti, e spesso inveiva contro di me. Poi le incomprensioni le superavamo a letto. Io ero molto confusa, piangevo ogni giorno, non capivo se il suo atteggiamento derivava dal suo carattere o se era dovuto alla tragedia successa. Capivo che aveva una serie di problemi da risolvere relativi alla conduzione dell’azienda agricola, perciò cercavo di avere pazienza. Abbiamo comunque tirato avanti il matrimonio con alti e bassi, in realtà moltissimi bassi e pochi, non troppo, alti. Dopo qualche anno avevo capito che quello era il suo carattere. Era insensibile, mi offendeva, non mi rispettava, era mammone ed in più era fissato, in maniera maniacale, per l’ordine e la pulizia. Della serie che tutto doveva essere incelofanato, la cornetta del telefono andava presa con il fazzoletto, l’anta dell’armadio andava chiusa con il gomito per non lasciare impronte, non si poteva invitare gente a casa perché sporcava, e non aggiungo altro. Io naturalmente non mi sono mai lasciata coinvolgere da queste sue (e dei suoi familiari) ossessioni. E ne scaturivano liti continue. Intanto il tempo passava, un paio di volte, estenuata, sono tornata dai miei, ma lui è tornato ogni volta a riprendermi promettendomi che le cose sarebbero cambiate. Non è successo. Tutte le domeniche e tutte le estati dovevamo passarle con la sua famiglia. Io lo accettavo ma il mio umore era pessimo. Nel frattempo il fratello di mio marito si era fidanzato con una ragazza, ora sua moglie, che impersona la classica geisha giapponese, completamente sottomessa a lui ed alla madre. Pur essendo fidanzati non uscivano mai per conto loro,stavano sempre con mia suocera, in famiglia, tutti i giorni e le sere. Per cui la stronza ero io, ero io la cattiva agli occhi di tutti. Perché pretendevo almeno in inverno di farmi una vacanza per conto nostro, perchè mi rifiutavo di cenare tutte le sere a casa di mia suocera. Anche se la mia cucina non poteva competere con la sua. Anzi a dire il vero io non me la cavo molto in cucina, ma non pensavo che questo fosse fondamentale per la riuscita di un matrimonio. Per me era importante stare con mio marito, legarci, formare una famiglia. Ma lui non la pensava così. Eppure io, da brava cristiana, resistevo, in attesa di tempi migliori. Però non volevo figli, perché mi rendevo conto che non avrei potuto dare loro una famiglia bella e sana, ed anche perché, da gran fifona quale sono, avevo paura del parto.
Dopo 8 anni di matrimonio, in un periodo in cui le cose sembravano andare meglio, resami conto che mi stavo facendo grande, pensai che forse il momento era buono per avere un figlio. Ne parlai con mio marito che lì per lì non mi rispose, ma, di fatto, di lì a poco rimasi incinta. E’ nata una bambina stupenda, solare, una donnina, una grande benedizione. Nei soliti alti e bassi le cose sembravano andare un po’ meglio. Almeno a me così sembrava. Lo scorso inverno abbiamo passato dei momenti di intimità bellissimi, e lui mi diceva “ti amo”. Stavamo addirittura pensando ad un secondo figlio. L’errore che forse ha commesso è stato quello di approfittare di quei momenti per rinfacciargli le cose, per tormentarlo con la pretesa che si trovasse un altro lavoro , visto che dalla morte del padre aveva preso ad occuparsi dell’azienda agricola ed aveva tralasciato il suo lavoro di geometra. Però la conduzione dell’azienda, i cui utili vengono condividi con la madre, la sorella ed il fratello, non gli consentono delle entrate tali da mantenere una famiglia. La fortuna era che c’era il mio lavoro. Perciò io volevo che durante l’inverno, periodo in cui lui ha molto tempo libero, piuttosto che rimanere a letto più a lungo la mattina, e il pomeriggio stare a casa della madre a vedere “uomini e donne” di Maria De Filippi, si trovasse un lavoro che comportasse un’ulteriore entrata. Tanto più che dovevamo comprarci casa, e lui purtroppo non si accontentava di un normale appartamento ma voleva qualcosa in più. O per lo meno il pomeriggio poteva tenersi nostra figlia piuttosto che costringermi a pagare una baby-sitter.
Ad un certo punto lui mi ha presa in parola, ma non si è trovato un lavoro, si è messo in politica. Spesso rincasava a notte fonda, e quando esagerava io mi arrabbiavo. Però era riuscito ad inserirsi nell’ambiente, ed avevamo cominciato a vederne i frutti. Frequentava in particolare due sorelle, l’una senatrice, l’altra molto attiva nella segreteria del partito, ma la cosa non mi insospettiva. Prima dell’estate lui era diventato molto scontroso, non c’era mai, con la scusa dell’incarico politico che aveva non tornava mai a pranzo. Io lo lasciavo fare, mi fidavo, e poi avevo una serie di problemi da risolvere relativi alla ricerca di una nuova baby-sitter per il pomeriggio, all’inserimento di mia figlia in una nuova scuola estiva. Poi c’erano i miei genitori che sono molto anziani ed indigenti, per cui io e mio fratello abbiamo dovuto metterci alla ricerca di una badante. E poi ero stata da poco trasferita sul lavoro e dovevo farmi conoscere ed apprezzare, e poi avevo dei problemi di stomaco per cui ho dovuto fare una serie di accertamenti con l’ansia che ne consegue. Bè, scusatemi se mio marito in quel periodo era l’ultimo dei miei pensieri!! (Poi non è che lui mi abbia dato una mano nell’affrontare tutte quelle situazioni). Mi rendevo conto che era distante, che stava sempre al telefono, ma non avevo il tempo e la forza di occuparmi anche di lui. Finchè è arrivato il mese di agosto. Andiamo al solito mare con la solita “sacra famiglia” ma lui, il giorno dopo, se ne va dicendomi che aveva ancora degli incarichi da portare a termine in città. Io rimango al mare con la bambina, tra l’altro anche senza macchina. Avevo molta tensione da scaricare, e poi volevo dedicarmi a mia figlia, che con il cambio di n.3 baby-sitter e la scuola estiva nel giro di poco tempo, aveva bisogno della mia presenza e delle mie cure.
La settimana successiva mio marito torna, ed è allora che ho finalmente aperto gli occhi . Spesso lui spariva, lo chiamavo al cellulare per rintracciarlo ma non era raggiungibile, o la linea era occupata. Così ho cominciato ad andare in ansia. Una sera ho sentito parte di una telefonata e così ha capito tutto. Ho fatto le mie indagini ed ho scoperto un’altra scheda telefonica, messaggi ed e-mail. Insomma aveva una storia con la sorella della senatrice. Mi è caduto il mondo addosso. Non so perché ma ero convinta che una cosa del genere a me non poteva capitare. E poi non me lo meritavo, visti tutti i sacrifici che ho fatto durante questi 13 anni di matrimonio. E poi c’è la bambina. Ma come ha potuto non pensare a lei?
Ovviamente gli ho fatto una scenata, e siccome c’era tutta la sacra famiglia al completo, tutti sono venuti a conoscenza dei fatti. Lui, per tutta risposta, ha negato l’evidenza e poi mi ha detto che vuole stare da solo, così se n’è andato di casa ed è tornato dalla madre che, pur conoscendo i fatti, se l’è ripreso in casa (cuore di mamma!).
Io mi sento ferita nell’orgoglio, mi sento violentata, sono stati presi 13 anni della mia vita, di sacrifici e sofferenze, di offese subite, e sono stati buttati dalla finestra. I miei parenti e gli amici, ed anche diversi conoscenti, mi consolano dicendomi che è una fortuna che finalmente se ne sia andato, perché non mi rendevo conto di quanto fosse stronzo, e di come condizionava la mia vita.
Però io ci sto molto male lo stesso, non riesco a farmene una ragione, perché pensavo che nonostante i nostri problemi, fra di noi ci fosse amore. Invece mi sbagliavo. Qualche giorno dopo essere andato via di casa mi ha detto che lui non crede nell’amore, che non esiste, e mi ha detto di trovarmi un altro. Ma come può aver detto una cosa simile? Abbiamo una figlia!
Qualche volta lui ci ha ripensato ed è tornato per provare a ricucire il rapporto (tenendo comunque un piede in due scarpe), anzi in realtà voleva fare sesso, ma io parlavo di amore e rispetto e lui di mettere in ordine la casa, io gli dicevo che mi stava facendo soffrire e lui rispondeva che dovevo mettere la testa a posto (leggi: dedicarmi alla casa e buttare i giocattoli della bambina perché invadevano il salone).
L’ultima volta che ci siamo visti (purtroppo viene spesso a casa per vedere nostra figlia) mi ha detto che per ora deve aspettare le prossime elezioni politiche perché ha un certo scopo da raggiungere, dopodichè deciderà se tornare da me o prendere un’altra strada.
Allora ha avuto una folgorazione. HO CAPITO CHE E’ COMPLETAMENTE PAZZO!! Si può subordinare un famiglia alle elezioni politiche? Ma che padre ho dato a mia figlia?
Ovviamente, anche se soffro da cani, io non gli consentirò mai più di tornare con me, sarebbe deleterio non solo per me ma anche per la bambina.
Adesso mi sento svuotata, inutile, non ho voglia di vivere il mio futuro da sola, senza nessuno con cui condividere gioie e dolori. Voglio una famiglia come quella del mulino bianco. Perché non posso averla? Non pretendevo la luna, ma solo una vita normale, con marito, figli, e tutti i sacrifici che ne conseguono. Avevo anche rinunciato a delle buone occasioni di carriera sul lavoro per questo. Ma tutto è andato a rotoli. Si dice che se uno ha uno scopo nella vita e si impegna per raggiungerlo, alla fine ci riesce. A me non è andata così. Dov’è questo universo che cospira affinché il sogno di una vita si realizzi? Probabilmente esiste solo nei libri. Adesso sto cercando di andare avanti, di coltivare i miei interessi che in tutti questi anni ho trascurato, ho cominciato a fare yoga, ad andare a teatro, indosso una maschera allegra quando sto con la bambina, invito le sue amichette a casa. Però è tutto molto difficile e mi sembra che tutto quello che faccio sia senza senso. Non voglio e non posso tornare indietro, ma vorrei che tutto questo non fosse mai successo. Sono passati 5 mesi ormai e ancora piango, ancora sono fisse nella mia mente quelle e-mail e quei messaggi destinati all’altra. A quella troia (ti prego consentimi questa espressione) che ho pure affrontato ma ha negato tutto, anzi mi ha detto di tenerla fuori dai miei problemi. E dire che dai discorsi che a volte ci era capitato di fare mi parlava di come, dopo il divorzio, si sia dedicata solo ai suoi figli ed alla sua attività politica. Però poi va a cena fuori con mio marito, passa le ore al telefono con lui, e tutto questo è cominciato quando ancora non eravamo separati.
Scusami Federica se mi sono dilungata così tanto, ma, sai, sono 13 anni della mia vita, ho bisogno di dare loro un valore.
L.O.V.E.