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Dovrei scrivere del matrimonio di Arianna e Giordano e lo farò prossimamente con dovizia di dettagli e rassegna stampa, ma poiché ogni evento funesto oscura immediatamente qualsiasi lieto avvenimento,eccomi a raccontarvi del mio pomeriggio di domenica…al lago di Martignano.
Odio i laghi con tutta me stessa.
Mi fa schifo l’idea del lago che non è altro che una pozza enorme con sotto delle turbine che aspettano solo di aspirarti mentre nuoti , odio l’odore del lago, la pesantezza dell’acqua che si avvicina al peso specifico del petrolio, il colore terroso, i gamberi di lago e tutti i pesci, (sono convinta che mentre nuoti nel marrone c’è una carpa di 181 chili a un centimetro da te, ma tu non la vedi) , odio la calma piatta del lago e soprattutto odio la melma mista a capelli e merda che hai sotto i piedi.
Questa è una mia fobia che non so come si chiami, ma sono convinta che Nino lo scoprirà: impazzisco se nell’acqua tocco con i piedi qualcosa di strano cioè qualunque cosa che non sia sabbia bianca.
Le alghe, i sassi, il terriccio, qualunque cosa mi fa venire una crisi isterica.
Nel lago siccome manco galleggi, sei destinato a rimanere avviluppato fra le alghe e i capelli di quelli morti lì prima di te e mentre ti dimeni vieni prima mangiato da una carpa e poi risucchiato da una pompa.
Perciò mi chiedo : ma con tutti i bei posti che ci sono al mondo ma chi gliel’ha fatto fare a George Clooney di comprarsi la villa sul Lago di Como?
Mah…comunque non è questo il punto, lo è solo in parte.
Domenica era un caldo così assurdo che pur di stare un po’ all’aria aperta propongo io stessa il lago ad Attilio e Cesare.
Perché direte voi, perchè Cesare (che li odia più di me), ne aveva sperimentato uno carino, trasparente, con l’erba, gli alberi e un allevamento di Terranova poco lontano.
Allettata dall’idea di farmi strattonare per i capelli da un cane di 2 tonnellate ogni volta che mi dirigo verso l’acqua, col buon Attilio (che odia i laghi) ci avviamo verso Martignano.
Compriamo giornali per 15 euro e via sulla Cassia Bis.
Arriviamo verso l’una, e, in effetti il posto è carino, c’è tanta erba, l’agriturismo vicino dove si può mangiare, il barrettino ben fornito di insalate e macedonie (sì okay quando sono andata a mangiare io erano già finite, ma quella è la maledizione e non ci posso fare niente!) insomma una situazione fattibile.
Dato il caldo indecente, tento un’incursione in acqua con le infradito. Nonostante l’impossibilità di nuotare con le infradito qualunque cosa pur di non toccare terra.
Solo che le ciabatte hanno fatto ventosa con la merda sottostante e si sono incollate al fondo costringendomi a nuotare come una marmotta moccolando in turco.
Okay niente bagno pazienza, tanto ero venuta per il sole.
Verso le 2 qualche nuvola si para all’orizzonte (notate come il lago,in quanto tondo, non possegga neanche un orizzonte) ma noi ignari continuiamo a leggere “ma guarda il cane di Totti ha salvato una ragazza, com’è che la Pierelli adesso fa la scrittrice? Ma sa scrivere? Questa nella foto è Martina Stella? Non ci credo Ricucci si sposa? Ma chi cazzo è Perrone? Bettarini con il tatuaggio sulle palle non si può guardare! Quanto odio Lapo Elkan….)
Pochi minuti dopo ecco le prime gocce, finito il sole : ore 14.01 e 7 euro di ingresso….
Nel momento in cui sarebbe stato opportuno correre verso l’agriturismo e fermarsi a mangiare o andare verso la macchina, mi chiama una tizia al telefono, e mi blocca per 10 minuti buoni.
In quei 10 minuti si scatena l’inferno e ci troviamo stipati sotto la tettoia di metallo del barrettino (un camioncino tipo quelli della porchetta) insieme ad altre 50 persone e bambini urlanti, ma non è tutto, eravamo anche sotto gli alberi! Te lo insegnano alle elementari che non si sta sotto gli alberi e vicino alle finestre con il temporale, è scritto anche nel Manuale delle Giovani Marmotte, lo sa anche Homer Simpson!
Comunque non avevamo alternativa, si scatena una tromba d’aria tale che non riuscivo a pensare altro che ai titoli di giornale: “Domenica al lago si trasforma in tragedia: fra le vittime anche una giovane scrittrice fiorentina ancora piacente”.
Nel mezzo del fortunale,vicino a 4 stallieri idioti che tracannavano prosecco dalla bottiglia urlando, decidiamo che è meglio morire annegati che fulminati e ci buttiamo a correre su per la scarpata con il vento contro e le secchiate d’acqua in faccia effetto Waterboarding di Guantanamo!
Ce la siamo vista bruttissima.
Arrivati all’agriturismo sotto la tettoia di mattoni, ci è preso uno sfinimento unico, sembravamo sul set di Lost.
Intirizziti, gelati dal vento, con tutta la roba bagnata,( con i giornali ci ho fatto delle maschere) entriamo nel ristorante dove il forno acceso per le pizze ci ha salvato la vita.
Ormai le 3 passate, ma a locale ancora pieno (vuoi per chi già c’era e per chi come noi è arrivato dopo), i proprietari hanno pensato bene, anziché di preparare delle merende, di chiudere la cucina, perché ormai sono le 3….
Quando il locale verrà comprato da dei cinesi (perché questa sarà la loro fine) arriverai alle 5 del mattino e potrai mangiare involtini primavera.
Siamo un paese destinato a soccombere.
Coi laghi ho chiuso.
Vostra Salt Lake Bosco
Ieri sera io e Attilio eravamo a cena da un “sushinese” dato che di giappo avevano solo gli occhi a mandorla e ci hanno stipati fuori fra altri 2 tavolini da 2.
In men che non si dica le mie orecchie si sono sintonizzate sulla conversazione alla mia sinistra e le sue a destra.
Noi non abbiamo più fiatato tanto erano avvincenti le storie degli altri due.
Per Attilio un sedicente boriosissimo musicista che aveva da ridire su tutto lo scibile, mentre lei che faceva qualcosa di attinente al teatro (ha parlato de “L’Assommoir” pronunciandolo tale e quale) raccontava delle ore di sonno che dorme quando ha tempo fra le 3 e le 7 fra le 5 e le 9 e fra le 2 e le 4. A fasce orarie come le tariffe telecom.
L’altra accanto a me ha fuso le orecchie dell’amica raccontando,concitatissima, la sua storia con tale (lo chiameremo) Marco, con cui aveva una relazione tira e molla.
Dopo essersi mollati decidono di riprovarci.
Tutto fila a meraviglia, amore e baci, poi un giorno lei si trova a casa di lui col cellulare scarico e siccome lui si è appena fatto l’I phone lei prende il suo telefono vecchio e ci inserisce la sua sim.
Ma…fa l’errore madornale di smanazzare nella sua rubrica e infatti ZAC! Trova un indirizzo mail sospetto…
Dite la verità che questa storia sta prendendo anche voi!
Credevo di essere a cena in realtà stavo lavorando…
Lei si segna questa mail (perchè comunque lui aveva dei precedenti) e a casa entra nella chat (ora il sito per pudore non lo posso scrivere ma insomma si capiva che era di una di queste community piuttosto conosciute) con l’account del fratello e si mette a chattare con questa, chiedendo se conosceva Marco.
Lei, gentile e disponibile, gli dice di sì e gli da un indirizzo del suo blog dove può addirittura vedere le foto e infatti trova le foto di questa tipa con Marco il giorno dopo che si erano lasciati,quando lei lo sapeva a macerarsi nel dolore!
Aspetta che Marco torna a casa e parte un cazziatone allucinante dove lui, nella migliore delle tradizioni, nega nega e ancora nega.
Si lasciano malissimamente con frasi del tipo “ridammi tutto quello che ti ho dato e pure i soldi!”, ma il bello ha da venì.
La sera il fratello entra in chat e l’ignara fanciulla si palesa riprendendo la conversazione del pomeriggio. Alchè il fratello cadendo dalle nuvole si scusa, ma le conferma di non conoscerla e aggiunge che forse era la sorella.
Apriti cielo.
La tizia mangia la foglia e capisce che lei era la fidanzata di Marco e lascia cadere la mannaia “ e digli a quella stronza che con Marco ci ho pure scoBIIIIP”
Solo che la nostra amica non poteva più lasciare Marco, perché lo aveva già lasciato ,e le rimaneva il dente avvelenato per non averlo potuto lasciare per il tradimento provato e non solo presunto.
Mesi dopo lui la richiama, lei tutta contenta risponde pensando che lui la voglia riprendere in realtà lui dice qualcosa del tipo “Sono rimasto fuori casa e tu hai ancora una copia delle mie chiavi”
Così si rivedono e lui continua a negare …Poi è arrivato il conto.
Mi dispiace non so com’è andata, se volete me la invento.
Più tardi per un birrino a Campo dè Fiori in un posto ben trucido come piace a me ero seduta accanto a una tizia che massacrava le palle al suo ragazzo con un tritacarne a 3 velocità dicendogli: “Perché ..cioè… tu non capisci che quando ero in ospedale, cioè sò stata ‘na settimana a nun sapè che c’avevo e nessuno me diceva gnente, ma a te nun te ne frega gnente!” mentre lui la rassicurava dicendo che comunque non “c’aveva gnente” e quindi che senso aveva parlarne, lei insisteva che comunque si era tanto preoccupata”
Era vestita come per un provino di Uomini e donne con tanto di ombretto azzurro.
In tutto questo Attilio ha dovuto riconoscere che in confronto a quelle 3 ero una passeggiata di salute e ho guadagnato 10 punti.
Vostra FidatyBosco
Che Gurb fosse un gatto strano l’avevamo capito, ma addirittura indemoniato non pensavamo.
Ieri sera mi chiama mio fratello e in sottofondo sento una specie di sirena della polizia. Quando gli ho chiesto se poteva spegnere la televisione perché non capivo nulla, mi ha risposto che il sottofondo era prodotto e interpretato da Gurb in piena crisi maniaco depressiva con punte isterico schizofreniche come segnalate dal DSM- IV.
Ora, è vero che dopo che è morta la gatta Vanessa non si sa dove sia finito lo spirito inquieto della nonna Licia, ma sospetto di saper dove sia andato da ieri notte, perché se al posto dei miagolii strazianti ci mettete frasi del tipo “Non ci voglio morì con teeeeee! Voglio tornare a casa miaaaaaaa!” vedete che l’allitterazione combacia.
La crisi è stata scatenata dall’aver visto l’ombra della gatta Grace che vive lì da 6-700 anni e che non se lo inculava proprio, forse non lo ha nemmeno visto, ma lui da quel momento in poi ha deciso che lei era il suo amico immaginario e si è nascosto sotto il letto impazzendo e strappandosi peli a ciuffi. La povera Blanche che,come tutte le femmine,ha la sindrome da crocerossina ha cercato di calmarlo in qualche modo andando avanti e indietro tra la camera e la cucina per cercare un Valium.
Quando è tornata con una camicia di forza lui le ha urlato qualcosa che suonava come “Vatteneviadiquiotammazzo!”
Vi giuro che è arrivata la vicina spaventata che qualcuno stesse morendo.
Lo psicodramma è durato 20 minuti, il tempo di bruciarsi qualche mazzo di neuroni e tornare ad essere il piacevole idiota di sempre tirando zuccate sulle gambe.
La Blanche ha preso il Valium.
Di palo in frasca:
Avete visto cosa succede a farsi prestare la casa da un compagno di Cabbalah? Succede che ti piazza la telecamera in salotto e ti fa i filmini mentre metti le corna a “gairici” e poi si fa pagare 2 milioni di dollari.
Nel frattempo tuo fratello rosicone scrive una biografia su di te in cui dice che sei stronza e arrivista.
Questo se ti chiami Madonna.
Vostra Cabbabosco
O meglio: ho veramente rotto i coglioni per andare a cena in quel ristorante spagnolo,che non convinceva minimamente Attilio,ragion per cui mi sono sentita in dovere di insistere ancora di più per andarci.
Arriviamo prima noi 2 e ci mettono in un tavolino da 2 nonostante aspettassimo una terza persona.
Il responsabile (anzi “il padrone” come lo chiamava la cameriera) una mezza sega vestito come Danny De Vito ne “I Gemelli” ma antipatico come uno qualunque del Grande Fratello, dopo averci fatto aspettare apposta una vita prendendo ordinazioni a tutti i tavoli meno che al nostro (perché avevamo aggiunto un altro tavolo) finalmente arriva da noi.
Vi ricordate la storia della maledizione che incombe su di me per cui in qualunque ristorante io vada quello che ordino io o non c’è o fa schifo o è sbagliato? Ecco stavolta ho battuto tutti i record.
Ordino qualche tapas per poter assaggiare tutti qualcosa e chiedo i 3 piatti che costituiscono il cardine della cucina spagnola: polpo alla gallega, frittata di patate e prosciutto serrano, (N.B. non sufflè con uovo di quaglia omozigote o pesce spada spinato da Alain Ducasse in persona…).
De Vito biascica con un tono scocciato che tutto quello che ho chiesto non c’è giustificando con affermazioni del tipo “non è la stagione delle patate, i polpi erano finiti e il prosciutto non si affetta con questo caldo! e ci obbliga a prendere altri piatti insistendo sul fatto che quello che avevamo scelto era poca roba (cazzo 15 euro ogni piatto se le porzioni sono piccole vuol dire che sei un ladro no?).
Roba dozzinale unta e bisunta oltre che cara, sarà mia cura comunicare a chi me lo richiede il nome del locale.
Si vede che mi era montata l’incazzatura,fatto sta che vado in bagno e quando esco,girando l’angolo, dimentico l’indice nello stipite e me lo chiudo nella porta.
Non vi dico che male, non ve lo posso dire a parole, non qui, forse con dei disegni o un supporto mp3. (Sarà mia cura comunicare a chi me lo richiede tutte le bestemmie che ho tirato)
Il resto della cena l’ho trascorso con una mano in un piatto di ghiaccio.
Incazzata col mondo.
Se fossi stata chessò…Sophie Kinsella,che sicuramente avrà un’assicurazione sulle mani di 40 milioni di sterline, stipulata dai Lloyd di Londra, adesso vi starei facendo scrivere da un amanuense di cortesia prestatomi per l’occasione (magari Moccia!)
Scherzo eh? Si fa per ridere ovviamente!
Per l’angolo della serva, donne normali come me ammirate queste foto.
Finalmente la prova che per entrare in una taglia 38 non devi mangiare una mazza, ma che se ti ingozzi di Magnum Temptation qualche chilo lo prendi e va pure bene così!
http://magazine.libero.it/gossip/generali/ne8416.phtml
Vostra gold finger Bosco
Sto cercando di drenare i liquidi bevendo una quantità indegna di acqua con i più dipsarati e orrendi concentrati di centella, ananas, tarassaco e le solite cagate che ti rifilano in erboristeria a un prezzo assurdo.
Oggi è luna piena perciò se vi sentite gonfi come me, o irritati come me o anche solo insofferenti come me, è tutto normale.
La pratica dello yoga è sconsigliata nei giorni di luna piena e luna nuova perché influisce troppo sul sistema nervoso, quindi ci si deve dedicare alla tecnica della respirazione Pranayama che potete tranquillamente copiare da questo video:
http://it.youtube.com/watch?v=h9ov8T4tpfg&feature=related
Ci ho riso un’ora.
Immaginavo l’omino (che fra l’altro sembra il Dott. Antinori) che metteva la telecamera sul comodino di nascosto dalla moglie!
Quest’altro è più chiaro:
http://it.youtube.com/watch?v=MyYPnhO8fzI&feature=related
Scusate ma oggi sono un po’ così, qualunque cosa pur di non lavorare!
Mi si dice che oggi è il mio onomastico, me l’ha detto Marika che a quanto pare apprezza anche nomi meno esotici di (Fort) Knox Leon!
E’ la prima volta in vita mia che mi fanno gli auguri, non so che dire grazie, sono commossa, ma devo festeggiarlo come un compleanno? O come mezzo, insomma devo pretendere un regalo dal mio fidanzato per esempio?
Gurb e Blanche stanno bene,vivono tutti e due incastrati fra il letto e la rete, ma a quanto pare molto felici di condividere questo spazio.
Daniel nel frattempo ha confezionato utili maglioni per l’inverno con il loro pelo e Gurb per sdebitarsi ha installato internet.
Vi abbraccio e vado a preparare i festoni
Vostra Santa Bosco
Mi perdonerete la latitanza, ma l’estate e la penuria di argomenti, mi rendono decisamente meno assidua del solito.
Ieri ero al supermercato intenta a scegliere del pan carré senza strutto (impresa non da poco) quando ho ascoltato per la prima volta attentamente le parole della canzone di Jovanotti quella che fa : “ A te che sei na na na na na na na na na na na na ……” e devo dire che è proprio bella, non pensavo l’avrei mai detto, si vede che invecchio e divento sentimentale.
La cosa positiva è che mi ha tolto dalla testa il jingle del "Caffé Palombini" cantato da Pippo Baudo,che mi ossessionava dalle 7 di mattina.
Marika giorni fa ha scritto: “Mi piacciono i nomi dei gemelli di Angelina Jolie e Brad Pitt”
Bene, questi nomi sono: Knox-Leon e Vivienne-Marcheline. E ho detto tutto.
Sto sperimentando una fastidiosa maledizione da ristoranti che anche Attilio ha notato,facendone purtroppo le spese perché poi metto il muso a lui: tutte le volte che ordino qualcosa o è finita, sbagliano cottura, o fa schifo.
Ieri sera avevano appena finito tutta l’insalata del quartiere (è la terza volta che succede), l’altra settimana alla domanda “come lo vuole cotto il tonno?” ho risposto “quasi crudo” e mi hanno portato una braciola nera (che cazzo me lo chiedi a fare allora?) mi chiedono se l’orzo lo voglio in tazza grande e me lo portano in tazza piccola, bo? Deve essere un problema di comunicazione interrotta che avviene o a livello mio e del cameriere o del cameriere col cuoco. In compenso quello col conto non si interrompe mai....
Non ho potuto portare Gurb personalmente da mia madre domenica,perché non avevamo un trasportino, nemmeno i miei vicini (che saluto perché dopo mesi abbiamo parlato!) e nemmeno i vicini di mia madre, perciò a malincuore ho dovuto delegare questa operazione a lei e mio fratello.
Dopo 3 traslochi ormai conosco lo schema di Gurb e so che,ad un occhio inesperto,può essere un’esperienza traumatica.
Intanto riesce ad irrigidire tutto il suo corpo pur di non entrare nella gabbietta come un aquilone di marmo, anche la coda diventa un pezzo di legno che puntella a mo di leva di primo grado e poi le urla umane che fanno accorrere la protezione animali.
Raccontarlo è un conto, ma viverlo è un altro, infatti non ho mai parlato così spesso con Daniel come ieri:non credeva ai suoi occhi!
Avevo lasciato una lunghissima lista di cose da fare: portate via il tiragraffi, le pappe, i croccantini, il distributore di croccantini con le istruzioni solo in inglese, i giochi compresa la playstation, l’I pod di Gurb, il pettine e una mia maglietta intrisa del mio odore per non sentirsi abbandonati.
In più 50 euro per varie ed eventuali,che mio fratello ha detto essere diventate 47, 80 si vede che Gurb ha ricominciato a fumare.
Durante il tragitto fra casa mia e casa loro mi ha chiamato 3 volte.
“Fede, è stata una tragedia non puoi capire”
“O sì che posso! Come stanno?”
“La Blanche bene,sta ascoltando Jimy Hendrix a palla e Gurb….aspetta te lo passo”
“Gurb tesoro, come stai? Stai tranquillo!”
“MEEEEEOOOOOOWWWWWWWMMMMMEEEEEEEEEEOOOOOOWWWW!”
“Oddio Gurb stai calmo, non è come pensi tu, non è un rapimento!”
“MMMMMMMMUUUUUUAAAAAAAAOOOOOOOOO!”
“Ma no, dai vedrai che starai bene, c’è il giardino!”
“Ehm Fede forse è meglio che tu non gli parli, si sta agitando!”
Da non credere, ha cominciato a miagolare così forte che sembrava davvero mi stesse raccontando tutto.
Una volta a casa si è infilato fra la rete e il materasso del letto ricreando una pressione e un buio tali come solo in una simulazione della Fossa delle Marianne.
Forse in una reincarnazione precedente era un pesce degli abissi.
Di solito Gurb ci mette 5 giorni a degnarsi di uscire e mangiare qualcosa. Visto l’inizio pensavo molto peggio, in realtà alle 10 di sera ha abbandonato il nascondiglio ed è andato a prendere ad amichevoli testate mio fratello,che si è messo la mia maglietta e ha cominciato a parlare come me in modo che non mi dimentichino tanto in fretta.
Anche se ormai non sanno più chi sono, e pensare che li avevo nominati unici eredi!
Sob…che ingrati.
Vostra delusa dalla prole Bosco
Siccome ogni promessa è debito, eccovi le foto che ho finalmente scaricato.
Intanto eccone una splendida che ritrae Martina col suo sombrero:
Qui siamo io e Atti per il nostro anniversario. Avevamo deciso di bere del Berlucchi in macchina sotto la casa dove abitavo l'anno scorso a Roma, solo che faceva un caldo pazzesco, mi ero dimenticata i salatini e non siamo riusciti a venire decentemente in foto (questa è l'autoscatto migliore...)
Ed ecco la piscina dell'Hotel di Portofino che mi sogno la notte.
E una scultura che era in Hotel e che io avrei intitolato "Catarsi in mano"
Per finire ecco una foto della mia spavalderia durante il volo da Genova, notate la sicumera (anche questo è un autoscatto)
Oggi porto Gurb e Blanche da mia madre, loro non lo sanno, sarà uno shock, non hanno mai visto un filo d'erba in tutta la loro vita, spero che non sia troppa natura tutta insieme e che me li veda tornare con l'autobus.
Non mancherò di raccontarvi lo psicodramma.
Vostra Catfree Bosco
Bene carissimi,
sono rientrata alla base giusto qualche giorno e ieri ho avuto la netta sensazione che fosse uno di quei giorni che io definisco “Pesci: rimanete a letto!” che è un’ uscita di mio fratello quando andava ancora al liceo e sentiva l’oroscopo del TG5 mentre faceva colazione.
Una volta che ho deciso di partire per Firenze, tutto ha cospirato per remarmi contro. In queste situazioni penso sempre che sia il destino che non vuole che tu raggiunga una determinata meta perché non è ancora arrivato il tuo momento (in tal caso almeno la lista delle ultime cose è fatta!).
Decido di prendere il treno delle 14.55 e scendo alla fermata sbagliata, poco male se non ci fosse stato il clima di Tel Aviv.Con le scarpe che affondano nell’asfalto liquido ne raggiungo un’altra dove passa l’unico autobus al mondo che mi porta a Termini.
Sull’autobus sale un nero senza la maglietta che aveva l’aria di aver corso parecchio e si siede in uno di quei posti che sono in realtà degli strapuntini dove si siedono solo i parenti prossimi di chi occupa il sedile vero e proprio e la povera giapponese che era seduta lì si è vista bloccata dall’energumeno mezzo nudo che puzzava di sudore non potete capire quanto. Lei ha dato dimostrazione di un savoir faire tutto nipponico voltando discretamente il viso verso il finestrino cercando forse il martello per spaccare il vetro.
A Termini arrivo che stanno già annunciando la partenza del mio treno, riesco comunque a comprare il biglietto e scapicollarmi fino al binario sudata e puzzolente come il nero di cui sopra.
Mi siedo aspettando di riprendere colore e misteriosamente il treno non parte. Il capotreno continua ad andare su e giù nella carrozza inciampando continuamente in una valigia gigantesca di un turista. Mi chiedo perché viaggino sui treni con queste valige pachidermiche che sembrano contenere la libreria Billy già montata!
Il povero capotreno continua a inciampare e maledire il turista.
Si capisce che il problema è una porta che non funziona. E che sarà mai? Abbiamo detto, non la useremo!
Ma no i signori di Trenitalia, che sono dei precisi, ci hanno fatto aspettare 45 minuti che è il tempo giusto per andare dal binario 1 alla prima tipografia disponibile,dove il proprietario è in pausa pranzo, aspettare che finisca, scegliere un colore vivace e un font accattivante per l’avviso,tradurre in inglese “porta fuori uso” con meno di 3 errori, sbagliare le prime 5 copie, pagare, ritornare indietro a comprare lo scotch e finalmente appiccicare sulla porta guasta il suddetto avviso!
Una volta partiti mi viene in mente di mettermi il burro di cacao che tengo in una pochette che sento insolitamente umida e vedo,colorata di verde.
Siccome la mì mamma, donna di sani principi, mi ha sempre insegnato “che non si butta via nulla” ero partita con una bustina di valeriana già aperta nella borsa e non mi ero accorta che aveva fatto l’acqua e che si era già “spanta” ovunque con un puzzo tremendo come solo la valeriana (l’insalata intendo) può produrre.
Arrivo a Firenze con un’ora di ritardo, ma con un piacevole frescolino che svanisce subito una volta raggiunta la pensilina degli autobus dove mi accorgo che hanno cambiato il senso della circolazione e il mio autobus è sparito.
Per cercare dove fosse la fermata nuova (ovviamente sotto il sole) ne ho persi 2 e ho dovuto aspettare un’altra mezz’ora,per scoprire alla fine che stanno rifacendo la via dove abito e quindi hanno soppresso anche quella fermata.
Fiuuuuu, però che culo sono a casa.
Apro la porta e scopro che i gatti hanno vomitato su ogni superficie purché non lavabile e anche in verticale.
E’ il loro modo di darmi il benvenuto.
Mia mamma si è offerta di tenerli per un po’, ho una mezza idea di lasciarglieli davanti alla porta con una fornitura di croccantini vitalizia, suonare il campanello e scappare!
Vostra finally home Bosco