federica | 28. Maggio 2008 @ 18:45
Non so se avete visto al telegiornale di ieri e in che condizioni eravamo noi qui a Firenze con 40 gradi .
Precedute dalle immagini di sempre (2 turisti boccheggianti che bevono l’acqua delle vasche coi pesci e gli anziani che stramazzano a terra pestati dai giapponesi) le giornaliste citrulle andavano in giro con un sorriso beota ad intervistare le vecchie alle due del pomeriggio,ponendo loro la domanda ferale:”Signora, lei ha caldo?”
Non vedo l’ora che qualcuno mi faccia questa domanda in una giornata come ieri, per rispondere: “Ma lei la pagano un tanto a stronzata o le fanno un forfait?”
Un’afa da diventare scemi, che ha fatto sì che la gente (stordita dal calore delle lamiere) guidasse a caso, stimolata come in sogno,dal miraggio del fresco della propria casa, fresco che, ovviamente non ci sarà più fino a Novembre.
Con questo caldo quindi, la sottoscritta si è spinta nel distretto di Sesto Fiorentino per la seconda volta in vita sua (colgo l’occasione per ringraziare la Signora Marisa e sua figlia Raffaella della libreria Mondadori di Sesto Fiorentino per la torta bellissima a forma di libro con scritto Mi piaci da morire su una pagina dentro un cuore rosso e 101 modi nell’altra pagina) dando ancora una volta prova di un senso dell’orientamento degno di un ubriaco sceso dal tagadà.
Posso però a mia discolpa affermare che è un difetto,questo, ereditato da mia nonna materna, la quale per tutta la vita si è rifiutata di cambiare posto a tavola con la scusa di non avere senso dell’orientamento!
Non potevo sbagliare, l’indirizzo era Via Cadorna 18 lo avevo visto benissimo su Tutto città e l’avrei trovata intersecando Viale Machiavelli: tutto dritto e poi a sinistra e subito a destra né più, né meno.
Nel tragitto e con quel caldo torrido,il nome si è trasformato nel mio cervello in Viale dei Caboto che intersecava Viale Michelangelo.
Con questa mia convinzione ho messo in crisi ben 5 onesti cittadini che vivevano a Sesto da 3 generazioni insistendo con sicumera (e anche con aria seccata) che “Siiii è via Caboto, noooo non via Cadorna, ceeeerto che ne sono sicura!”).
Gli onesti cittadini avranno messo a loro volta in crisi le loro consorti,i figli,i suoceri e gli amici chiedendo a cena se conoscevano Via Caboto 18.
Ho creato un virus.
Le siddi mi hanno poi guidata comunque verso la retta via in quanto l’ultima vittima da me interpellata, ha visto il tappetino di yoga e ha capito che andavamo allo stesso corso.
Ma il caldo non ha creato solo mondi paralleli, tornando a casa ho sperimentato un’altra cosa che noi uomini moderni non siamo più abituati a prendere in considerazione: il guasto.
Pensate che bello premere un bottone e accendere la luce, un altro e accendere la televisione, poi il gas, la radio, l’acqua e così via, ci si abitua così bene alle comodità da dimenticare immediatamente CHE IMMANE ROTTURA DI COGLIONI SIA PERDERE LA CONNESSIONE A INTERNET!
Specialmente quando quelli del 187 per una volta sono gentili e quando ti chiedono “se hai scaricato qualcosa” e tu dici “beh…l’antivirus” e scopri che proprio quello che ti doveva proteggere ha sconfigurato anche tua madre, be ecco è un po’ come vedere Babbo Natale che piscia sui regali!
Bene questa è la mia giornatina oggi, in compenso ho donato il sangue e le 2 paste che mi hanno offerto in cambio di 450cc erano buuuuonissime.
A proposito, a Ponte a Niccheri hanno bisogno di sangue gruppo 0+ , quindi se siete donatori e anche se non lo siete, insomma fate questa bella cosa, ci vogliono 10 minuti e non vi accorgete di niente, in più vi fanno anche 2 analisi che non fanno mai male no?
Sto postando da un internet point tenuto da un giapponese...
Vostra Bosco lost in La Mancha