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Sabato 16 Maggio  sarò al Salone del libro di Torino in veste di turista, se qualcuno mi vuole incontrare ha ottime possibilità .
Dunque, come preannunciato giorni fa,il commento di Nino mi ha ispirato questo post, (per la gioia di chi mi ha scritto dopo 3 secondi: “NOOO BOSCO IL POST TRISTE NOOO!†vero Simo?).
Il commento di Nino (che riassumo in “Fede, anche se ci fai 2 palle così con lo yoga e il vegano, è bello vedere che certe cose fanno star meglioâ€) mi ha fatto riflettere su come io sia arrivata al decidere di volermi più bene e a quanto tempo mi ci sia voluto.
Volersi bene è una cosa che dovrebbe essere innata, una normale e sana spinta a preservare quello che la natura ci ha generosamente concesso, non un tiro a segno ai neuroni specchio.
Invece per quasi tutta la mia vita, o almeno da un certo punto in poi, il mio è stato più un vago tentativo di cercare di uscire da una nube tossica di cattive abitudini che comprendevano:stare a dieta ad acqua e acqua per 2 settimane, mangiare stomonnoequellartro per le successive due, bere smodate quantità di alcol, ammazzarmi di palestra, buttarmi in relazioni sbagliate a corpo morto e chiedere al mio medico di testare su di me nuovi ansiolitici.
Posso dire tranquillamente che per molti anni ho vissuto resettando continuamente la mia vita, cambiando casa, lavoro, fidanzato, e sentendomi sempre costantemente sola e inadeguata.
Cosa che effettivamente ero perché non ho mai avuto nessuno che mi indicasse anche solo vagamente una strada e quindi per trovarne una più vicina alle mie inclinazioni ho dovuto batterle tutte (questa frase che potrebbe dare adito a malintesi è assolutamente metaforica!)
Non stavo mai bene, ero sempre depressa e in ansia, flagellata dai disturbi alimentari, sempre a cercare di mantenere le aspettative degli altri seguendo un’immagine che non era affatto la mia ( in casa mia erano convinti che avrei dovuto essere qualcuno in tailleur e tacco 12 che avesse a che fare con qualcosa di “top†e “ figo†magari in ambito commerciale e ora mi chiedo: ma che cazzo significava???)
Ecco il perché del mio vagare senza meta alla ricerca della me stessa che ovviamente era qui, ma non sapeva a chi somigliare dato che non ne andava bene nessuna.
Non so se certi livelli di consapevolezza si raggiungano comunque per raggiunti limiti di età , ma posso dire che oggi mi sento veramente un’altra e che non tornerei indietro a qualche anno fa nemmeno in cambio di un milione di euro (aspettate che ci penso un attimo…no no, confermo,nemmeno un milione di euro, tanto non me li sarei spesi in psicofarmaci!).
Perciò,non essendo nessuno per poter dare consigli di sorta, quando trovo qualcosa che mi fa star bene ho subito voglia di condividerlo con il resto del mondo, pur rendendomi perfettamente conto che ognuno ha i suoi percorsi da seguire.
Lo yoga si è impossessato di me senza che io glielo chiedessi, ho “sentito†che mi faceva bene, che mi dava concentrazione, “focusâ€, e benessere a un livello interiore che non so descrivere a parole e voi sapete bene che sono una che si fa violenza per fare le cose e che quando le fa è sempre con quel malsano senso del dovere accompagnato dalle frustate del gatto a nove code della coscienza.
Tutti quelli che fanno yoga a un certo livello cominciano a sperimentare varie esperienze: sentire il bisogno di punto in bianco di diventare vegetariani, provare emozioni inaspettate, maggiore empatia verso il prossimo, un maggior rispetto di sé e degli altri, ascoltare il proprio respiro, liberarsi dalle costrizioni e godere dello stare scalzi e comodi, amare di più il proprio corpo, sentire una necessità di spiritualità maggiore e di minore caos. Ci si accorge che  la concentrazione è maggiore nella vita di tutti i giorni, il respiro migliora le funzioni vitali, l’ansia si placa, il pensiero è più lucido, l’energia circola senza intoppi, da qui il desiderio di purificare il proprio corpo e non intasarlo con le  tossine, ci si incazza meno rapidamente e magari ci si incazza meglio.
Questa scelta mi ha fatto così bene da permettere alla mia vita di cambiare radicalmente e per questo mi sento di consigliarlo, non perché io sia diventata improvvisamente un asceta, che si aggira per casa in una nuvola di fumo che Attilio sventola con un ventaglio di piume di pavone, ma mi piace aver riscoperto una parte che avevo dentro di me da sempre e che non sapevo come tirare fuori e adesso godo letteralmente nel rendermi conto dei cambiamenti del mio corpo giorno dopo giorno e mi piace ascoltarlo e viverlo come non avevo mai fatto prima e sinceramente il mio unico rimpianto è di non aver cominciato 10 anni fa.
Poi,insomma, se è una cosa che gli indiani fanno dalla notte dei tempi, un po’ dovrà funzionare no?
Per questo ho voluto condividere con voi questa mia cosa, perché siete cambiati e cresciuti insieme a me in questi anni e neanche voi siete più gli stessi, avete fatto scelte importanti, subito torti e affrontato dolori e siete sempre qui coraggiosi, speranzosi e uniti e se una cosa alla portata di tutti come lo yoga può migliorare le vostre vite ,come ha migliorato la mia, allora mi sento davvero di consigliarvela di tutto cuore.
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Namastè
Bosco
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