Ed eccoci qua, alla fine di questo tormentato e dolente 2016.
Un anno strano, molto spesso ingiusto e crudele, che ci ha messo di fronte alle nostre fragilità, alle nostre debolezze e alle nostre paure in maniera diretta, feroce e senza sconti.
Come fa la vita. Sempre.
La vita non ti chiede il permesso, non ti chiede se sei pronto, se hai voglia, se vuoi aspettare ancora un po’, non ti abbraccia né ti conforta, non ti dà un bacio sulla testa e non ti soffia sulle ginocchia sbucciate, ma ti butta in faccia le cose così come stanno, che possono essere meravigliose e incredibili o tragiche e atroci. Sta a noi poi decidere cosa farne.
Credo molto nei numeri e nella non casualità delle cose.
Mi sono trasferita qui a Milano dopo 7 anni che vivevo a Roma, ho chiuso la storia più importante della mia vita dopo 7 anni, e mi sono trovata a fare i conti con molte, moltissime cose.
Mi sono trovata seduta nel salotto di una casa nuova, in una città nuova, circondata da scatoloni con dentro oggetti comprati insieme all’ Ikea o in chissà quale altro posto durante un viaggio, quei bicchieri colorati tanto carini mai usati , il quadro orrendo con il gatto viola preso a Paros che mi era sembrato bellissimo dopo 4 prosecchi (no erano senz’altro di più!) , il cavatappi elettrico perché mai più senza…
E ora realizzavo che erano solo “cose” a cui non potevo attaccare un significato o non ne sarei mai più uscita.
Il cervello si appiccica ai ricordi come l’impasto alle dita, e più cerchi di toglierlo da una mano, più si attacca all’altra, e non puoi fare altro che lavarti le mani sotto l’acqua fredda una volta per tutte strofinando bene o non te ne libererai mai.
Mi sono fatta molte domande, ho pianto molto, mi sono chiesta se avessi fatto bene, mi sono sentita sola, e spesso senza risposte, ma invece di fare, come spesso avevo fatto prima, qualsiasi cosa per distrarmi, bevendoci su o pensando ad altro, ho raccolto tutta questa solitudine e questi ricordi, li ho avvolti nel pluriball come le cose fragili e preziose, e li ho messi in uno scatolone con scritto sopra “per i giorni di pioggia”.
E ho scelto di rimanere presente.
Il rimanere presente mi ha resa più forte e più lucida, più solida nelle mie scelte, anche quelle non piacevoli.
Ho deciso di uscire dalla mia zona di conforto, accettato aiuto quando non lo volevo, ascoltato consigli che non mi piacevano, ma sapevo che mi facevano bene, accolto nuove persone nella mia vita ed eliminato quelle che non servivano più o che non erano mai realmente servite, ho dimostrato amore a quelle davvero importanti, ho messo da parte l’orgoglio, ammesso errori, sbagliato di nuovo e tentato di risolvere al meglio delle mie possibilità.
Ho fatto tutto un passo alla volta, procedendo con cautela con solo una cosa in mente, non essere più in balìa di emozioni e sentimenti o persone negative che comunque mi sono scelta, o a cui ho dato il potere di condizionare la mia esistenza.
Ho compiuto 45 anni i 25 Settembre (2+5=7 a proposito…)
Lo considero il secondo tempo della mia vita (come un nuovo amico mi ha suggerito!).
E se il primo tempo l’ho passato a cercare caoticamente la calma attraverso distrazioni di ogni tipo, trattando il mio corpo e la mia mente come non mi appartenessero, avvelenandomi giorno dopo giorno con pensieri tossici, e rapide distrazioni, il secondo lo voglio vivere all’ insegna della qualità e della presenza.
Non bevo più alcol da oltre un anno ed è stata una delle scelte più felici della mia vita, mi considero una vegetariana elastica, non mi ammazzo più di contorsioni con lo yoga perché la schiena non me lo permette più, ma mi dedico al pilates e cammino all’ aria aperta appena posso.
Scelgo le persone con cui passare il tempo con grande attenzione, scelgo di circondarmi di persone positive che mi facciano crescere e stare meglio, ed evito i lamentosi come la peste, quelli che ti tirano giù come i granchi nel secchio quando cercano di fuggire.
Mi godo i miei amici e se qualcosa non va lo dico subito, in modo che, se fosse l’ultimo giorno della nostra vita, non ci siano incomprensioni o domande irrisolte a galleggiare per sempre.
Ho perso due persone importanti quest’anno, un amico d’infanzia che se n’è andato come un ladro lasciandomi con un sacco di domande e uno strascico di dolore irrisolto difficilissimo da gestire, e una grande amica, una grande signora che è stata una madre per me e che per sempre sarà un modello di vita.
C’è un cameo dedicato a lei in Tutto quello che siamo.
La ricorderò sempre così, con la sigaretta in mano, il rossetto rosso e quella bella risata profonda e roca e gli occhi che brillano di vita ed entusiasmo.
E ho capito che il mio compito è onorare ogni giorno che nasce come un dono irripetibile, anche senza fare niente di speciale, perché la vita è troppo preziosa, delicata e importante per perderne anche un solo minuto.
Per questo insisto tanto con la Mindfulness (non perché mi piaccia attaccare le pippe!) ma perché è l’unico modo per assaporare in modo intenso e profondo ogni secondo che ci è dato.
Non permetto più alla mia mente di avvitarsi in pensieri negativi e conversazioni immaginarie dove ho sempre ragione io, non mi crogiolo nel passato, non recrimino e colpevolizzo gli altri per la mia sofferenza. Libero tutti.
E adesso scelgo i miei pensieri come fossero mele al mercato: prendo solo quelle belle e profumate, e quelle marce le lascio lì.
Vivo un giorno alla volta e lo apprezzo più che posso.
Perché il secondo tempo mi conduca a un lieto fine.
Nel 2017 pubblicherò il mio 17esimo romanzo. Un numero magico (7+1=8 l’infinito)
che segna un’altra svolta e un altro cambiamento importante di cui presto saprete.
Un altro viaggio dell’anima, un’altra storia che mi è esplosa dentro per liberarmi da un dolore arrabbiato e nero che ho scritto per onorare l’amicizia, attraverso questo grande dono che mi è toccato, con cui ho il privilegio di raggiungere cuori e anime.
L’ho scritto per me e per tutti voi che mi avete sostenuta e ricoperta di immenso affetto per tutti questi anni, aiutandomi più di quanto possiate immaginare.
Il mio augurio per il nuovo anno è che possiate vivere intensamente ogni giorno della vostra vita con tutto il vostro cuore, senza perdere neanche un minuto dietro a chi non vi vuole e chi non vi merita, di recuperare affetti importanti, tagliare pesanti rami secchi e soprattutto trovare il coraggio di cambiare, perché non si può mai aspettare di essere pronti.
Il tempo è sempre troppo poco.
Vi auguro un futuro pieno di luce, amore e risate.
Sempre.
Con affetto
Fede