Carissima Federica,
invece che raccontarti una storia vecchia vorrei che mi aiutassi, insieme alle fedelissime del tuo sito, a “scrivere” l’inizio di una nuova.
Questo l’antefatto.
Un mese fa , dopo un anno e mezzo di lenta ed apparentemente inesorabile agonia, finalmente giungo al giusto punto di maturazione e recido ogni contatto con l’uomo che mi ha spezzato il cuore.
Non importa cosa sia successo, quali sbagli io abbia commesso, quanto mi sia messa in ridicolo o quanto a lungo abbia nutrito le speranze che un giorno le cose sarebbero cambiate. Non importa che tutte le mie dimostrazioni di affetto non abbiano avuto alcun esito, se non quello di ridurre a brandelli la mia autostima. Non importa che lui, nel frattempo, mi abbia rivelato tutta la sua incostanza, la sua insensibilità, il suo egoismo. Sarebbe servito se ne avessi fatto uso a tempo debito. Allo stato attuale quello che importa è che ho deciso di sparire dalla sua vita e di evitare qualunque canale di contatto: niente facebook, niente msn, niente sms o telefonate. Ho cominciato ad immaginare che la mia e la sua vita fossero due rette parallele destinate a non incontrarsi mai e questo è stato un pensiero che mi ha rasserenata.
Certo non posso nasconderti che il pensiero di lui mi è restato addosso, attaccato come una cozza, ma ho cominciato a conviverci ignorandone la presenza, nella convinzione che prima o poi avrei preso un coltello, e come si fa con il famigerato mitile attaccato sugli scogli, l’avrei fatto saltare via, per fare posto ad altro.
Perciò mi aggiravo bel bella per le strade della mia “nuova” vita quando, trascorse circa due settimane di questo stato di grazia, mi arriva un e-mail.
Controllo il mittente. Facebook. Controllo il contenuto e scopro che il famigerato mi ha taggato in una foto. Una mia foto. Cioè ha taggato me in una foto che io avevo pubblicato tempo addietro, che non lo ritrae, ma che rappresenta solo la mia espressione sorridente. Nessun commento, nessuna frase di circostanza. Dopo due settimane di totale silenzio, le prime dopo molti mesi, semplicemente questo gesto, malsano, di attenzione da parte sua. Per tutta risposta, io non rispondo e ignoro.
Il giorno dopo, mentre mi aggiro per casa con l’ipod nelle orecchie sbircio il display del telefono e trovo una chiamata senza risposta. Di nuovo lui. Nuovamente, per tutta risposta, ignoro la chiamata riproponendomi di ricontattarlo eventualmente in serata in maniera tale da fugare eventuali possibilità di incontro. Non risiede nella mia città e ci viene talvolta per affari personali. Nonostante le cose fra noi siano finite da molto tempo (fra noi non dentro di me) abbiamo continuato a vederci simulando una amicizia per me intollerabile, per lui quanto meno difficile da gestire. Giunta la sera, semplicemente non ho voglia di richiamarlo e non lo faccio, andando a letto molto orgogliosa di me stessa per essere riuscita a controllarmi e per aver assecondato, per la prima volta, un bisogno diverso. Il bisogno della sua assenza.
Il giorno dopo, apro facebook. Sulla mia bacheca non compaiono notizie sul suo conto perchè l’ho nascosto. Pubblico un link di una canzone sul profilo di una mia amica e chiudo. Dopo un paio di ore il display del mio cellulare segnala l’arrivo di una e-mail. Di nuovo facebook e di nuovo lui che, commentando il mio link scrive:
“Non si risponde alle mie chiamate ed ai miei sms?”
Primo pensiero: chiamate ed sms? Io ho ricevuto una sola telefonata. Evidentemente il famigerato non ha preso bene la cosa al punto che l’unica chiamata che mi ha fatto sono diventate molte, e addirittura corredate da sms.
Secondo pensiero: beccata. Adesso mi tocca dare una giustificazione, spiegare perchè non ho voluto rispondere. Allora, su consiglio di una fidata amica, gli mando un sms spiritoso, blaterando qualcosa a proposito del fatto che la mia segretaria (io non ho una segretaria) fosse in pausa pranzo e che gli sms, che non avevo ricevuto, evidentemente si erano persi per strada.
Faccenda chiusa, mi dico.
Il mattino dopo accendo il cellulare e ricevo un sms. Di nuovo lui.
“Non potervi richiamarmi?”
A quel punto sbuffo (si fa per dire). A parte il fatto che è capitato molte volte che lui mi abbia risposto al cellulare liquidandomi con un “ti chiamo fra cinque minuti” e poi non si sia fatto sentire e che quindi, come dire adesso cosa pretendi (???) mi convinco sempre di più che il famigerato sia solo infastidito dal fatto che io l’abbia ignorato. Come mi sono permessa?
Gli rispondo nuovamente con un sms spiritoso, balbettando qualcosa a proposito del fatto che sui libri non c’è scritto cosa fare in questi casi e che pertanto, non sapendo cosa fare, non avevo fatto nulla. Aggiungo che adesso, però, avrei preso un appunto così sarei stata preparata per una eventualità simile in futuro.
Questa volta non risponde, ma oramai il danno è fatto. Il pensiero di lui mi è entrato dentro e, invetabilmente, finisco per richiamarlo.
Mi risponde “ciao” e “dobbiamo sentirci in un altro momento”.
Da allora, non si è più fatto sentire.
Ed io? Mi sono arrabbiata e lo sono tutt’ora. Incavolata come una biscia. Non posso fare a meno di pensare che, ancora una volta, abbia dovuto assecondare il bisogno di tenermi lì, a portata di mano, e di ribadire che è lui che decide tempi e modalità del nostro rapporto. Sono trascorsi dieci giorni da allora. Naturalmente non l’ho cercato e non l’ho contattato. E naturalmente vorrei che non lo facesse più nemmeno lui. Ma so che non sarà così. So che quando sarà di nuovo nei paraggi si farà sentire. Ed io? Che faccio?
Non ho voglia che mi chiami e non ho voglia di fingere di non esserci rimasta male. Non voglio, come al solito, ignorare i miei sentimenti, le mie emozioni, e fargliela passare liscia simulando una tranquillità che non mi appartiene per poi stare da cani quando ci salutiamo. Avevo pensato di:
1) Rispondere alla sua (eventuale) telefonata esattamente con le sue stesse parole;
2) Rispondere alla sua (eventuale) telefonata sincerandomi che non sia successo niente di grave e poi liquidarlo con qualcosa del tipo “adesso sono io che non ho tempo;
3) Rispondere alla sua telefonata e raccontargli questa vicenda come se fosse successa fra me e qualcun’altro e poi chiedere lui al mio posto cosa farebbe? Approfittare dell’occasione per esprimergli il mio fastidio e chiarire che adesso io non ho proprio voglia di avere a che fare con qualcuno che si comporta in maniera così indelicata e maleducata…bada bene che lui è convinto di non essere MAI maleducato e di sapere sempre come comportarsi in tutte le situazioni;
4) NON RISPONDERE.
Non so come potrebbe comportarsi. Potrebbe semplicemente smettere di cercarmi. Potrebbe accusarmi di infantilismo o gongolarsi della mia ripicca che, diciamolo pure, dimostra chiaramente che è ancora nei miei pensieri. Io, però, so che non ho voglia di fingere e di ignorare. Non ho voglia di starmene buona in attesa e magari accettare uno “Scusa sono stato incasinatissimo” come giustificazione. Non voglio dare a me stessa l’immagine di quella che “va bene, non ti preoccupare, passami pure sopra e se non sei certo di avermi stesa del tutto, ingrana la retromarcia e stritolami ancora una volta”.
Perciò: COSA FACCIO?????
HELP!!!!
Evaluna
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