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Mi perdonerete la latitanza, ma l’estate e la penuria di argomenti, mi rendono decisamente meno assidua del solito.
Ieri ero al supermercato intenta a scegliere del pan carré senza strutto (impresa non da poco) quando ho ascoltato per la prima volta attentamente le parole della canzone di Jovanotti quella che fa : “ A te che sei na na na na na na na na na na na na ……” e devo dire che è proprio bella, non pensavo l’avrei mai detto, si vede che invecchio e divento sentimentale.
La cosa positiva è che mi ha tolto dalla testa il jingle del "Caffé Palombini" cantato da Pippo Baudo,che mi ossessionava dalle 7 di mattina.
Marika giorni fa ha scritto: “Mi piacciono i nomi dei gemelli di Angelina Jolie e Brad Pitt”
Bene, questi nomi sono: Knox-Leon e Vivienne-Marcheline. E ho detto tutto.
Sto sperimentando una fastidiosa maledizione da ristoranti che anche Attilio ha notato,facendone purtroppo le spese perché poi metto il muso a lui: tutte le volte che ordino qualcosa o è finita, sbagliano cottura, o fa schifo.
Ieri sera avevano appena finito tutta l’insalata del quartiere (è la terza volta che succede), l’altra settimana alla domanda “come lo vuole cotto il tonno?” ho risposto “quasi crudo” e mi hanno portato una braciola nera (che cazzo me lo chiedi a fare allora?) mi chiedono se l’orzo lo voglio in tazza grande e me lo portano in tazza piccola, bo? Deve essere un problema di comunicazione interrotta che avviene o a livello mio e del cameriere o del cameriere col cuoco. In compenso quello col conto non si interrompe mai....
Non ho potuto portare Gurb personalmente da mia madre domenica,perché non avevamo un trasportino, nemmeno i miei vicini (che saluto perché dopo mesi abbiamo parlato!) e nemmeno i vicini di mia madre, perciò a malincuore ho dovuto delegare questa operazione a lei e mio fratello.
Dopo 3 traslochi ormai conosco lo schema di Gurb e so che,ad un occhio inesperto,può essere un’esperienza traumatica.
Intanto riesce ad irrigidire tutto il suo corpo pur di non entrare nella gabbietta come un aquilone di marmo, anche la coda diventa un pezzo di legno che puntella a mo di leva di primo grado e poi le urla umane che fanno accorrere la protezione animali.
Raccontarlo è un conto, ma viverlo è un altro, infatti non ho mai parlato così spesso con Daniel come ieri:non credeva ai suoi occhi!
Avevo lasciato una lunghissima lista di cose da fare: portate via il tiragraffi, le pappe, i croccantini, il distributore di croccantini con le istruzioni solo in inglese, i giochi compresa la playstation, l’I pod di Gurb, il pettine e una mia maglietta intrisa del mio odore per non sentirsi abbandonati.
In più 50 euro per varie ed eventuali,che mio fratello ha detto essere diventate 47, 80 si vede che Gurb ha ricominciato a fumare.
Durante il tragitto fra casa mia e casa loro mi ha chiamato 3 volte.
“Fede, è stata una tragedia non puoi capire”
“O sì che posso! Come stanno?”
“La Blanche bene,sta ascoltando Jimy Hendrix a palla e Gurb….aspetta te lo passo”
“Gurb tesoro, come stai? Stai tranquillo!”
“MEEEEEOOOOOOWWWWWWWMMMMMEEEEEEEEEEOOOOOOWWWW!”
“Oddio Gurb stai calmo, non è come pensi tu, non è un rapimento!”
“MMMMMMMMUUUUUUAAAAAAAAOOOOOOOOO!”
“Ma no, dai vedrai che starai bene, c’è il giardino!”
“Ehm Fede forse è meglio che tu non gli parli, si sta agitando!”
Da non credere, ha cominciato a miagolare così forte che sembrava davvero mi stesse raccontando tutto.
Una volta a casa si è infilato fra la rete e il materasso del letto ricreando una pressione e un buio tali come solo in una simulazione della Fossa delle Marianne.
Forse in una reincarnazione precedente era un pesce degli abissi.
Di solito Gurb ci mette 5 giorni a degnarsi di uscire e mangiare qualcosa. Visto l’inizio pensavo molto peggio, in realtà alle 10 di sera ha abbandonato il nascondiglio ed è andato a prendere ad amichevoli testate mio fratello,che si è messo la mia maglietta e ha cominciato a parlare come me in modo che non mi dimentichino tanto in fretta.
Anche se ormai non sanno più chi sono, e pensare che li avevo nominati unici eredi!
Sob…che ingrati.
Vostra delusa dalla prole Bosco