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Lo stracchino vegano

Al contadino non far sapere quant’ è buono lo stracchino vegan con le pere!
Ho provato questa ricetta qui ed è strepitosa.
Okay non vi fidate di me? Attilio dice che è buonissimo.
Va bene?
Se una volta aggiunto lo yogurt rimettete al fuoco il composto per un paio di minuti, viene ancora più stracchinoso.

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Federica Ricette

  1. Cinziella
    17 gennaio 2010 a 20:35 | #1

    Ma dai Fede!!!
    ieri la stavo leggendo pure io questa ricetta. Mi attira molto e mi fa piacere che tu l’abbia già provata.
    Hai già provato anche la mozzarella di concita?

    P.S. Nel frattempo io mi sono specializzata nella torta sacher-vegana: è strabuona.

  2. Fefè
    18 gennaio 2010 a 13:16 | #2

    L’avevo adocchiato anch’io! L’aspetto è fantastico e se tu dici che è anche buono… Fatta, lo provo!

  3. Fefè
    18 gennaio 2010 a 13:17 | #3

    @ Cinziella, ma tu quale ricetta hai usato, ce ne sono troppe…

  4. Cinziella
    18 gennaio 2010 a 19:28 | #4

    Fefè, l’ho trovata su un libro di ricette vegan ed è veramente buona, nulla da invidiare a quella vera. E’ un pò laboriosa, ma ci si riesce.
    Il libro è: LA CUCINA ETICA della SONDA EDIZIONI.

  5. Fefè
    18 gennaio 2010 a 21:11 | #5

    Cinziella, io ho LA CUCINA ETICA FACILE della stessa serie!!!
    Ci ho trovato la ricetta di una torta al cioccolato con la glassa, seguirò quella e ci aggiungerò la marmellata di albicocche ;-)
    Baci e grazi mille!!!

  6. sandro
    19 gennaio 2010 a 16:50 | #6

    Era così bello e venuto bene.
    Avevo scelto dei bocconcini di magro alla coop senza nemmeno una venatura o un callo; poi avevo scelto accuratamente due vassoini di ossi e anche il sedano, mica l’avevo preso da quei mix con cipolle e carote e prezzemolo…no, li avevo scelti uno per uno.
    Ci avevo messo dentro anche un po’ di doppio concentrato per ravvivare la tavolozza e una bottarella di dado gusto delicato. Aveva bollito dolcemente per due ore, ritirato al punto giusto e appena pronto ne avevo messo un po’ nel pentolino per farmici i tortellini subito subito.
    Mangiati con gusto, con lo stomaco accarezzato dal poco grasso che c’era e la psiche soddisfatta perchè era venuto proprio buono, mi sono messo sul divano a leggere il mio libro preferito.
    Intanto il pentolone col brodo per i prossimi giorni era lì a raffreddare: prima di andare a letto l’avrei messo nelle vaschettine prese al Lidl in offerta che poi vanno anche nel microonde se vuoi.
    Però un po’ Messenger, un po’ il telefono, un po’ la svagatezza sono andato a letto e me lo sono scordato sul fornello spento.
    Lui nella notte si è raffreddato parecchio da bollente che era, ma mica tanto, non abbastanza.
    Stamani di furia sono uscito e non ho visto che era ancora lì, e infatti lì l’ho lasciato. La mia cucina è esposta verso un gradevole sud-est, stamani l’aria era tersa, il sole si è insinuato dalla porta del balcone ed ha picchiato tutta la mattina sulla pentola del brodo. Non sull’armadio, sui fiori secchi, sui fornelli, sui vasini con le spezie o sulla bilancia, nemmeno sui vetrini dentro il vaso da farmacista, o sulla mensola con le scatole, sullo sportello del frigo, sulla porta a vetri, no, sul tavolino di massello, nemmeno: ha picchiato proprio sul brodo. E la temperatura ha ricominciato a salire, fino alle due, quando sono tornato.
    E’ stato verso le dieci, mentre spiegavo la I guerra mondiale, mentre raccontavo la dura vita in trincea, i pidocchi, i topi, il rancio…. NO!… il brodo…
    E siccome era venuto delicato, siccome ci avevo messo dentro tutte cose fresche sono tornato a casa certo della tragedia; ho aperto la porta e ho sentito subito l’odore asprigno del grasso già irrancidito, l’odore di quello che poteva essere e non è mai stato, o non lo è stato abbastanza, il mio brodo.
    Non ho avuto il coraggio di guardare, ho vuotato la pentola nel water e ho tirato lo scarico, l’acqua azzurrina (c’è la tavoletta rinfrescante) e la schiuma asettica (c’è il ciondolo igienizzante) questa volta non hanno fatto seguito a innominabili eiezioni ma hanno fatto scomparire il mio brodo. E il lustro della porcellana mi pareva il sorriso di una beffa atroce.
    Rifarò altri brodi, ci saranno altre occasioni, altri magri, ossi, sedani, tubetti e bonzoline borbottanti. E dovunque tu sia ora, se esiste un paradiso anche per i brodi come te, sorridi e aspettami, ceneremo insieme per sempre nell’inesauribile pignattone dell’eternità.
    TV1KdB,B!
    Sandro.

  7. Pinuccia
    19 gennaio 2010 a 19:11 | #7

    Ma Sandro, era solo brodo, e allora? irrancidito, e allora?? magari serbare gli esercizi di stile per cose più interessanti

  8. Fefè
    20 gennaio 2010 a 13:04 | #8

    Noooooo, che buono il brodo di casa… Ok, Bosco, ritiro!!!!!

  9. Bosco
    21 gennaio 2010 a 15:18 | #9

    Pinuccia mi hai letto nel pensiero!

  10. sandro
    21 gennaio 2010 a 22:57 | #10

    era la parodia di una cosa che credevo conosciuta. mi dispiace.

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