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Sto uscendo dalla depressione post partum che segue sempre la consegna di ogni libro.
Fino al giorno prima sto col culo inchiodato alla sedia finché non mi sanguinano le dita e le retine mi cadono sulla tastiera,ma quando ho finito vengo travolta da un’ondata di  stanchezza mista ad apatia per cui rimango sul divano due giorni senza quasi spiccicare parola a parte “ho fame†e “mi fa male quiâ€.
E’ stata la prima volta che Attilio ha vissuto in prima persona la gestazione e credo che non vorrà mai più ripetere l’esperienza.
Anch’io per la prima volta ho avuto a che fare con qualcun altro mentre scrivevo, perciò ho dovuto diminuire drasticamente le manie e l’ eccentricità : niente vasca da bagno piena di pistacchi, niente ballerini di colore con cui giocare a scala 40 (centimetri), niente colombe che volano libere in salotto!
Il povero Attilio si aggirava per casa senza sapere se e quando potermi rivolgere la parola,perché anche quando mi alzavo quelle 11 volte l’ora per farmi l’orzino o giravo maniacalmente i canali fermandomi solo sulle corse clandestine dei criceti, vivevo comunque in un mondo parallelo fatto di riflessioni senza un’ apparente continuità e ricordi che il 92% delle volte non avrei voluto rievocare!
Quindi evitavo di incrociare il suo sguardo come quando eviti di guardare il cane perché lui non pensi che lo vuoi portare fuori!
Una volta consegnata la creatura ecco che la situazione si è ribaltata e il cane sono diventato io.
Mentre me ne stavo arrotolata nella coperta con lo sguardo nel vuoto, sembravo il cane che nessuno vuole al canile, quello nero, spennacchiato, che se ne sta solo solo nell’ angolo.
Attilio ha immediatamente inscenato la parodia di lui che deve scegliere un cane nella gabbia.
Tutti i cani gli fanno le feste e scodinzolano felici tranne uno, irsuto e unticcio, che se ne sta in fondo ignorato e pesticciato da tutti.
“Voglio quello là †dice indicando,sicuro,la schifezza nera.
 E l’omino del canile: “No, quello no, è sociopatico!â€
Così adesso quando devo comunicargli qualcosa lo faccio battendo la coda.
Ma si può?
Una mia amica mi ha segnalato un sito www.bioexpress.it  ,a mio avviso assai ganzo, dove puoi comprare frutta e verdura bio.
Il servizio per ora funziona solo per Lombardia ed Emilia, lei mi dice meraviglie e che è tutto buonissimo. Tu scegli la quantità (single, famiglia, solo frutta,solo verdura o misto) segnalando cosa non ti piace e loro ti spediscono un misto di stagione in una cassettina di legno completa di ricette e verdure di stagione a sorpresa.
Sul sito www.leverduredelmiorto.it  invece affitti un appezzamento di terreno e ti crei il tuo orto virtuale con le verdure che vuoi  che poi però ti arrivano davvero a casa!
Per un single è un po’ caro, ma per un paio di famiglie è abbordabile.
Termino con la ricetta delle ottime ciambelline al vino:
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½ tazza di vino bianco
½ tazza di olio di semi
½ tazza di zucchero più ½  mezza tazza di zucchero in cui “tuffarleâ€
2 tazze e ½ di farina bianca
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Mescolate in una terrina olio vino e zucchero e poi aggiungete la farina piano piano,senza che faccia grumi. Quando l’impasto comincerà ad indurirsi e non sarà più possibile lavorarlo col cucchiaio di legno, andrà trasferito sul tavolo e impastato a mano.
La consistenza finale sarà quella del Didò, morbidissimo, ma non appiccicoso, eventualmente aggiungete un po’ di farina.
Staccate via via una piccola pallina di pasta della dimensione di una noce e fate un rotolino lungo circa 15 centimetri.
Unite le due estremità e formate una ciambellina e passatela nello zucchero girandola sopra e sotto.
Ne vengono una ventina,ma potete ovviamente dimezzare la dose.
Disponete le ciambelline in una teglia foderata con carta da forno e infornate nel ripiano intermedio a 180 gradi per 25 – 30 minuti.
Occhio perché devono essere dorate, ma verso la fine della cottura bruciano che è una meraviglia!
Si mantengono felicemente per una settimana, di più non so perché ce le siamo sempre finite.
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Vostra bauBosco