Karibu Tanzania! Part 2
(…Segue da Part 1)
La mattina ci svegliamo per il nostro primo assaggio di Safari all’Arusha National Park che di fatto è piccolino, ma è l’unico dove ti puoi fare un giro a piedi senza essere sbranato da qualcosa con una marea di denti ( e comunque insieme alla guardia armata!).
Fa un freddo cane, tira vento ed è nuvolo, la nostra idea di Africa era leggermente diversa, ma tanto non dobbiamo andare al mare per cui ci infiliamo la prima “mise” da avvistamento, con tutte le possibili gradazioni di bianco, beige, kaki, verde muschio,evitando accuratamente il nero e il blu scuro che attirano le famigerate e fottute mosche tzè tzè.
Nella sala della colazione una tavolata di 15 italiani pronti per andare in campeggio che si lamentano a voce altissima di uno di loro che russa in maniera evidentemente scandalosa (Hai voluto la bicicletta? Mò pedala!).
Finita la colazione a base di cocomero, mini banane, marmellata di miele da quanto era dolce e uova e pancetta per il buon Attilio (che farà di questa la sua dieta personale da ora in poi), usciamo ad aspettare la nostra super guida.
Solo che davanti all’albergo,che si trova in una minuscola strada interna, c’è un tale casino di bagagli,gente e Land Rover incastrate che nessuno ci si fila per una buona mezzora tanto sono tutti indaffarati a gestire il gruppo di italiani che vogliono andare in 4 posti diversi contemporaneamente!
Inutile dire che i presentimenti sono stati i più disparati: “Ecco lo sapevo, ha di nuovo bucato”, “al posto dell’agenzia c’è un negozio di biciclette” “Ci mandano l’ipovedente!”
Ma ecco che un signore distinto con l’aria del predicatore chiede a voce alta di “Mr Bosco”.
Sorvolo sulla faccia di Attilio,ormai arreso, e timidamente alzo una mano: “Yes it’s….me!”
“Vi stavamo cercando,ma credevamo che fosse un uomo!”
“Eh sì….lo credono in molti..”
Era il padre di Arsenio Hall, che avevamo incontrato il giorno prima in agenzia, nonchè il proprietario, e che veniva ad assicurarsi che tutto andasse bene e a presentarci colui che ci avrebbe accompagnato come un padre premuroso per tutto il viaggio.
Fadhili,la migliore guida che potessimo avere, anche se in quel momento ancora non lo sapevamo e dire che eravamo diffidenti e scettici è dire poco.
Saliamo per la prima volta su questo Land Rover color sabbia che diventerà la nostra seconda casa, (perchè una volta salito non scendi manco per fare la pipì), direzione Arusha Park.
La vegetazione molto mediterranea dava l’idea di essere a San Polo in Chianti, ma con i babbuini e le giraffe dietro le frasche al posto dei cinghiali.
Una marea di zebre e gnù,bufali, impala, facoceri e uccelli dai colori pazzeschi, un continuo riempirsi gli occhi e il cuore di meraviglia e di stupore,ed era solo l’inizio.
La prima lezione impartitaci da Fadhili è stata : “indovina di chi è quella la cacca” cosa che mi tornerà utilissima in Piazza del Popolo.
Sono in grado di distinguere cacca di giraffa maschio da giraffa femmina, dik dik, zebra e (ma questa è facile) elefante!
Da non sottovalutare poi il potere curativo di una cacca; se per esempio avete un pò di rinite, o di raffreddore,prendete dello sterco di elefante secco, lo bruciate e ci fate i suffumigi, dopo starete un fiore (perchè una merda già ci state!).
Se ne avessi un pò con me sono sicura che mi passerebbe l’asma, vedrò se fare un salto al Bio parco!
Dopo un bel giro in macchina e sosta per il pranzo al sacco (che si rivelerà sempre clamorosamente uguale: panino, uovo, banana e pollo, e capirete facilmente quale sia stata la mia dieta per tutta la settimana!) Fadhili ci lascia nelle mani di un ranger armato di 16 anni che ci porta a piedi per il parco.
Da lì si vedono le pendici del Monte Meru,dove gli amanti della montagna si fanno il Trekking e i portatori si fanno il culo per portargli i viveri a 1000 metri (fino a 30 chili sulla testa) per 10 dollari al giorno sia uomini che donne!
Facile poi dire “ho fatto il trekking!”
Ritorno nel primo pomeriggio verso Arusha dove avremmo dormito ancora al nostro Hotel preferito per poi partire l’indomani per il primo assaggio di vero Safari al Tarangire Park.
Fadhili ci riporta all’hotel e ci fa qualche raccomandazione generica sulla città (che il suo collega che ci aveva prelevato all’aeroporto si era ben guardato di darci nonostante glielo avessi chiesto): “Dopo il tramonto non camminate troppo per strada, prendetevi un taxi,vi costa due dollari,non correte rischi inutili!”
Ah però! Ma se sulla Lonely Planet Arusha è descritta come una succursale di Acapulco tutta bar e ristorantini!
Mi sembrava in effetti che fosse leggermente diversa…
Ma Mario e Pippo sprezzanti del pericolo, si fanno consigliare un baretto dove poter bere la prima birra ufficiale della vacanza: la Kilimanjaro, e Fadhili ce ne segnala uno a 200 metri dall’albergo, non senza ripeterci di prendere un taxi dopo le 7.
Non capisco il perchè di tutta quell’apprensione, gli sembriamo forse due turisti sprovveduti??
Ma siccome erano solo le 6 ci concediamo il lusso di fare due passi che risultano l’equivalente di una passeggiatina sulla Salerno - Reggio Calabria il 28 Agosto.
Mi faccio quasi investire sul marciapiede (perchè ancora ignoravo tale usanza!) e tutti cercano di venderci qualcosa.
Faccio ad Attilio: “Ma sembriamo proprio così turisti,scusa? In fondo abbiamo un jeans e una maglietta come tutti!”
“Ehm tesoro…siamo anche gli unici bianchi…”
Dopo 10 minuti di camminata, Attilio prende ad attraversare la strada in modo che io definisco: a cazzo di cane.
Su e giù senza avvertitmi e non capisco se è per mettermi alla prova sulla guida a sinistra, o se è un effetto collaterale del Malarone,ma alla terza sbotto “Ma mi spieghi che stai facendo?”.
“Niente, sto seminando uno che ci segue da un pezzo!”
Mi giro e vedo uno che palesemente ci sta seguendo a una distanza di 10 metri e che rimane come un idiota colto sul fatto a metà strada e,a quel punto, torna indietro.
“Cazzo Atti che occhio! E’ la tua infanzia nei sobborghi del Bronx?”
“Di solito non agiscono mai soli, ci sarà un palo da qualche parte, forse è meglio non andare al Bancomat!”
Vedi cosa vuol dire avere Sky?
L’esperienza ci ha comunque rafforzati e con rinnovato piglio avventuroso siamo andati comunque a prenderci la meritata birretta in uno di quei baretti locali troppo carini,contravvenendo immediatamente a tutte le regole igieniche del sito “la vendetta di Montezuma!”.
“Quasi quasi mi faccio un hamburger con maionese!” fa Atti.
“Uh io invece mi prendo un’insalata con l’avocado!”
Tutta roba che gridava Helicobacter pylori ma non credo che fosse peggio della metropolitana di Roma!
Fatto sta che non abbiamo avuto nessunissimo problema, così come non abbiamo mai neanche visto una zanzara a pagarla.
Sicuramente è un paese in cui muoversi con cautela, ma mai come in Congo o in Mozambico (ad alto rischio in tutti i sensi), ma per quello che abbiamo visto di quella zona della Tanzania, c’è comunque molto turismo e gli standard sono anche eccessivamente elevati,considerando appunto il dislivello fra uno stipendio africano e quello che ti fanno pagare anche solo per le mance.
Ma di questo parleremo dopo.
L’indomani mattina il buon Fadhili viene a prenderci per cominciare il vero e proprio Safari, in pratica, dalla verde Arusha in Chianti, si parte definitivamente per la savana, carichi di 52 litri d’acqua per combattere il caldo infernale.
Senza sapere ancora quanta polvere avremmo mangiato e quanto le nostre ossa si sarebbero maciullate in Land Rover!
Prima destinazione Tarangire Park un “taste of Safari” di tutto rispetto, una miriade di elefanti,
zebre, e giraffe a due metri dalla macchina, un caldo inimmaginabile, e noi con la testa che sbuca dal tetto a fotografare tutto quello che si muove con la nostra macchina scrausa, mentre da tutte le altre macchine spuntano cannoni degni di un paparazzo!
Per questo mi scuso per la scarsa qualità delle foto, ma conoscendoci, non avremmo letto le istruzioni comunque e avremmo usato la modalità for dummies!
Alla fine l’importante è quello che si prova
nel cuore.
E la sensazione è quasi estatica.
Ti senti parte di una natura potente ed incontaminata in cui non conta altro che la bellezza della vita, dove non c’è una quotidianità fatta di cose inutili e idiote, ma un tempo lento e prezioso da assaporare e da cui farsi assorbire completamente.
Dopo il primo giorno tutti i tuoi sensi tornano sensibili come se ricordassero qualcosa di ancestrale.
La vista si affina, l’odorato si fa più preciso e l’udito più attento, torni alla natura da cui provieni e non pensi più a come dovresti vestirti o cosa dovresti dire di intelligente per essere accettato.
Se puzzi di sudore pazienza, se hai i capelli come stoppa chi se ne frega, sei lì, un esemplare come tanti altri, meno dotato di altri alla sopravvivenza.
E ringrazia che sei su un Land Rover da 6 tonnellate!!
Il mitico Fadhili ci spiega qualunque cosa come se fosse la prima volta,ha 50 anni e sono 25 anni che fa questo mestiere, il che vuol dire scarrozzare per 10 giorni degli sconosciuti, dormire in una camerata con altri autisti, alzarsi all’alba, guidare un trattore per 400 chilometri al giorno, fingersi sorpreso dell’ennesimo avvistamento, e chiamare a casa quanto più possibile per sapere come sta il bimbo di 20 giorni.
Un inglese impeccabile, una notevole predisposizione all’imitazione del leone (che ci ha fatto cagare sotto un paio di volte) grande senso dell’umorismo e infinita pazienza.
Se mai andrete in viaggio in Tanzania, ditemelo che vi metto in contatto.
Strada facendo incontriamo numerosissimi Masai, essendo nella loro terra.
Qui ne vedete uno che si esprime nel gesto internazionale di: “caccia i soldi se vuoi fare la foto mentre prendo l’autobus”.
All’inizio ne ero estremamente attratta, mi piaceva la loro fierezza e il loro attaccamento alla terra, salvo poi rendermi conto che la globalizazzione ne ha fatto in parte l’equivalente dei nostri zingari.
Il governo costruisce loro scuole che loro non fanno frequentare ai bambini per paura che smettano di allevare le vacche che è il loro unico interesse.
Pare che ben 2 presidenti della Tanzania siano di origine Masai, a conferma del loro karisma e della loro capacità di leadership, ma di fatto non fai che vedere bambini di 3 anni che pascolano capre derelitte e che ti salutano dal ciglio della strada sperando che tu gli faccia l’elemosina,quando poi per visitare un loro villaggio ti chiedono fra i 50 e gli 80 dollari che reinvestono in altre mucche!
Non hanno acqua non hanno la corrente, si fabbricano scarpe col copertone di macchina,ma hanno tutti almeno un cellulare.
Ma ne parleremo diffusamente nella prossima puntata di Mario e Pippo e il Masai!
La sera Fadhili ci accompagna al Wild Africa Manyara lodge di Losirwa che, per trovarlo, hanno dovuto sparare i razzi di segnalazione!
Non mi stupirei se Bin Laden si nascondesse lì.
Dalla strada siamo entrati nello sterrato di buche,polvere e cespugli di acacia spinosi e secchi, dove la strada era così tremenda che le sbarre del tettuccio si sono dissaldate!
Noi ci sentivamo sulla Power Plate!
Ma al nostro arrivo ci si è aperto il più delizioso e piccolo angolo di paradiso.
Un lodge di 15 tende col tetto di legno immerse nel verde davanti al Lago Manyara
dove assaporare il vero contatto con la natura senza per forza stare in campeggio!
La prima notte non abbiamo chiuso occhio da quanti animali abbiamo sentito ululare!
Eravamo pochissimi ospiti e ciò ha fatto sì che la prima sera fosse davvero speciale, ci hanno trattati come principi (anche in funzione dell’enorme scatola con scritto Tip Box che ci hanno subito invitato a prendere in consideraizone!) , portandoci stuzzichini a go go e viziandoci in ogni modo!
Certo è che quando hai un servizio impeccabile di personale squisito che ,come posi un bicchiere te lo porta via, e ti fanno una zuppa vegetariana apposta, beh ..la mancia gliela lasci più che volentieri.
Nei lodge la luce viene tolta presto,di solito prima di mezzanotte, ci hanno dato una pila con un fischietto in caso di emergenza (non so se con un leone o cosa) e sinceramente non c’era cosa migliore che godersi quel silenzio totale letteralmente invasi da una pace interiore quasi soprannaturale nel mezzo del nulla.
Consapevoli anche di doversi alzare l’indomani alle 5 per il safari all’alba.
Niente televisione, nè cellulare, nè giornali,nè orologio sono stati il più grande regalo che potessimo fare alla nostra anima.
Avevamo solo avvertito la Farnesina tanto per essere corretti,ma per il resto nemmeno i nostri parenti avevano capito esattamente dove andavamo (”D’annate? In Africa? E a fare che?”).
E riassaporare il silenzio vero, senza distrazioni e stimoli esterni è quasi un’esperienza mistica, il tuo cervello fa riaffiorare continuamente ricordi pregressi, il tuo intuito e le sensazioni si affinano, le ram si liberano dai file temporanei inutili e dai cookies.
Quello che resta è puro ed essenziale, sei tu e le tue emozioni.
Ed è l’unico bagaglio di cui hai davvero bisogno in questo viaggio chiamato vita.
Continua…
Lo so è poco fine dirlo, ma… sto sbavando!!!
Il post è meraviglioso.
…. non so come esprimere la mia gratitudine nei tuoi confronti perchè mi rendi partecipe, ed in modo così chiaro, sentito, potente, di questa meravigliosa esperienza.
Ma chiamarla così mi sembra riduttivo, non so neanch’io…
Mi hai mosso una marea di emozioni…
… e stavolta, per non rimanere di sale, ho spostato il mouse per vedere che stava arrivando la conclusione :-))
Un bacione
“E riassaporare il silenzio vero, senza distrazioni e stimoli esterni è quasi un’esperienza mistica, il tuo cervello fa riaffiorare continuamente ricordi pregressi, il tuo intuito e le sensazioni si affinano, le ram si liberano dai file temporanei inutili e dai cookies.
Quello che resta è puro ed essenziale, sei tu e le tue emozioni.
Ed è l’unico bagaglio di cui hai davvero bisogno in questo viaggio chiamato vita”
Commossa…
Che esperienza meravigliosa!!! Purtroppo presumo troppo costosa per le mie tasche, ma ti ringrazio, leggendoti mi sembra di essere li.
Adoro gli animali,e mi vedo tutti i documentari!!
…fede, scusa il bisticcio di parole ma “si sente come senti” questa esperienza! grazie per condividerla con noi…personalmente ho la pelle d’oca!
p.s. fantastiche le foto, nel primo piano di profilo sei il ritratto della serenità!!
concordo con Paola, la foto finale esprime tutto ciò che hai descritto a parole………..spettacolare!!
Ho la pelle d’oca!! Che meraviglia…. e tu sei meravigliosa nel racconto, così come nella foto alla fine del post. Grazie per condividerlo così dettagliatamente con noi, un abbraccio!
Le tue parole fanno venire i brividi e creano un vortice di emozioni ispiegabili. E’ tutto senplicemente fantastico! Grazie di tutto! Bacio commosso..
p.s. già mi è venuta voglia di partire e siamo solo all’inizio…
Concordo con quanto detto sopra… WOW! Non voglio dire che sembra di essere lì perchè immagino che non ci siano parole per descrivere cosa si provi (ho un amico che è spesso in Africa per studio e tutte le volte mi dice quanto sia indescrivibile cosa si prova stando lì), ma il livello di immedesimazione è altissimo… hai mai pensato di fare la scrittrice?
Welcome back e attendo il continuo!
L’ultima foto la dice lunga sull’effetto del viaggio…
Ho solo una parola da scrivere prima di passare al continua: “Fantastico!!”
che meraviglia….