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Splendidi meravigliosi son tornata!!!
Sono l’unica al mondo che non vede l’ora di tornare dalle ferie perché ha nostalgia del blog!
Ho appena appoggiato le chiappe sulla mia sedia dell’Ikea e letto i vostri commenti, e,giuro che avevo le lacrime agli occhi, grazie a Ilaria e Marika e Lella per avermi scritto sms per sapere come andava,il fastidioso Valerio stizzito perché non tornavo dopo aver fatto 6 settimane di vacanza (mandate anche voi il cv alla Menarini!) Dis Ad e la sua diarrea (pare che quest anno sia un must, un po’ come il lavaggio del colon, comunque anch’io mi sono sfregiata sui fottuti coralli) Nino che è andato nei pazzi per cercare le mie omonime (Fortune Silvio di Tampa Florida è uno zio di mio padre morto quest anno!) Paola è arrivato il tuo pacco! Cinzia la regina di Photo shop mi ha mandato un fotomontaggio da urlo, e la Simo vabbè un genio, Mauro grazie per la cartolina.
Ragazzi vi adoro!
Per quanto riguarda il mio ritorno,era meglio se prima di partire leggevo l’oroscopo,perché sono 4 giorni che i trasporti mi sono avversi.
La vacanza quest anno è stata satellitare, nel senso che io, Alessia e Ale Phibbi siamo rimasti dall’inizio alla fine, gli altri sono passati tipo satelliti in transito.
A Paros siamo stati come “Popi”fino al momento di partire,non tanto per la nostalgia,ma perché mai come quest anno i nostri amici avevano problemi con i mezzi di trasporto.
Prima che qualcuno dica “senti da che pulpito” la mia paura atavica degli aerei è ormai conosciuta, ma sapete anche che non ho affatto paura di volare se l’aereo è stipato di alcolici, mentre l’80% dei nostri amici ha disertato per i seguenti motivi:
-ho un problema con i charter
-ho un problema con gli autobus
-ho un problema con i traghetti
-ho un problema con le ferie
-ho un problema con le isole
-ho un problema con voi
(Il babbo di Ale Phibbi, quando portava lui e il fratello piccoli in vacanza in giro e loro si lamentavano dei cibo,diceva : “Voi vu state bene ma a Via Ripoli!”)
A tutto questo si è aggiunto “ho un problema con i treni!” così da Paros,anziché arrivare al Pireo e prendere un treno comodo comodo per l’aeroporto, ci siamo trovati a raggiungere il porto di Lavrio (?) per prendere il ””””comodissimo e rapidissimo”””” autobus per Atene.
Il porto di Lavrio è un porto che più greco non si può,dove se non hai fatto la maturità classica non hai nessuna,dico nessuna speranza di cavartela, fortuna che il Phibbi almeno aveva studiato la matematica ed è riuscito a capire a occhi e croce la direzione degli autobus.A Lavrio anche i tassisti se ne fottono di dove vuoi andare e dei tuoi soldi, non ti capiscono e per evitare beghe non ti portano, un po’ come un giapponese che si trova a Lucolena in Chianti, che può solo sdraiarsi e fingersi morto e aspettare che qualcuno lo porti via con un sacco.Saliamo sull’autobus,sollecitati dalle urla del bigliettaio più incazzato del mondo,(che si è quasi fatto venire un ictus perché avevano spostato una valigia,o almeno credo perché urlava solo in greco,)per percorrere 40 km attraversando il nulla, senza la più pallida idea di dove stessimo andando,col sottofondo dei colpi di tosse di un tizio con la tbc.
Che culo amici!
Tempo impiegato: 2 ore esatte,come andare da Firenze a Grosseto con sosta all’autogrill,ordinando un panino Camogli,una coca Zero e una puntatina in bagno.
Ad Atene ci attendeva il tipico clima accogliente degli incendi: temperatura 49 gradi e umidità amazzonica.Dopo che “ho un problema con i treni” ci ha lasciati per andare all’aeroporto in taxi, siamo ritornati ad essere “il trio all’erta e pieni di brio” e sospinti dalla solita “serendipity” siamo andati a cena in un ristorantino fresco e piacevole dove abbiamo scoperto un vino buuuonissimo di Santorini.
Dopo la cena abbiamo cazzeggiato in giro e siamo finiti in un bar dove creano liquori con fiori e frutti,dove Ale Phibbi ha conosciuto un personaggio (per avergli fracassato inavvertitamente un bicchiere addosso)
Il personaggio in questione dopo averci dato un’occhiata e, al solito, non essere riuscito a capire l’intreccio (per chi non lo sapesse Alessia e Ale stanno insieme, tutto qui), si è prodigato in stronzate da sensitivo del “Bagaglino” dicendo cose tipo:
A te piace correre nuda sull’erba bagnata, ti piacciono i gatti e il cioccolato fondente.
A te piace stare in metropolitana all’ora di punta indossando un pigiama giallo, ti piacciono i cani e i sandali.
A te piace portare un capretto sulle spalle camminando sui trampoli e farti gettare sabbia negli occhi.
La fiera delle supercazzole insomma,terminata quando gli ho chiesto quando Alessia avrebbe trovato l’uomo della sua vita e Ale Phibbi l’uomo della sua al che lui è apparso confuso e ha detto qualcosa tipo “quando smetteranno di cercare”.
L’indomani partivamo alle 14.00, ora perfetta per me per cominciare a bere senza sembrare una signora eccentrica (Phibbi mi ha soprannominata Peggy Guggenheim da quando ho insistito a voler bere vino in una tazza) così bevo una birra e comincio a girellare per il duty free dove trovo il vino di Santorini e ne compriamo 5 bottiglie (la cassiera ci ha detto “potete portarne quante ne volete, tanto pagate le tasse”, commento del Phibbi “potete portarne quante ne volete, purché vi entrino nel culo!”
Con rinnovata fiducia nella vita e nella vita dopo la morte, ci imbarchiamo su un aereo marcato Airone, accolti da uno staff di buffoni,fra cui uno steward identico a Raffaele Paganini (il ballerino) che fa questo mestiere perché la mamma gli ha detto che lavorare a Zelig come avrebbe voluto lui avrebbe fatto dispiacere al babbo.
Ci siamo seduti nelle exit row e Raffaele ci ha sussurrato “se l’aereo cade o c’è un ammaraggio dovete permettere agli altri passeggeri di scendere…sono cose che vi devo dire così per protocollo,ma non servono a nulla…!”
“Scusi” dico “questa è ironia o sarcasmo?”
Ridendo si è allontanato
“No scusi, qui c’è scritto in caso di emergenza chiamare l’ 199,che vuol dire che mentre stiamo cadendo devo trovarmi un telefono fisso per chiamare la Airone?”
“Ha ha! no no a quel punto non serve più a niente”
Ammutolita e con la fronte aggrottata anche se mi riprometto sempre di non farlo,stringo la mia bottiglia al petto, ma Raffaele mi prende il sacchetto.
“Questa la prendo io!”
“No…lasci perdere, mi creda, ci metto un attimo a berla, mi dia solo un cavatappi….lei faccia pure la sua dimostrazione, la prego me la ridia!”
“Signorina non insista, dobbiamo partire!”
Scoglionata come se l’Italia avesse perso ai rigori,mi siedo e l’aereo parte.
Ecco che comincia il solito teatrino con Ale Phibbi attaccato al finestrino “uuuhhh guarda, un cane marrone!” e Alessia che improvvisa una pantomima coi pupi siciliani.
Assolutamente sprovvista di benzodiazepine,assaporo il momento in cui potrò bere qualunque cosa che mi stordisca abbastanza, ma al momento che il carrello arriva accanto a me, si avvera la profezia di Celestino, la mia vera paura dell’aereo ipotizzata dal Phibbi all’andata: “te non hai paura di volare, hai paura che non ti diano da bere in aereo!”
Ecco che alla mia domanda “Cosa avete di alcolico” l’altro steward mi guarda con un certo disprezzo ed esclama:“la nostra compagnia è contraria a servire alcolici” (si ma abbiamo pagato come all’andata dove è mancato poco che ci facessero le unghie, come si spiega?? vagli a dire che non ho un problema con l’alcool ma con tutto quello che ha a che fare col volo, sì anche con Fabio?
Alessia: “avete qualunque cosa che fermenti?”
Poco incline agli scherzi mi rifila una coca e un panino di caucciù al piccione.
Cerco di intercettare la hostess (identica a Pulsatilla soprattutto nella simpatia) per sentire se posso accendere l’I pod, ma lei mi guarda come per dire “ho di meglio da fare” tipo finire “unisci i puntini”.
Non avendo nemmeno niente da leggere,vado in bagno e mi accorgo che è peggio di quello della libreria Edison a Firenze,che a sua volta è peggio di quello di Trainspotting.
Comincio a odiare quel posto e tutto lo staff con tutte le mie forze.
Il volo è breve, ma se non hai un cazzo da fare,diventa una lenta agonia per quelli come me, ma cos’altro poteva accadere alla Bosco perfettamente lucida,senza niente da mangiare, da bere e da leggere,con la consapevolezza di essere su un aereo Playmobil protetta da una cinturina (ha ha ha) di sicurezza (ha ha ha) con il pilota che ha preso il brevetto a Mirabilandia,che fa l’annuncio con voce strascicata “splendidimeravigliosi, e sale sale e non fa male, iuhu, ora s’atterra e vi cao sur petto!” (straconvinta che abbia bevuto la mia bottiglia) ecco, in tutto questo cos’altro poteva succedere?
Che,come dice il Phibbi ,si entra in una nuvola, come dico io, si sta per morire!
L’aereo comincia a ballare tipo Tagadà, io penso che morirò come Lady Diana a (quasi) 36 anni, Alessia mi dice: “stringimi pure la mano!” al pronto soccorso le hanno dato 8 giorni.
Sento distintamente quello che ho poi definito “il difficoltoso arrancare del velivolo” e che il Phibbi ha definito (dopo avermi ricordato di rimanere a Via Ripoli) una normalissima routine specialmente ad Agosto, cercando poi di impedirmi di applaudire dicendo “applaudi quando ci restituiscono i bagagli!” per poi tornare a guardare un cane marrone.
Distrutta ho recuperato le bottiglie e dopo solo 2 ore abbiamo recuperato le valige al “cialtroporto” di Fiumicino.
Così dopo un giorno passato a cercare di smaltire i livelli di stress accumulato e che mi ha fatto perdere tutta l’abbronzatura e uno a riempirmi gli occhi e il cuore dell’uomo che amo (Phibbi se fai qualche battuta ti do una testata) prendo un treno che avevo prenotato per telefono (costo dell’operazione € 7) e ricordo perfettamente di aver pronunciato le parole “voglio prenotare un Eurostar” ,invece mi sono trovata su un Euronotte Napoli-Nizza insieme ad alcuni zingari con un agnello col tutù con i quali ho tenuto banco giocando a 3 carte vincendo sempre.
Mi hanno proposto di aprire una società la “keep desk s.r.l”.
Informazione di servizio
Domani domenica 26 agosto presento “L’amore non fa per me” nel parco del castello Pasquini di Castiglioncello presso la Limomonia – (le vecchie scuderie adesso ristrutturate e adibite a Wine Bar), a partire dalle ore 18.00 circa.
Oibò com’è tardi io vo ma a letto!
Bona ugo!