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Chi l'avrebbe mai detto che imparare ad andare in bicicletta fosse poi la metafora della vita.
Il nonno ti tiene il sellino mentre goffamente pedali cercando di tenere fermo il manubrio che per qualche oscuro motivo se ne va per i fatti suoi e mentre sei lì che ti concentri su tutte queste cose continui a urlare non mi lasciare eh? Mi tieni vero?
No no stai tranquillo non ti lascio risponde la voce.
Allora ti rilassi un pochino sapendo che se proprio tu dovessi cadere c'è qualcuno che ti tiene.
Pedali pedali pedali e sei euforico, felice, e impaurito e vorresti chiamare tutti ad affacciarsi alle finestre per vedere come sei bravo, ma ti senti così poco sicuro che se fai tanto di alzare una mano per salutare il nonno sai che picchierai la faccia per terra.
Un momento che ci fa il nonno làsul marciapiede, non mi stava tenendo il sellino?
Ed ecco come va,qualcuno ad un certo punto toglie la mano e tu te ne vai da solo a pedalare per il mondo con una paura pazzesca e ogni tanto cadi e ti sbucci le ginocchia, a volte il mento,altre il gomito.
A volte pedali con qualcuno, altre volte tutto da solo per chilometri, a volte fori una gomma e altre piove a dirotto.
Però tutto sommato in questa grande, meravigliosa, lunga e fantastica corsa vedrai tramonti e cieli stellati e il nascere del sole e il fiorire dei prati, il mare in tempesta e la neve sui rami e tutto questo ripagheràdi tutta la fatica.