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La canzone adatta al mio rientro a casa dopo 4 giorni (visto che vi siete tutti intrippati coi cartoni) è :
"CIU CIU CIU ..CIUFFIDIGATTO!!" a causa della quantità di peli che ho trovato varcando la soglia, (sufficiente a tricottare un paio di muffole) insieme allo sfacelo che si incontra all'indomani di un rave: vomito per terra,gatti spiaggiati e resti di croccantini.
Questo ha rafforzato in me l'ipotesi che,in mia assenza ,Gurb e Blanche invitino "gente" e "facciano cose".
Già immagino la conversazione:
Gurb: "Quella alta è andata via, perchè non invitiamo i nostri a-mici!
LOL (RISATE DI SOTTOFONDO)
Blanche: O Gurb,sei una sagoma!!
Bene torniamo a noi.
Mercoledi sera vado a Roma e trascorro una delle serate più belle della mia vita.
Giovedi mattina parto per Tarquinia dove avevo la presentazione al campeggio.
Sono partita di mattina giusto per approfittare della giornata di mare che,ancora quest'anno, ho visto col lanternino. (tipica espressione pisana)
Arrivo a Tarquinia e mi viene presentato "lanimatore" che mi presenterà il libro.
Un Bruce Willis de noantri le cui prime frasi sono state "io costo molto", "sono invincibile " ( o immortale non ricordo, magari ha detto unbreakable") e "non ho letto il tuo libro".
Insieme a frasi come "l'anno prossimo vado in Oregon ad aprire un banco di supplì" e "sono un maschilista" e "leggo i libri cominciando dalla fine" ho capito che era il pezzo mancante della mia collezione dello "zoo di mentecatti di vetro" (scopri la citazione e vinci una colazione con la Bosco a base di Hero diet ai mirtilli!)
In spiaggia mi sono trovata circondata dal cast completo di "domenica d'Agosto" Ave Ninchi, Aldo Fabbrizi (Ale Phibbi dice che ultimamente raddoppio tutte le B allora ho cominciato a chiamarlo Phibi e Phoebe) e Carlo delle Piane.
Il mare era un'enorme distesa di alghe, ci sono entrata solo per fare pipì e sono rimansta prigioniera, mi hanno dovuto slegare a colpi d'accetta.
Una cosa che mi incuriosiva parecchio era che,nonostante il campeggio fosse in una enorme pineta e le tende montate su un tappeto di aguglioli, la gente continuasse a buttare mozziconi accesi per terra.
D: Ma non avete paura degli incendi se buttate le sigarette per terra?
R: No, l'autocombustione non esiste!
Dal sussidiario : dicesi autocombustione l'accensione (o ignizione) apparentemente spontanea di un materiale infiammabile, che avviene in determinate condizioni di pressione e temperatura.
Non si fa cenno a un mozzicone di sigaretta volontariamente gettato su un mucchio di aguglioli.
Ma chi sono io per sparare giudizi ? Così ho mentalmente pregato che se proprio doveva bruciare tutto, che succedesse il 28 Luglio dopo le 12.00.
La presentazione è andata bene, dato che ho comunque 5 anni di “pubblico ludibrio” sul groppone targati “Club Mediterranée” (ancora non ho pubblicato le foto di me vestita da Puffo e chiusa in una bara, ma lo farò presto) e comunque Bruce è stato a livello della sua parcella, ma non avevo dubbi data la mia grande esperienza coi “narcisisti” .
L’indomani mi faccio accompagnare alla stazione di Tarquinia (ovviamente chiusa) per il mio treno delle 11.28.
Alle 12.08 non vedendo arrivare nessun mezzo su rotaie, chiedo all’unico che potesse aiutarmi: il barista, cosa potrebbe essere successo e lui mi risponde in tono serafico “ah no ma quello delle 11.28 non è un treno è un pullman”
"Un pullman …sulle rotaie?"
"No davanti alla stazione"
"E dov’era scritto?"
"Nell’orario dei treni, accanto all'orario c'è disegnato un bus piccolissimo"
"Ah…logico"
Ma come cazzo faranno i turisti?
Il treno dopo era alle 14.30 e 2 ore alla stazione di Tarquinia mi sembravano peggio di 2 ore sotto il sole al concerto dei Sigue Sigue Sputnik…
Chiamo un taxy da un numero incollato sulla cabina telefonica.
Dopo 15 minuti arriva una signora con una 500 che mi dice (con lo stesso accento della Bellucci in “i fichissimi”) “Chestaspettartaxypercivitavecchia?”
E così me ne salgo su una 500 gialla la cui proprietaria mi dice che si è scordata il libretto delle fatture, ma che me la manderà in settimana, siate gentili, ricordatemi di sollecitarla se non ho saputo niente mercoledì prossimo, sono sempre 35 euro sapete com’è.
Alla stazione di Civitavecchia prendo un treno per Termini dove ad ogni fermata salivano zingare che mi appoggiavano in grembo bigliettini del tipo “io povero tu da me soldi”, e a parte questo il viaggio è stato tranquillo finché un’ enorme famiglia di nazionalità a me ignota, ha deciso di far sapere a tutti (cioè a me) che avevano un bambino di 3 anni che stava imparando a usare l’ugola.
I bambini mi piacciono solo quando ho un I pod nelle orecchie a manetta, perché mi sembra di guardare un acquario, vedo le bocchine spalancarsi all’inverosimile e non sento assolutamente niente ed è stata la mia unica forma di difesa contro il teppista nano.
La sera presentazione a Ostialido per “l’approdo alla lettura”, salgo in taxy con la mia nuova Ufficio stampa che di cognome fa Cacace
"Posso chiamarti La Tata?"
"No, non puoi!"
"Ti prego, non resisto!"
"Ok, ma non farti sentire"
A Ostia Lido sono carini, alla fine della presentazione mi regalano sempre una targa con scritto “A Federica Bosco per il suo prezioso contributo” anche se poi quando invito gente a casa c’è sempre qualche buontempone che commenta “che contributo hai dato al comune di Roma?”.
Vabbè…c’era un bel po’ di gente anche perché dopo di me c’erano i Neri per caso.
Da un po’ di tempo mi guardo bene dal dire che tengo un blog, perché dopo non posso dire liberamente quello che penso e devo andare per metafore.
L’indomani mi trovo da "Mango" nel sottopassaggio di Termini per un giro di shopping compulsivo e trovo un paio di jeans meravigliosi con un unico difetto: taglia 36.
Voi sapete che in natura la taglia 36 non esiste, così me l’appoggio sulla spalla nella speranza (vana) di incrociare una commessa che mi possa aiutare e trovare un taglia vera.
La trovo (la commessa) , ma lei mi invita a non disturbarla con futili richieste e perciò me la cerco da sola. Quando sto per perdere le speranze ecco che vedo, appesa allo stand degli abiti già provati, una taglia 46, un miracolo.
Entro in camerino, me li provo,perfetti, mi dico di fare attenzione a non scambiare le 2 taglie, esco, appoggio la 36 vado alla cassa li pago e trono a casuccia, sudata fradicia, stanca, ma soddisfatta.
Tutta fiera tiro fuori dalla busta il mio jeans delle meraviglie e la meraviglia è solo mia quando mi accorgo di essere stata vittima del gioco delle 3 carte, che mi sono fatta da sola….
Ho preso la 36 non chiedetemi come…
Ho chiamato subito il numero sullo scontrino dove ho dovuto discutere per 10 minuti con un tizio che mi ha ripetutamente fatto notare che l’errore non poteva essere che mio, sono sicura di aver usato parole come “misunderstanding” e “bi polare ”, ma la mia ansia era praticamente incontrollata, visto che ogni minuto che passava era una possibilità in più di perdere il mio jeans perfetto.
Altri 25 minuti per leggere il codice a barre (“non il primo, no nemmeno il terzo, non le prime 3 cifre, no quell’altro, non l'altra etichetta, no l'altra ancora!” e altri 7 minuti per cercarlo.
Ce l’abbiamo fatta non so come, il Dio Levi’s ha chiuso un occhio.
Calerio è ritornato all’ovile, mi ha garantito di avermi portato un regalo, anche la piccola Lullah è tornata e spero che anche lei mi abbia portato un regalo!
A proposito di regali….guardate un po’ qua??
Vostra Tiffany…