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Non so se esiste un proverbio per cui se a Pasqua è venuto giù il mondo,l’estate sarà caldissima o le borse saliranno (mia nonna di certo l’avrebbe saputo) , certo è che un tempo così di merda l’ho visto raramente, ma è anche vero che se la Pasqua viene di Gennaio difficilmente può andare meglio di così!
Se qualcuno mi sa spiegare con un grafico a colori il metodo con cui si calcola la “caduta” della Pasqua lo ringrazio già da adesso (Fruzzetti conto su di te)
Sono partita per Roma sabato (e già ringraziavo di essere riuscita ad arrivare alla fermata dell’autobus senza annegare) e in treno ero seduta accanto ad un gruppo di milanesi che, ingenuamente, ripetevano la frase “speriamo che non piova”.
Io,che già sapevo a cosa stavano andando incontro,dopo aver sentito le opinioni (per una volta concordi) di Giuliacci,di Sky Meteo 24 e di un più rassicurante Colonnello a Uno Mattina, sorridevo sorniona dato che si prospettavano scenari apocalittici con pioggia costante per le successive 120 ore.
Dopo un’oretta di viaggio e i primi cenni di diluvio hanno mutato la frase in un più polemico “E poi dicono che a Roma c’è sempre il sole!”.
Che è stato il leit motif della Pasqua 2008.
Siamo andati a trovare la mamma di Atti che è diventata la mascotte della Clinica di riabilitazione.
E’ una forza della natura e anziché lamentarsi (come farei io in continuazione finché nessuno mi verrebbe più a trovare) ci intrattiene piacevolmente e ci fa spezzare dalle risate quando non si ricorda una parola e ci fa delle supercazzole che abbiamo deciso di adottare come neologismi.
In realtà le uniche parole che non si ricorda hanno circa 29 sillabe ciascuna e non se le ricorderebbe nemmeno lo sceneggiatore della Passione di Cristo che ha scritto tutto in Aramaico, ma è veramente fantastica quando inizia a girare intorno alla parola difficile e ti spiega cose ancora più complicate!
Io che vengo da una dinastia di donne fondamentalmente lamentose e inutilmente pessimiste, resto sempre colpita da persone così positive e solide e ne rimango ammirata.
Quando le è arrivato il pranzo,abbiamo sbavato tutti quanti: a chi, come me, pensava che la cucina delle cliniche fosse sempre a base di purè e pollo lesso si è dovuto ricredere: cannelloni, abbacchio, e piselli, banana e colomba e l’indomani ancora meglio: tortellini con funghi, melanzane e patate e pollo in umido, mancava solo un bicchiere di Brunello.
Il pranzo di Pasqua lo abbiamo fatto dal prode Willy (papà di Alessia) che ci ha nutriti con la sua pala pasquale, poi, dopo due ore di masticazione, siamo rotolati fino alla terrazza per andare a respirare un po’ d’aria (nono piano).
Pioveva, come non aveva mai smesso di fare e il Phibbi fumava la sua 84 esima sigaretta della giornata, quando a un certo punto la pioggia ha preso una consistenza e una velocità che ricordava molto quella delle biglie di vetro.
Lo scenario, da quello di un Marzo uggioso, si è repentinamente trasformato in quello de “la tempesta perfetta”, un vaso alto quanto me è rovinato a terra e gli alberi hanno cominciato a spezzarsi, in 3 secondi ci siamo ritrovati appesi al balcone con i piedi nel vuoto con il Phibbi che si divertiva come al solito, infastidito solo dal fatto che il tornado consumasse la sua sigaretta un po’ troppo velocemente.
In tutto questo nemmeno la soddisfazione di andare a farsi del male in un centro commerciale dato che era tutto chiuso eccetto il kebabbaro sotto casa (che non vende alcolici).
Stamattina il mio ritorno nelle colline toscane e la vista del sole mi ha fatto effetto Bram Stoker, perciò adesso sono piena di piaghe.
Per di più la primavera ha,sul mio umore da borderline,un effetto funesto tipo “ragazze interrotte” per cui sarà il caso che faccia incetta di melatonina,iperico e lampade per la light teraphy.
Vostra rainy Bosco