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Domenica notte, mentre ci trovavamo nel r.e.m più profondo, siamo stati svegliati da un rumore allucinante di vetri e ferraglia,con il letto che si spostava da tutte le parti.
Il nostro letto è di quelli con sotto il contenitore (che ovviamente è pieno), ed è pesantissimo, facciamo fatica a spostarlo in 2,in più, con noi sopra,potete immaginare la potenza della scossa.
Nel buio non riuscivamo a capire niente, sembrava di essere in treno,sembrava un sogno.
Mi sono messa a cercare la luce a tentoni ,dal mio lato, che non c’è mai stata, mentre Attilio cercava di alzarsi, ho cominciato ad avvertire una sensazione di pericolo tipicamente istintiva, di quelle che fanno scappare gli animali dal bosco durante gli incendi, quella che ti fa correre per salvarti la pelle, prima ancora di riflettere e avere paura.
Ho pensato sul momento che fosse entrato qualcuno e mi sono sentita così fottutamente impotente, perché lo so che non ho la luce dalla mia parte e che se entra qualcuno faccio la fine del topo, lo so che non ho niente per difendermi e annaspando mi sono seduta anch’io,cercando di razionalizzare, mentre tutti i miei sensi erano in allerta e chiedevano una spiegazione.
Ho preso il cellulare e ho illuminato la stanza, mentre ripetevo “okay adesso vediamo che succede†con la paura a mille addosso.
Atti ha acceso la luce e ci siamo alzati in piedi,ci siamo guardati e lui ha detto “il terremoto†e io ho fatto sì con la testa e tutto continuava a dondolare in modo spaventoso con i vetri che facevano un “dindindindindindindindin†spettrale.
In più con tutti i materiali insoliti con cui hanno costruito questo appartamento e l’ascensore proprio accanto alla porta, tutto era amplificato all’ennesima potenza.
Il settimo piano ha fatto il resto.
Ci siamo guardati con l’angoscia in volto, e lo stomaco girato dalla paura,che cazzo dobbiamo fare? Dove andiamo? Dobbiamo uscire? Scendere? Metterci sotto un arco? Poi tutto si è fermato.
Tutto questo è durato sì e no 30 secondi..
Siamo rimasti in ascolto, nel silenzio, col cuore in gola, ci siamo affacciati alla finestra e una dopo l’altra tutte le luci dei palazzi davanti si sono accese.
L’ansia è scesa di botto lasciando spazio alla lucidità ed è subentrata la paura.
Ci siamo collegati al sito del Corriere della sera e a quello di Repubblica, ma nessuno ha scritto niente fino alle 5 passate.
Alla faccia dell’aggiornamento in tempo reale, l’ultima notizia era quella delle 23.45 che diceva “scoppia un petardo in un locale di Roma, fuggi fuggi generaleâ€.
Verso le 4.30 su Sky news 24 hanno cominciato a parlarne, anche perché gli era tremato tutto lo studio, ma dalle prime notizie, non si riusciva a capire l’entità del danno.
Intanto avevamo ripristinato i ruoli: io la donna apprensiva bisognosa di conforto e Atti l’uomo che mi rassicura facendomi l’imitazione del presidente della Repubblica in stile Fiorello, che scende dal letto del Quirinale con papalina e candela: “Il terremoto….è un evento spaventoso…ma che possiamo affrontare uniti….con ardimento e fratellanzaâ€.
Nel frattempo arrivavano le prime notizie drammatiche, ma sempre confuse e frammentarie,e senza nessuna immagine, allora abbiamo capito che quello che avevamo sentito noi era solo la punta dell’iceberg.
Fuori un silenzio irreale, come quando nevica, tutte le luci accese, qualcuno sotto i portoni, i primi aerei in ricognizione e uno strano puzzo di zolfo nell’aria.
Siamo tornati a letto alle 5.30 con la televisione accesa, e la paura che tutto ricominciasse da capo, con una stanchezza strana addosso e poco dopo ha suonato la sveglia.
Quando Attilio è uscito e sono rimasta da sola in casa, con il telegiornale acceso fisso, ho avvertito una grande sensazione di vuoto, di insicurezza e di apprensione che è durata tutto il giorno, ed è cresciuta ancora di più al momento di andare a letto.
Questo è successo a me che ho vissuto una brutta scossa di 30 secondi a Roma che, per fortuna non ha avuto conseguenze.
Cerco di immaginare cosa sia stato svegliarsi nel cuore della notte col soffitto che ti crolla addosso, il pavimento sprofondato e tu che cerchi di correre nel buio per fuggire salvando quelli che sono con te , vedere le scale inghiottite dal vuoto, la porta che non si apre, i bambini che piangono, il puzzo di gas,il ruggito del terremoto.
30 secondi.
30 secondi in cui devi decidere come salvarti la vita e sei in pigiama e senza scarpe,e cazzo, non è ancora arrivato il tuo dannato momento!
Da ieri guardo i telegiornali e, ahimé, è già cominciato lo sciacallaggio mediatico.
Non basta la tragedia in sé, tutti questi morti, gente che ha perso la casa, e i cari, che adesso deve subire anche il pressing dei giornalisti che chiedono “cosa provi†e “dove andrete a dormireâ€.
Mi dispiace che non mandino mai in onda quelli che rispondono “A casa tua testa di cazzo!â€
Brutte iene.
E’ bella la solidarietà , è bello vedere la gente che si mobilita, che offre alloggi, pasti,soldi e assistenza di ogni tipo. Nino è lì con loro. Siamo fieri di te.
Quello che mi fa pena e schifo è vedere questa gente che ha stipendi da nababbo e che sta tutto il giorno in televisione o al senato fare polemica anziché frugarsi nelle tasche.
Julia Roberts offrì 2 milioni di dollari dopo il disastro delle torri gemelle e così fecero molti altri attori e filantropi.
Qui invece tutti si tengono stretto il proprio fagottino.
Dovrebbero darlo l’ esempio no? I politici, la gente di spettacolo, quelli con il cachet da risanare il debito pubblico, che non sanno più nemmeno cosa farci con i soldi,che camperebbero di rendita per 5 vite,ecco loro, si mettessero una mano al portafoglio…
No tutti a dire che si poteva prevedere e che negli altri paesi non sarebbe successo.
Non sarebbe successo no, l’Italia non è il Giappone,né la California, abbiamo borghi medievali, paesini arroccati fra le montagne,chiese del 1100, in Giappone buttano giù tutto e tirano su un grattacielo di gomma, in California hanno case di legno,noi che facciamo buttiamo giù San Gimignano e ci mettiamo un blocco di cemento armato? Raddrizziamo la torre di Pisa? Radiamo al suolo mezza Italia?
Come si fa a immaginare una cosa del genere? Certo che se le scosse duravano da Ottobre, forse un piano di evacuazione potevano anche studiarlo, ma poi come fai, le prove di ammaraggio come sui traghetti? Forse anche le strutture erano al limite della sopportazione.
Penso a quegli anziani che hanno visto crollare la loro casa per la seconda volta dopo la guerra,
a quelle famiglie che vivono in macchina,a quei ragazzi che erano andati lì a studiare, alle loro cose sepolte sotto le macerie che non possono andare a cercare.
Sì è vero sono solo oggetti, ma pensate un attimo se vi mancassero tutti gli oggetti insieme, cioè che l’unico vostro avere fosse la tuta che avete addosso.
Mi chiedo se potranno ancora dormire tranquilli, se riusciranno a considerare la casa,ancora, il posto sicuro per eccellenza.
Me lo sono chiesto, passi una vita a pagare un mutuo per una casa, per avere “la sicurezzaâ€e poi ci rimani sotto.
Intanto si scava ancora sotto le macerie e spero che continuino a trovare persone vive, spero che resistano ancora, spero che il governo faccia l’impossibile per restituire loro una condizione di dignità ,e che non se li scordino nei conteiner, e spero soprattutto che la terra smetta di tremare.
Mi raccomando doniamo tutti un euro al 48580, che l’unione fa la forza.
Fede