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Ieri sera come ben sapete dovevo andare a Prato e per l’occasione ho di nuovo preso il mio fido navigatore satellitare e l’ho lanciato come un impavido destriero alla ricerca di via dei Cimatori 6.
Con sicumera ha immediatamente cominciato a dirigermi verso l’indirizzo richiesto mentre io mi congratulavo con me stessa per l’utile acquisto.
Da sola non ero mai stata a Prato, anzi non ero mai stata a Prato in assoluto,se si esclude quella volta nel 1978 con la mamma della mia amica Maria Novella (nella Diane arancione) quando ci portarono a “Pratilia lo shopping center” il primo centro commerciale d’Italia, talmente avanti che fallì nel giro di un anno.
Ero molto fiera di riuscire a addentrarmi nei meandri delle autostrade italiane e arrivare ad indirizzi a me sconosciuti senza dover consultare la cartina, peccato che la cretina che vive dentro il navigatore se ne fotta allegramente delle zone blu, delle zone pedonali e delle telecamere.
Fortuna che, al solito, mi ero mossa con il consueto anticipo di 7 ore….
Intanto lei voleva farmi arrivare in centro ignorando i cartelli “Prato Centro” cosa che mi ha subito fatto entrare in polemica con lei, è diventata una guerra impari: io andavo per la mia strada e lei, ottusa, continuava a ripete a loop : “appena possibile effettuare un’inversione a U” cosa che consigliano tutti,specialmente in autostrada!
Quando ho capito che mi ero addentrata un po’ troppo in centro, anche se devo dire che era pieno di macchine,la sciocca per ripicca ha smesso di guidarmi e mi ha detto “allora fai come cazzo ti pare arrangiati!” io ho risposto “certo che faccio da sola,non ho bisogno di te!” .
Ho parcheggiato dentro il Duomo, fra le panche e l’altare e sono entrata in un bar,dove con altrettanta sicumera ho chiesto: “Scusate, dov’è via Cimabue?”.
Non chiedetemi come mai da Cimatori mi sono inventata Cimabue, ma dall’occhio perplesso del barista dovevo immaginarmi che avevo detto una cazzata.
Hanno aperto una cartina e mi hanno spiegato che via Cimabue era a circa 10 chilometri più lontano.
Ringrazio salgo in macchina (nel frattempo faccio anche la comunione) e dico con stizza alla mia amica navigatrice: “Hai visto stupida? Hai sbagliato strada, via Cimabue è da tutt’altra parte” e lei “Ma che ti sei fumata? Non è via Cimabue è Cimatori che è qui dietro!” e io “Ah sì lo sapevo, volevo vedere se stavi attenta!”
Vado a piedi fino alla libreria imbacuccata come la Befana con un poncio di lana e un cappuccio, avevo anche la borsa di lana, mi mancava giusto la scopa.
Un ragazzo all’inizio della via mi ferma e mi chiede quanti libri io legga in un anno, non capisco la domanda,ma dico che sto andando alla Mondolibri e lui mi risponde “Ah c’è Federica Bosco stasera!” e io “Ah davvero? bene…”
Andiamo bene…
Alla libreria vedo dei simpatici poster con la mia foto, la peggiore che mi sia stata mai scattata: fra fronte e naso sembravo un imbuto!
La libreria festeggiava anche un anno dall’apertura e perciò c’era un carinissimo rinfresco a base di pasticcini e Ferrari che continuavo a chiamare “prosecchino” mentre il mio amico del liceo Francesco Bencini mi ripeteva “Fede…abbozzala di chiamarlo prosecchino, l’è un Ferrari!”
La presentazione è andata bene, c’era anche una suora molto sportiva,grande lettrice e attivissima socia della Mondolibri (l’Euroclub per intendersi) che alla fine mi ha stretto la mano e mi ha detto “le prometto che pregherò per lei!”
Riandiamo bene...
Quando è stato il momento di andare a cena e ho spiegato dove fosse la mia macchina, mi hanno garantito tutti che non l’avrei trovata MAI PIU’.
Catastrofisti!
Certo che c’era e avrei anche potuto lasciarla, il priore ha detto che non gli dava per niente fastidio lì dov’era!
Comunque l’ho spostata se è questo che volete sentirvi dire.
Al ristorante ho visto Arnoldo Foà e la sua compagna (hanno 50 anni di differenza, quando l’amore non ha età…)
Bene, stasera cucinerò il pesce per il mio fidanzato, lo so che lui ha terrore di questa cosa, e non me lo dice, ma prometto che questa volta riuscirò a fare delle squisite linguine allo scoglio ricordandomi di: mettere il sale nella pasta, cuocerla i minuti indicati in confezione, usare il pomodoro e l’acqua di cottura, sfumare col vino e non buttare casualmente il pesce in una padella e sperare che il miracolo si compia domandandomi poi “ma dove ho sbagliato?”
Vostra Cooking Bosco