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Se Gesù Cristo fosse vissuto nel 2008, avrebbe terminato quest’affermazione con un “a meno che..”.
Mai come in queste ultime 24 ore scarse, ho avuto a che fare con gente insopportabile che faceva di tutto per essere ascoltata nelle sue inutili quanto fastidiose esternazioni.
E giuro che in tutte le situazioni avrei voluto intervenire personalmente col dito alzato “senta lei!”
Ieri sera ero a Milano e, sfidando la pioggia, la neve e l’uragano, ma soprattutto con le palle piene degli exit pole e senza Sky (anche nella minuscola camera d’albergo tappezzata di moquette dove mi trovavo…divagazione, ma mi spiegate perché nel 2008 e con le attuali conoscenze al riguardo delle allergie da acaro le camere d’albergo abbiano ancora la moquette? Mah…) dunque mi sono già persa, ah ecco, sono entrata in un sushi bar dove c’erano solo altre 4 persone al bancone.
Ecco queste altre 4 persone HANNO ROTTO IL CAZZO A PIU’ NON POSSO!
2 tromballone di 45 anni portati da cani che si esprimevano in termini tipo: “Ueeeeemadaaaaaai, ma scherziiiiiii? Mavaaaaaaaa!!!!Cos’è quellooooo? (riferito ad un evidente filetto di salmone n.d.a) fammene 4 pezzi dai, e poi 4 di quelli e poi 3 di quegli altri, aspetta che vado a pisciare!”
Espletate le funzioni corporali, la tromballona ha continuato a mangiare come una bufala, mentre in tutto questo la mia ordinazione non era stata nemmeno presa in considerazione visto che, insieme alle 2 cesse c’era anche un odioso pennellone “cazzofigaculotette” che credevo estinto insieme a Jerry Calà e un giapponese che ho dedotto fosse il padrone del locale.
Dopo essersi pavoneggiati su tutto lo scibile (facevano tutto loro, sapevano tutto loro e uuuuu come lo facevano loro….) Jerry se n’è uscito con 2 perle meravigliose rivolte al magnaccia giapponese: “Uè (spiegatemi perché poi devono sempre partire con “uè”)
ma perché non ti compri camicie Bagutta?”
Perché? Ha risposto il granitico giapponese.
E poi “Devi assolutamente venire a Forte (dei marmi n.d.a) ti porto da Lorenzo”
“Lorenzo è caro” risponde l’accorto giappo
“No, non è caro, 120/130 euro a testa”
“Appunto è caro”
Saggezza nipponica.
Volevo alzarmi e chiedere con gentilezza: “Scusate, ma voi….nella vita reale…esistete veramente?”
Sono venuta via col malditesta.
Poi oggi ho fatto un intervento in una scuola di italiano per americani dove ho intrattenuto ragazze deliziose che qui ringrazio per aver avuto la forza di resistere fino in fondo e a cui sono stati fatti leggere i miei libri spero ancora non con la forza!
Dopodichè ho preso il treno e ancora, mi sono imbattuta in fastidiosi millantatori narcisisti.
Il primo,seduto di fronte a me,parlando al cellulare mi ha fatto capire di essere “qualcuno” dicendo alla sua interlocutrice (di cui adesso conosco grazie alla sua loquacità nome,cognome e indirizzo prima con accento milanese e poi via via scendendo,sempre più romanesco), che l’indomani mattina avrebbe avuto un provino e che stava cercando di imparare le battute che non gli entravano in testa.
Peccato che stesse leggendo la Repubblica!
Chi fosse non lo so proprio, forse sfocando la vista e inclinando la testa da un lato poteva ricordare qualcuno che è morto, ma proprio non saprei.
Avrei voluto dirgli “scusi lei anziché cincischiare, perché non si impara le battute che domani fa una figura di merda al provino?”
Invece dopo un po’,stizzito per non essere stato riconosciuto, si è alzato e ha cambiato posto.
Sarà stato qualcuno dell’Unicredit….
Il viaggio è terminato con i vaneggiamenti di un tizio che aveva lavorato ovunque da Mondadori in su ed era a 3 gradi di separazione da Dio, e migliore amico di ogni amministratore delegato di ogni banca al mondo che ha quasi fatto un contratto in treno alla moglie (assente) di un tizio livornese conosciuto lì per lì,a cui ha anche detto “potrei farle un contratto editoriale anche piuttosto remunerativo!!!” Peccato che non avesse i biglietti da visita con sé.
Fantastico lo volevo baciare, prima di chiamare gli infermieri.
A lui volevo dire, “scusi ma…perché viaggia in seconda?”
Se fossi una spia industriale avrei già carpito i segreti aziendali di un paio di multinazionali farmaceutiche, la formula della Coca Cola e dov’è il Santo Graal.
Mah, adesso non mi resta che chiudere in bellezza con il Grande Fratello.
Vostra Skyless Bosco