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I 39 scalini…

Venerdì sono stata a Cecina per incontrare i maturandi del Prof. Betti e parlare un pò di quello che il futuro riserverà loro.
Il Profe mi ha subito messa a mio agio dicendomi: “Non mi sono preparato nessuna domanda, ma per cortesia cerca di non parlare per più di 10 minuti di seguito!”.
Nemmeno alla consegna degli Oscar hanno dei timing così stretti. Forse temeva un deficit dell’attenzione.
Comunque anch’io dopo 45 minuti non mi accorgo neanche se mi passeggia davanti Raoul Bova in perizoma, e a 18 anni,dopo 11 minuti, ero sicuramente già lessa.
Quello che più li ha colpiti è stato il fatto che sono passata con 39 alla maturità.
Cosa che all’epoca fu vissuta dalla mia famiglia come una delle più grandi vergogne della loro vita, nemmeno fossi stata arrestata per spaccio!
Una cosa di cui oggi vado letteralmente fiera perchè è la dimostrazione che un numero non definisce la persona che sei e che diventerai, ma è solo un giudizio limitante  ed arbitrario che non ha nessunissimo valore umano.
Il vero pezzo di carta straccia con cui entri ufficialmente nel mondo degli adulti, laddove sarai interamente responsabile delle tue azioni, sia che tu decida di proseguire gli studi che  entrare nel rutilante mondo nel lavoro.
Da quel giorno in poi nessuno ti obbligherà più a studiare se vuoi uscire il sabato o se vuoi comprarti le scarpe nuove, ma ci penserà il tuo libretto a ricordarti quanti esami ti mancano, se non il tuo datore di lavoro quando non ti alzi presto!
E più avrai le idee chiare più la strada sarà facile e diretta.
Ma questo all’epoca non lo sapevo, pensavo di essere un fallimento totale  e tutta (tutta!) la mia famiglia me lo ricordava di continuo…
Ero diventata un paria!
Così, con questa “macchia sul curriculum” ho permesso ad altri di scegliere per me,perdendo un sacco di tempo prezioso e continuando ad interrogarmi su me stessa convinta di essere sbagliata.
E oggi dall’alto del mio 39  posso dire che i miei insegnanti e i miei genitori non c’avevano veramente capito un cazzo!!
Ma li perdono.
Per cui sono qui a ripetere, per l’ennesima volta, che nessuno a parte noi stessi può permettersi un giudizio sulla persona che siamo e che diventeremo e quando gli altri lo fanno stanno in realtà giudicando loro stessi con il metro delle loro paure.
La nostra vita deve essere il più vicino possibile a quella che desideriamo e le nostre ambizioni devono essere elevate, appetibili e soprattutto sane.
Per contro, il fatto di comperne 39 a Settembre mi fa sonoramente girare i coglioni….

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Federica Blog

  1. Chicca
    16 maggio 2010 a 20:10 | #1

    Come fai ad esprimere così bene le stesse cose che penso anch’io,ma che il mio mononeurone non riesce ad articolare!?I geni di quella che era la mia classe al liceo…quelle che vincevano premi,borse di studio,viaggi,che non ti passavano la versione perchè dovevi fartela da sola…lasciamo perdere,valà!Sono felicissima anch’io del mio 42!
    :-)

  2. Morrigan
    17 maggio 2010 a 11:16 | #2

    Io ero abbastanza brava, diciamo che andavo benissimo nelle materie che mi piacevano (letteratura, latino, greco, filosofia, inglese, storia dell’arte), e un pò meno in quelle che non m’interessavano. Ma, poichè i miei professori erano delle sonore capre, ignoranti come pochi (poi dicono agli alunni…)e io abbastanza “fuori dal gruppo” come Jack Frusciante (la mia bibbia dell’epoca), mi sono sempre attirata l’ira funesta dei suddetti ovini, che non tolleravano iniziative personali, letture che non rientrassero nel programma, creatività, e più di tutto, l’essere corretti anche quando l’avevano sparata veramente grossa (”Il rosso e il nero” lo ha scritto Madame de Stael, lo sapevate???Il giorno dopo non ho fatto neanche in tempo a posare lo zainetto che sono stata chiamata all’interrogazione e mi sono beccata un 5 pur essendo preparata come sempre…se questo non è bullismo…)Dunque dopo l’orale della maturità, a causa della quale per l’unica volta nella mia vita ho avuto uno sfogo psicosomatico sulla schiena per il nervosismo, ho deciso di mandarli a quel paese seriamente, ed ho letto davanti alla commissione riunita una poesia in cui li prendevo in giro alla grande…alla fine della lettura è sceso un silenzio di ghiaccio, mentre il prof. di arte,e solo lui, si rotolava a terra dalle risate, ed io ringraziavo tutti con un bell’inchino!Risultato: un bell’82…che non è male,ma avrei dovuto avere almeno 90!
    Una cosa che mi sta VERAMENTE sulle balle è il fatto che di tutto il terrorismo che ti fanno in quegli anni non se ne parla mai, è considerata una cosa normale, perchè i gli unici mostri sono i “giovani” che ommioddio fumanobevonosidroganoammazzanolecoinquilinehannorapportiprematrimonialiefannolemessesataniche. Peccato che tutto ciò lo facciano tranquillamente anche gli adulti (senza contare la condotta dei preti), peccato che in qualunque fascia oraria del giorno si possano ammirare catodici didietro in perizoma e scollature generose ed auscultare dotte elucubrazioni sull’esterna di Samantha e Carlopio ddovettesei comportata popio male, ‘a Samà!Stattezzitta!Aoh, zzzitta!!
    Comunque, mi sa he sono un bel pò fuori traccia, e sono caduta nel solito luogo comune della munnezza televisiva italica…Il fatto è che la normalità non interessa a nessuno, a nessuno interessa sapere dei “giovani” che sgomitano giorno dopo giorno per essere preparati, che si fanno un mazzo (passatemi il termine) quadrato all’inseguimento di una laurea, che cercano di essere gentili con tutti e di fare qualcosa di concreto per migliorare un pò le cose… Ci fosse una volta che la Cesara, la Lilli o la Cristina e quant’altri annunciassero “Doveva essere solo una tesina breve di laurea, ed invece la studentessa M., anni 24, si è ritrovata in un incubo: il suo relatore, il Chi.mo Prof. G.C., ha fatto di tutto perchè oltrepassasse i termini entro i quali potersi iscrivere subito alla specialistica, facendole perdere un anno intero. Accordato l’argomento di tesi nell’aprile del 2006, nel gennaio del 2007 il Chiarissimo decide di cambiarlo a tesina praticamente ultimata, mandando la studentessa M. in ospedale per lo stress subito, dove le hanno diagnosticato la celiachia. Questa giovane di belle speranze, scartata l’ipotesi di suicidio dovuta allo shock provocato dalla prospettiva di non poter più mangiare pizza e bere birra, ha tuttavia mostrato una gran forza d’animo ed è riuscita a laurearsi comunque, tra una galletta di riso ed un sedanino crudo.”

  3. Miriam ( yimwingchun )
    17 maggio 2010 a 16:13 | #3

    Io sono stata fortunata. Devo dire che nè i miei genitori, nè altri, hanno mai deciso per me.
    La mia scuola superiore, all’epoca, la scelsi io. E con l’aiuto di mia sorella, che chiedeva in giro.
    Ho ricevuto appoggio dalla mia famiglia, e anche buoni voti a scuola per la verità.
    Mi devo vergognare?”””
    No, dai, scherzo.
    Ma ho avuto amiche di scuola, le cui famiglie, influivano molto sulle loro scelte e loro ne soffrivano da matti.
    Sono d’accordo con te Fede, quando dici che il voto non serve a determinare nulla.
    Ne sono stata sempre convinta, allora come oggi.
    I voti sono solo numeri. Necessari al momento per superare un’interrogazione o un’esame. Ma tutto lì.
    Io non andai nemmeno a vedere quanto presi all’esame di maturità.
    Me lo raccontarono per telefono.
    A me, bastava sapere che avevo fatto del mio meglio per 5 anni di fila, perchè ci credevo ed era ciò che avevo scelto di studiare. Il resto era un dettaglio.
    Si. Sono stata fortunata.

  4. Serena
    17 maggio 2010 a 18:30 | #4

    ma che bel post ^^
    hai proprio ragione, il voto che della maturità non conta davvero nulla. e paradossalmente lo vedo anche all’università, io che sono uscita con 73 macino esami su esami, ahimè (dovrei forse dire macinavo, mi sono un pò arenata questo periodo!)… mentre quelli che stavano in classe mia e se la battevano per il 100, uno c’ha gli attacchi di panico a gli esami, l’altra ha perso un’anno e pure un’altra si presenta a gli esami e poi non risponde a gli appelli!
    Devo dire che mi consola, pensando che ero considerata “una non brava” … :D
    Ecco “ora che sono brava” vedo di andare a studiare… UFFAAA!

  5. Smemo*
    17 maggio 2010 a 20:07 | #5

    Morrigan sono completamente d’accordo con te!
    Io lo racconto sempre a tutti quelli che conosco che devono fare la maturità..
    Io ne sono uscita ESAURITA nel vero senso della parola, e una volta tornata dalla mia seppur breve vacanza ho chiuso i ponti con tutti quelli che conoscevo.
    La mia prof di diritto è stata un incubo.
    Avevo voti buoni, perchè comunque mi facevo un mazzo tanto però lei è sempre stata un problema.
    Mi odiava, non capisco nemmeno ora il perchè, e ha sempre fatto tutto per svantaggiarmi. Mi ricordo un giorno che è entrata la prof di francese mentre mi interrogava..mi ha dato 4, nonostante dicessi le cose giuste.
    In quinta superiore perchè non le piaceva la mia tesina (che poi quello e il mio mazzo tanto mi hanno fatto prendere 34/35 all’orale della maturità) è andata in giro per tutta la scuola a parlare male di me, anche con prof che non conoscevo e con cui non avevo niente a che fare.
    Agli scrutini per la maturità ero in bilico per prendere un punto di credito in più, avevo 5 e mezzo di media in matematica e 7 e mezzo in diritto.
    Lei (io so che è stata lei anche se non ne ho le prove) mi ha messo 8 in diritto per farmi mettere l’insufficienza e farmi perdere il punto di credito in più che ora come ora è difficilissimo recuperare a scuola.
    Però alla figlia di un professore che parlava a pappagallo dava sempre più di me..
    E’ sempre stato così.

    Vabbè, io adesso non ho voti eccelsi in università nonostante il corso mi piaccia anche se come sapete è impegnativo, però vedo gente che non accetta voti sotto il 28, però ci parli due minuti e capisci che sono persone completamente fuori dal mondo, senza vita sociale, senza niente.
    Amebe.

    Io in due anni sono cambiata tantissimo, mi sono fatta nuovi amici, una nuova vita, ad alcuni li ho pure eliminati da facebook e sinceramente sto bene così!

  6. Annalisa
    17 maggio 2010 a 20:43 | #6

    in aggiunta al post pregnante direi che spesso ci si da un gran da fare per cercare di essere considerati in gamba dai prof,dalla famiglia e perchè no da se stessi ma poi ti accorgi come sta accadendo a me rivedendo ex compagni di liceo su fb che li hai lasciati scansafatiche,magari avevano preso la maturità per il rotto della cuffia che adesso sono architetti,commercialisti perchè sono stati delle menti eccelse all’università….mi chiedo se mi fossi risparmiata al liceo un tantinello avrei perso meno anni a capire che un voto alto all’esame era solo allungare i tempi verso la meta finale……………

  7. sandro
    17 maggio 2010 a 21:00 | #7

    Non è vero che il voto della Maturità non conta. Lo dimostra il fatto che ne parlate e come ne parlate.
    L’elenco di geni che a scuola sono stati bistrattati dai professori è lungo un km e non ho intenzione di propinarvelo. D’altra parte, se uno ad una domanda tipo: quali sono le tematiche fndamentali di cui si occupa Pirandello, risponde a mezze frasi, o spara cavolate, un prof di commissione cosa deve fare? prende atto che quel tipo non sa Pirandello e si regola. Poi nella vita sarà anche un grande artista, ma non è compito della scuola valutare queste cose, la scuola deve trasmettere conoscenze, e si può anche essere scrittori famosi e bravi ma essere dei perfetti ignoranti. Vero, nella vita sono altre le cose decisive, e si può vivere anche ignorando Pirandello e gran parte della letteratura, però questo è il nostro lavoro, e uno potrà vendere milioni di copie del suo romanzo ma se ignora il programma di letteratura che deve studiare io a italiano, con tutta la stima, gli do quattro.
    Se Einstein a matematica era lento, in quel contesto non poteva che prendere un brutto voto, poi ha avuto altre occasioni. Se Federica ha risposto poco e male, se ha fatto un temino striminzito, se ha studiato poco, se… se… quanto gli dovevano dare?
    E il fatto che dopo abbia rivelato un talento di scrittrice non significa nulla, significa che all’epoca, o in quel contesto, questo talento non era ancora o non ha ancora potuto emergere. Sarebbe bello che la scuola scoprisse e valorizzasse i talenti, e io cerco di farlo, ma con 26 ragazzi in classe non sempre si può, non sempre si vede, e se si vede spesso è ancora acerbo, timido, pauroso e produce solo balbettii. Ci vorrebbe un insegnante individuale, nella scuola di massa si appiattisce, per forza, magari il meno possibile, ma ogni tanto qualcuno ci scapita.
    Se dico che non voglio qui difendere la categoria so che non mi crede nessuno. Ma quando si parla di scuola si tende sempre a parlare della propria esperienza scolastica, che può essere significativa ma spesso impedisce di vedere tante altre cose.
    E’ un lavoro tremendo, difficile, quasi impossibile farlo bene. Ci proviamo.
    Vorrei ricordare la stupenda definizione di Quintiliano dell’insegnante: “vir bonus dicendi peritus”. Uomo buono, abile a parlare. La bravura a esporre un argomento in parte si acquisisce, ma la qualità umana, l’essere vir bonus, no, ci si nasce. E in questo non c’è niente da fare.

  8. Annalisa
    17 maggio 2010 a 23:59 | #8

    @ Sandro non si discute dell’importanza del voto della maturità ma della modalità DEL COME si viene a volte giudicati ,ai nostri tempi era una commissione esterna che non poteva giudicare i 5 anni nel complesso e un unico membro interno non poteva avere più di tanto peso…..so benissimo che il lavoro dell’insegnante è di grande resposabilità perchè se ci rimane qualcosa di buono nella vita a livello culturale lo dobbiamo ai pochi che riescono a fondo in quel ruolo

  9. Smemo*
    18 maggio 2010 a 9:00 | #9

    Si quoto Annalì, anche io alla maturità ho avuto voti bassi per i professori esterni. Non per il voto basso eh, se me lo meritavo ok, ma se ti scrivo una frase uguale al mio manuale di diritto pubblico beh…non puoi mica dirmi che è sbagliata!
    Sandro, io apprezzo chi nell’insegnare ci mette l’anima, però bisogna ammettere che non tutti sono così. Alcuni stanno li solo perchè qualcosa dovranno pur fare.
    Poi ci sono dei professori che mi hanno dato tanto, li stimo tantissimo, e mi è dispiaciuto un sacco non vederli più!
    Però se devo uscire dalla maturità a 18 anni con l’esaurimento nervoso…bè…ANCHE NO!

  10. manu
    18 maggio 2010 a 9:50 | #10

    Io ero una somarella sono uscita con 36,studiavo solo quello che mi piaceva,ma mi sono divertita tanto in quegli anni,ho vissuto serenamente,fregandomene dei giudizi dei prof.che sono persone umane,possono sbagliare,possono avere simpatie e devono valutarci per quello che sappiamo,non per le nostre potenzialità,se non le mettiamo in pratica…per un colloquio di lavoro non è la stessa cosa?!?!Ti giochi tutto in pochi minuti,le competenze contano,ma anche come ti poni,quello che dimostri.Il voto della maturità è legato a quel contesto,a quel periodo,fortunatamente poi le cose possono cambiare,ed è un numero che non deve influenzare il futuro,perchè quello lo decidi tu!!

  11. Catefiè
    18 maggio 2010 a 13:59 | #11

    @sandro
    concordo! il ruolo di un insegnante è quello di giudicare quanto un ragazzo ha appreso in un determinato argomento o materia e non credo che nessuno abbia da ridire su questo.
    Quello su cui ho da ridire è che quel numero che contraddistingue la tua mera conoscenza di quell’argomento/materia, non dovrebbe essere preso come giudizio di tutta la tua “vita”.
    Mi prendo 4 a storia dell’arte perchè secondo il prof non so niente (e sicuramente anche a ragione) mi sta bene, quello che non mi sta bene è sentirmi dire “non arriverai neanche al parcheggio dell’università” o “nella vita non riuscirai a fare niente” perchè, il 4 sul barocco (che continua a non piacermi) non è indicativo del fatto che non abbia un cervello o altre capacità, nello stesso identico modo in cui non lo è un voto di maturità.
    Il mio prof di italiano del liceo era uno di quei professori che auguro a tutti di incontrare nella vita. Diceva sempre “se non volete stare attenti alle interrogazioni dei vostri compagni, usate questo tempo per scrivermi, lanciarmi provocazioni, darmi suggerimenti, farmi critiche o comunicarmi quello che volete”. All’inizio del triennio, dopo poche lezioni, gli scrissi che se mi ero iscritta allo scientifico era perchè adoravo numeri e matematica e avevo decisamente meno simpatia per le materie scientifiche.
    Lui mi rispose “Caterina Fiesolia (latinizzava sempre i cognomi) accetto la sfida! vediamo se riesco anche solo a fartela apprezzare la letteratura alla fine di questi 3 anni insieme”
    E ci è riuscito… pur continuando a darmi i 5 a latino che mi meritavo e i 6 meno meno ai temi che scrivevo controvoglia non mi ha mai giudicata sulla base di quei voti ma mi ha sempre incoraggiata pur sottolineando che “c’è poco da fare, la tua mente è troppo matematica!”
    Quando gli scrissi “Prof, ha vinto! Ieri ho aperto “la divina commedia” senza la sensazione di DOVERLO fare ma perchè mi faceva piacere farlo” lui mi ha risposto “il merito non è mio, perchè la letteratura non sono le mie noiose lezioni, non sono i voti sul registro, non sono le interrogazioni. Se sei riuscita ad apprezzare la letteratura è solo merito tuo, io ti ho dato solo una strada per avvicinarti ad essa”
    E se la letteratura non è questo, perchè per qualcuno un 77 è indice di cosa potrò o non potrò fare nella vita?
    Io adoro i numeri… ma non quando vengono caricati di un significato che, poverini, non sta a loro spiegare!!!!!

  12. sandro
    18 maggio 2010 a 14:43 | #12

    sto per andare a scuola e non ho tempo, posso solo dire che il punto fondamentale, credo, è che un insegnante deve dare il suo giudizio su quello che un ragazzo produce; un insegnante degno di questo nome deve sempre dire “tu hai fatto”, mai “tu sei”; e mentre lo valuta fargli sentire stima, fiducia e amicizia per quello che è di buono, tanto o poco che sia. Difficile. Ma quando è così, Gelmini o non Gelmini, anche la scuola più scalcinata diventa una grande scuola.

  13. manu
    18 maggio 2010 a 15:49 | #13

    premetto che non sono la manu di sopra.

    andro’ controcorrente, ma cavoli com’ero soddisfatta del mio 91 alla maturità! concordo pienamente sia con sandro che con catefiè.
    infatti per me quel voto é stata una gratificazione per un lavoro ben fatto e per me contava. se avessi avuto meno di 80 mi sarei arrabbiata moltissimo, ma non perché il voto della maturità doveva definirmi, ma perché era legato ad un lavoro che avevo svolto.
    il voto della maturità non definisce nessuno, ho qualche amico che non ce l’ha neanche perché ha solo la terza media, e allora? come dovremmo “definirli” loro?
    ero felice e orgogliosa e soddisfatta del mio voto (come degli altri singoli voti nella carreira scolastica) semplicemente perché sapevo di averci dato dentro e sono stata contenta del risultato, mi ha soddisfatto, ma come mi puo’ soddisfare il tempo che faccio dopo una corsa in cui so che mi so impegnata e ho dato tutto il gas che avevo dentro, questo non ha niente a che vedere col giudizio della mia persona o di quello che potro’ fare o non fare nella vita.
    si tratta di lavoro e valutazione del lavoro fatto, punto.
    e poi nel mio caso é correlato anche alla mia valutazione interna.
    faccio un es.: alla laurea sono uscita con 101, che non fa schifo come voto, pero’ non ero soddisfatta perché so che avrei potuto fare e dare di piu’.
    a me son sempre piaciuti i voti anche quando ne ho presi di brutti in momentacci della mia vita e quando i prof. riportavano i compiti ero sempre in fibrillazione e stracuriosa di vedere il risultato. anzi negli esami dell’università in cui poi come risultato non c’erano voti ma solo una parola, del tipo “idoneo” o “non idoneo”… mamma che schifo… su quell’idoneo non ho provato la minima soddisfazione e mi era sembrato di essermi sprecata per niente.
    forse il problema é come si prendono i voti negativi… a me é venuto naturale ogni qual volta prendevo un voto brutto tirare fuori le unghie e impegnarmi di piu’, ma non per questo sentirmi lesa nella mia autostima personale o aver paura che le persone che mi circondavano mi stimavano di meno… ho sempre naturalmente distinto molto bene le cose, ma forse questo si deve anche alla famiglia e alle persone che mi circondavano, al clima generale di famiglia e amici, boh, pero’ conosco persone che si mettevano a piangere e la prendevano in una maniera decisamente tragica e questo anche all’università, che si presuppone sia frequentata da adulti.
    é forse li’ che bisogna intervenire, anche i professori potrebbero farlo per primi, oltre che i genitori… cioé spiegare che un brutto voto é un brutto voto, é quello che é, niente di piu’ e niente di meno e al massimo va preso come stimolo a migliorarsi e impegnarsi di piu’.
    e poi il mondo non finisce con la scuola, é solo quello che si fa principalmente in quel momento e io volevo svolgerlo al meglio, esattamente come adesso ci tengo a fare bene e nel miglior modo possibile il mio lavoro,questo non vuol dire che “vivo” per il mio lavoro e al di fuori del lavoro ho una vita.

    sono tuttavia d’accordo con la bosco per quanto riguarda certe frasi estremamente negative e pessimiste che spesso e volentieri i professori dicono a cuor leggero. credo che le parole abbiano un peso e una certa importanza sempre, a maggior ragione quando si ha una certa età e si é un po’ vulnerabili e nel pieno della formazione…
    quindi eviterei certi commenti e certe frasi da parte dei professori, dovrebbero limitarsi a puro e costante incoraggiamento e ottimismo verso tutti gli alunni.
    sono anche decisamente contraria agli “oriantamenti” del cavolo per la scelta delle superiori o dell’università o del lavoro (anche se nella realtà nel mondo del lavoro c’é ben poco da scegliere) credo ognuno dovrebbe scegliere seguendo l’istinto, ascoltandosi profondamente, cercando il proprio talento, poi la scelta si puo’ sbagliare lo stesso, pero’ perlomeno é del tutto personale e nessuno ha delle responsabilità in merito.

    P.S. Morrigan sei troppo rock! mi hai fatto morire con la tua poesia!
    che grande che sei!

  14. Morrigan
    19 maggio 2010 a 22:39 | #14

    Manu, grazie *_*!!! Un raggio di sole in questa giornata uggiosa (e sfido chiunque a dire che conoscesse codesto termine anche prima di ascoltare la canzone di Lucio :D!).
    Però volevo dire @ Sandro che hai sicuramente ragione nel dire che se un alunno non ha studiato il programma,è sacrosanto mettergli quattro…il problema è che io il programma lo sapevo eccome (come ho detto, non in tutte le materie, ma in letteratura si!), e mi beccavo al massimo un 5, senza aver mai capito perchè! Quella brutta ****** della prof., tutte le volte che l’ho trascinata dal preside perchè veramente non mi stava bene sottostare alle sue crisi da menopausa,osava anche giustificarsi sostenendo che il voto era dato dal fatto che NON MI ESPRIMO BENE, quando proprio questa è la qualità che tutti i professori dell’epoca e quelli universitari oggi mi elogiano!
    Ho sempre letto tantissimo, e sinceramente prendermi un 5 da una professoressa di lettere che non sa chi sia Stendhal e che non mi sa dare un parere personale su Narciso e Boccadoro,che consigliava a tutti senza averlo mai letto, mi fa girare proprio le scatole…Aggiungi a ciò il fatto che lo stesso 5 era dato ad un essere che sosteneva che “I Sepolcri” di Ugo Foscolo parlassero della tomba di Napoleone, allora puoi capire che è stato un miracolo se non ho dato fuoco a lei e tutta la sua famiglia…

  15. sandro
    22 maggio 2010 a 18:11 | #15

    Morrigan, questi post mi fanno venire la pelle d’oca. Io che ogni anno da trent’anni do migliaia di voti, scrivo centinaia di giudizi, decido su una marea di persone… ammesso che fossi bravo bravo e sbagliassi solo il 2%, le mie vittime sarebbero comunque centinaia.
    Una sola annotazione, i casi come questo ci fanno vedere quanto sia stupida e demagogica la nuova legge che dice che con una sola insufficienza in una qualsiasi materia non si è ammessi alla maturità: caro Morrigan, ti è andata ancora bene, oggi con una prof così non saresti MAI stato ammesso all’esame per tutta la vita. E io fra tre settimane ho gli scrutini e nessuno sa cosa fare, nessuno vuole bocciare ragazzi che hanno una sola insuff, eppure…. se avete figli che vanno a scuola pensateci. Potrebbe toccare a voi.

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