E anche ste ferie…parte seconda
…Segue da “e anche ste ferie parte prima”
Il 15 d’ Agosto all’alba prendiamo il traghetto da Milos a Paros .
In linea d’aria saranno 30 chilometri,ma noi ci abbiamo messo 6 ore e mezzo. Il traghetto dev’essere passato per Ancona senza che ce ne accorgessimo, all’arrivo ci hanno portato in un centro d’accoglienza ci hanno dato un pasto caldo e il foglio di via.
La sera ci raggiungevano Alessia P e Ale Phibbi, le migliori persone con cui andare in vacanza al mondo.
Ho sempre sentito dire di amicizie centenarie che si frantumano non appena uno stende l’asciugamano,ma con loro è garanzia di serenità.
Sarà che abbiamo le stesse ambizioni: fare una robusta colazione (dove con robusta intendo uova peperoni e formaggio e 16 fette di pane burro e marmellata, poi Attilio mi dice “non capisco perchè sono ingrassato in questa vacanza!”) andare in giro in macchina senza una meta troppo precisa, cambiare spiaggia appena ci rompiamo i coglioni, pranzare alle cinque, fare la cassa comune, alzarsi quando capita,non essere per niente esigenti, dormire in 4 nella stessa stanza, guardare X Factor greco, toccare le palle dei gatti e dire cazzate dalla mattina alla sera.
Se vi serve una coppia con cui andare in vacanza contattatemi che ve li affitto io.
A Paros, se non altro, conoscevamo la casa essendo solo la quarta volta che andiamo a Rodia Studio, che è il posto che ci sogniamo durante tutto l’inverno: la terrazzina sempre all’ombra nel giardino di melograni.
Infatti la prima cosa che abbiamo fatto è stata prolungare subito di 3 giorni, tanto questo Meltemi del cazzo non può mica durare per sempre no?
No? Sì sì! La frase che sentivamo dai greci era “Non abbiamo mai avuto tanto vento come quest anno!”Si alzava alle 10 e calava alle 10 di sera, stare sulla spiaggia significava avere le orecchie costantemente piene di sabbia e sacrificare uno strato di pelle ogni giorno per non parlare dei libri che diventavano volumi della Treccani da come
gonfiavano. Vi dirò di più, che la notte dormivo con il toni (tuta da ginnastica n.d.a) e una sera anche con la trapuntina,ma forse avevo la febbre.
Su Paros non mi dilungo perchè le nostre giornate alla fine sembravano quelle di 4 ragionieri in vacanza: tutti e 4 a leggere tutto il santo giorno, doccia, birrino , abbiocchino, cena alle 11.00, giretto e a letto, ma che vi devo dire mi veniva un sonno…
Una digressione sul mio intestino invece merita un suo spazio.
Andavo in bagno una volta ogni 5 giorni, ma quella volta ci andavo 5 volte!
Ritornerò a breve sulla questione “cessi in Grecia” perchè se c’è un investimento che il Governo Ellenico deve assolutamente fare è proprio sulle fognature.
A meno che non sia una ripicca nei confronti dei turchi.
Abbiamo visitato l’isola di Antiparos che dista 10 minuti di traghetto, ci sono voluti 5 anni a decidere.
Ignari che ci fosse una grotta da visitare,ci siamo subito fiondati giù, con la tenuta più adatta che avevamo:
Attilio (colui che ama le cose vechie) s’è ammalato subito di qualche morbo di inizio secolo il cui virus ancora aleggia fra le stallattiti ed è stato da cani per i successivi 5 giorni.
Abbiamo anche scoperto un amore folle per i ciuchi, animali riflessivi e grandi pensatori. Pensavo di prenderne uno da tenere qui in casa a guardare la lavatrice che gira, in salotto c’è spazio abbastanza, poi quando devo andare in centro lo sello e arrivo a Piazza del popolo con soltanto un kilo di biada. Per quanto riguarda i gatti invece a Paros quest anno andava il rosso.
Dopo una settimana a Paros, partiamo alla volta di Folegandros il 21 di Agosto.
Colonna sonora: Maracaibo,Mare forza 9 .
Il traghetto ha dovuto fare la manovra di Heimlich per attraccare! Con un nodo scorsoio ancorato direttamente alla montagna.
Freddo cane, rincoglioniti come Kite surfisti dopo un ammaraggio, ma sicuri che ci sarebbero venuti a prendere per portarci alla nostra bella casa.
Avevo contattato tale Kiriakos (De Mitas??) quasi 3 settimane prima, era stato impeccabile e mi aveva confermato uno studio per 4 persone.
La sera,al porto, eccolo con il suo pulmino Mercedes nuovo di pacca ad accoglierci, darci il benvenuto, consigliarci i migliori ristoranti, le migliori spiagge e annunciarci che….”There is a problem”
Se c’è una cosa che ti insegnano quando lavori al pubblico è mai e poi mai esordire con “c’è un problema” puoi dire “abbiamo trovato un’alternativa, troveremo presto una soluzione, anche “moriremo tutti”, ma mai “c’è un problema”.
Kiriakos prosegue con “a causa del maltempo hanno annullato le corse dei traghetti e quelli che dovevano partire oggi partiranno fra 3 giorni, perciò vi ho dato un’altra camera”.
Domanda: perchè non gliel’hai cambiata a loro la camera?
“Non potevamo, ma la camera è per 4 e vi faccio anche uno sconto da 120 a 100 euro”
“Ah vabbè allora non c’è problema”…
Stanchi morti entriamo in questo stanzone, con 2 lampadine che penzolavano dal soffitto, la porta sulla strada con la fermata della Lazzi davanti, accanto a noi la signora delle pulizie che dormiva in un loculo e non era neanche stata avvertita della nostra presenza e fra la nostra stanza e il nostro bagno un ingresso ,aperto giorno e notte, dove la stessa signora stirava le lenzuola.
Purtroppo la desolazione non è bastata a impedire ad Attilio di cantare “Fammi abbracciare una donna che stira cantando”…
Il tizio era molto entusiasta della nostra sistemazione, (abbiamo capito perchè dopo aver visto casa sua!), ci ha chiesto un documento e poi in tutta serenità ci ha invitato l’indomani a comunicare a sua madre quanto tempo volevamo restare.
Siamo rimasti così male che in 4 non siamo stati in grado di prenderlo a testate.
Solo il Phibbi perplesso ha dichiarato un : “Ragazzi…faccacare domani si cambia”.
Dormiamo di merda anche se con i tappi nelle orecchie sudavo meno, la stanza era così piena di gas di scarico che sembravamo i piccioni di Piazza del duomo.
La mattina io e Alessia P. partiamo per la spedizione punitiva verso la reception (che altro non era che la cucina della madre di lui). Bussiamo e dopo qualche minuto la porta del salotto seminterrato si apre e appare la strega dei Goonies.
Alessia sintetica e diretta dice “we go away” la signora finge di non capire e rilancia con un “change room?”
“No, we don’t like here we want to leave”
La signora di nuovo ci fa le 3 carte :”room in hotel?”.
A Signò e mò c’hai rotto i cojioni!!
Alessia ruota la testa di 360 gradi “WE DON’T WANT TO STAY WITH YOU!”
La signora finge di non capire ,ma dice okay e chiude la porta.
Altra attesa di 10 minuti nel cucinotto dei Jefferson ,che aveva visto tempi migliori, e finalmente la vecchia riemerge con una RICEVUTA in mano (non ne ho mai vista una da che vado in Grecia), segno evidente di coscienza lurida o, come si dice a Firenze, di culo sudicio!
Ci porge la ricevuta di 100 euro e io nell’inglese più basic del mondo per essere chiari “My passport please”.
Che era poi la carta d’identità del buon Attilio.
La vecchia fa spallucce e apre la mano: “pay” e io: “passport” e lei “pay” e io “passaport” potevamo andare avanti una giornata intera sembravamo Totò e Peppino,finchè arriva quel grosso grasso mentecatto greco del figlio (che era già stato avvertito del golpe), che faceva finta di niente,della serie passavo di qui.
Vista la malaparata fra quella che non ci dava il documento e lui che faceva lo gnorri, mi si è tappata la vena e in un inglese non più basic me ne sono uscita con “Per chi ci hai preso tu per 4 ragazzotti che vengono da Ios a fare festa?Sei un disonesto, avevi il dovere di dirmelo, e quello che fai è illegale perciò se non mi dai il documento chiamo la polizia”
Tutto questo detto a una specie di melanzana di 130 chili con la stessa espressione di Homer Simpson davanti a una cassa di birra Duff
Glien’è fregato il giusto, ma la parola “police” in ogni paese rima con bega e il buon Attilio è venuto a interrompere l’empasse riprendendosi il documento e dando i 100 euro a quei pezzenti.
Mi raccomando se andate a Folegandros evitate Evgenia rooms è brutta gente.
L’altra scoperta assolutamente positiva invece è stato il “console” un tipo torinese che gestisce quest ottimo ufficio del turismo con barrettino annesso dal nome Sottovento che ci ha prontamente trovato un’altra sistemazione e ce ne ha prenotate altre sia a Sifnos che ad Atene.
Dove si chiude una porta si apre un portone.
La nuova sistemazione era decisamente particolare, in effetti sembrava più la casa della Callas che una tipica dimora greca, con pizzi merletti, bambole di porcellana, il grammofono, i lumini art decò e le foto degli avi in bianco e nero.
Ale Phibbi temeva che gli restituissero la carta d’identità senza gli occhi.
E qui la mia esperienza coi cessi greci.
Il nostro bagno era sì privato, ma era in fondo al corridoio,accanto alla cucina.Carino, pulito, rosa,e per terra, il solito pozzetto gorgogliante coi liquami.
La prima cosa che ci ha detto la padrona di casa (appunto la Callas) è stata “Don’t throw the paper in the toilet, big big problem!!”
Chi conosce la Grecia sa ( o ha imparato a proprie spese) che nel cesso non ci si butta niente a parte i propri bisogni, la carta si butta nel cestino. Questo comporta una certa sportività e una certa ,chiamiamola, “armonia” col proprio corpo, sicuramente più popolare fra i campeggiatori e gli scout.
Non è bello, ma in tutta la Grecia è così, tubature inutili che si intasano a guardarle.
Dunque faccio pipì, mi alzo e tiro l’acqua e ci metto qualche secondo a realizzare che il pavimento si sta allagando di acqua e merda (non mia perchè non era il quinto giorno!)
Fortuna che ero sulla pedana di legno della doccia che non avevo ancora messo nella vasca. Il pozzetto è semplicemente straripato.
Semplicemente.
MA VAFFANCULO!
Apro la porta, ma si incastra contro la pedana di legno e non mi resta che saltare fuori con un volteggio lanciando le infradito fuori e agguantare la prima persona che mi capita a tiro e urlargli in faccia sempre in basic “Big problem with toilet ‘everything’ came out and i did’t throw paper in the toilet NOTHING ONLY PIPI’”
Vi giuro che ho detto questo e sono corsa in camera a piangere.
La frase seguente l’ho sentita pronunciare dalla Carmen “Oh no second time this year!”
Ma credo che intendesse “second time this week!”
Il resto ve lo racconto poi…
Mannaggia il prossimo anno vado in ferie solo 3 giorni!
E’ con grande orgoglio che dichiaro ufficialmente aperto il blog di Simo Fruzzetti “a casa di simo“.
Volevo essere la prima a postare un commento , ma sono l’unica a non esserci riuscita!
Vai Simo, hai la mia benedizione, ovviamente quando non posterai per 3 giorni aspettati la casella intasata dai solleciti alle 5 del mattino!!!! (He he Chi la fa….)
Bè, che dire…? Sono commossa e ho la pelle d’oca! Non conosco personalmente nessuno di voi, ma emanate il calore che emanano solo gli amici veri. GRAZIE! Grazie a tutti voi per i vostri bellissimi messaggi. Si, è vero, la mia piccolina mi dà tanta forza, è per lei che sto facendo tutto il possibile per uscirne, per andare dritta per la mia strada e quando mi viene da voltarmi indietro, mando giù il groppone e riprendo ad andare avanti. Lo so che il mio ex non si merita nulla, mi è crollato il mondo addosso, è vero, ma mi è anche crollato un “mito” che per me era lui. Che belle fette di salame avevo sugli occhi. Ora che si è rivelato per quello che è, non riesco nemmeno ad immaginare che fino a 4-5 mesi fa viveva con me, dormiva con me….. ommammamia!!! Ora lo vedo con occhi totalmente diversi…
@Nino! No che non ci conosciamo, ma non sai quanto invece mi piacerebbe conoscerti! Leggerti è sempre uno spasso, mi fai divertire un sacco. E non potevo credere ai miei occhi nel leggere il tuo commento tutto per me! WOW! (anzi, uau) che emozione!! Sai che c’hai ragione? Il mio Saturno è veramente gigantesco!!! Grazia Ila, grazie Myriam, grazie alla Bosco che mi ha fatto conoscere tutti voi! Baci&abbracci.
quanto a me, io ci sto lavorando e continuo a lavorarci, anche se trovare un motivo per andare avanti non è sempre facile.
grazie di cuore a tutte.
Elena, ti abbraccio forte