Una delle cose che mi mettono più in ansia è quando mi chiedono che libro leggo, perchè col fatto che scrivo, nell' immaginario collettivo si pretende che io legga solo classici della letteratura russa o, come minimo, tutti i libri in classifica!
Per cui quando mi fanno la domanda annaspo e comincio a scorrere con lo sguardo la libreria di Attilio (quella seria) in cerca di qualche titolo che mi faccia fare un figurone del tipo...."Ah però la Bosco legge Limonov!"
Ebbene, il motivo principale per cui vado nel pallone è che leggo un sacco di libri che si trovano su quel sottile confine fra lo spirituale e il self help (per intendersi, quelli che in "Amazon" si trovano nella colonna di sinistra alla voce "mente, corpo e spirito".
E che tutti leggono, ma si vergognano di ammetterlo!
Mi posso facilmente mettere a leggere qualunque cosa riguardi l' alimentazione naturale, l' indice glicemico, la meditazione, lo yoga quando sono su o qualunque altra cosa cominci per "come essere felici" quando sono giù, una volta sono arrivata a leggere anche Osho…
Ora, tutti questi manuali dai titoli accattivanti, hanno come denominatore comune la scoperta che 2500 anni fa fece il Buddha sedendosi sotto l'albero a meditare.
Si accorse, molto semplicemente, che l'unico modo per fuggire alle trappole della mente (che fa di tutto per farci vivere in uno stato di continua ansia proiettando scene immaginarie di quello che potrebbe accadere), è quello di vivere immersi completamente nel presente, e per rimanere ancorati al presente, "basta" seguire il respiro.
Detto questo si alzò e andò ad insegnare questa splendida tecnica meditativa a chiunque glielo chiedesse.
Quindi il segreto della felicità è rimanere immersi nel presente.
Ah! Pare facile!
Bene.
Ci sono persone (soprattutto uomini) che questa capacità ce l'hanno innata.
E' facilissimo riconoscerli, sono leggeri, totalmente concentrati su quello che stanno dicendo o facendo in quel momento che sia lavorare, mangiare una pizza, o anche litigare, fanno quella cosa fino in fondo, e una volta finita, passano alla successiva senza rimanere minimamente attaccati a quello che è stato.
Poi, ci sono quelli come me che vivono in uno stato perenne di ansia da prestazione, spesso immotivata o comunque sproporzionata, che rimuginano e vivono sempre o nel passato o nel futuro, soprattutto quando stanno facendo altre cose, il che è probabilmente utilissimo per chi vive insieme a me perché riesco ad anticipare i bisogni un mese prima, ma non riesco a rilassarmi mai!
Per esempio in questo preciso istante so che devo andare a comprare delle spugnette per i piatti, e non sarò tranquilla finché non sarò andata a prenderle.
Per cui, mentre ero in vacanza in Thailandia, la tanto sospirata vacanza che mi sono meritata e regalata dopo un anno gelido e particolarmente faticoso e cupo, non sono riuscita a fare altro che a pensare e non sono riuscita a rilassarmi un solo secondo.
Uno!
L'ultimo libro che ho letto, proprio mentre ero là è stato "Ovunque tu vada ci sei già" di Jon Kabat Zinn, uno psicologo americano sedicente maestro spirituale che rispiega, per la milionesima volta, le teorie del Buddha: rimanete concentrati nel presente, fate ogni cosa con amore, dedizione e concentrazione e vedrete che vi sentirete tutt' uno con l' Universo.
Perfetto! E' tutta la vita che cerco di essere tutt' uno con l'Universo e cerco di interpretare i suoi segnali, ma alla fine rimango sempre con la mappa al contrario a cercare di capire a quale curva dovevo girare!
Una frase che mi ha particolarmente colpita di questo libro è stata quella che diceva: l' esperienza di cui hai bisogno per crescere è quella che l' Universo ti sta dando in questo preciso momento.
Fico! Ho pensato, basta rilassarsi e lasciare andare la barca.
Ed è durata 3 minuti, poi tutto come prima, sono qui, ma sono là.
Assente.
Per cui ho capito che per quelli che hanno la fortuna di vivere nel presente la vita è davvero più leggera e piena di opportunità, per tutti gli altri è un continuo dibattersi in una rete da pesca.
(Sono imbattibile coi sinonimi e le metafore!)
Ma ci provo eh? Ci provo di continuo, e ogni volta per 3 minuti ci riesco, e quando ci riesco mi sento anch'io fluire nella via lattea, poi però con un tonfo ritorno a terra con l'osso sacro dolorante.
E Mercoledì sera, provavo tutta fiera il mio nuovo affetta verdure, la mandolina per capirsi.
Avevo una mezza cipolla non troppo fresca, ma tanto mi serviva per la pizza.
E al solito facevo 5 cose insieme e pensavo ad altre 35, così quando la cipolla è volata via insieme ad un notevole pezzo del mio pollice destro, ho capito la lezione che l' Universo voleva darmi.
Che evidentemente quando decide di insegnarti qualcosa non ha mezze misure.
E me lo ricorderò per il resto della vita, ogni volta che guarderò il mio pollice mezzo monco: rimani nel presente, concentrati, fai una cosa per volta.
E non so se questa sia la cosa più umiliante o quella di sentirsi dire dalla dottoressa: "Ma si è fatta male al concerto del Primo Maggio?"